Tra le tecniche non farmacologiche più utilizzate al giorno d’oggi per trattare demenze, disabilità cognitive e patologie psichiatriche troviamo l’approccio-snoezelen.
Questo approccio pone l’accento sulla creazione di un ambiente volto alla stimolazione dei sensi e continua a dare risultati sorprendenti in pazienti di tutte le età.
Se vuoi saperne di più, continua a leggere l’articolo!
Che cos’è il metodo-snoezelen?
L’approccio-snoezelen, o ambiente multisensoriale (MSE), si basa sulla creazione di esperienze sensoriali piacevoli in un ambiente artificiale dedicato proprio alla stimolazione dei sensi.
Il nome è una fusione di due verbi olandesi: Snoezel = annusare/esplorare e Doezelen = dormire/sonnecchiare e si riferisce proprio all’aspetto sensoriale dinamico dell’approccio che porta ad un profondo stato di rilassamento e benessere.
L’obiettivo di questo approccio è aiutare a generare reazioni positive in persone affette da demenza, autismo, disabilità cognitive, patologie psichiatriche, disturbi da stress post-traumatico, lesioni cerebrali, controllo del dolore acuto e cronico e burn-out professionale.
Nel video introduttivo qui sotto puoi avere una panoramica generale di questo metodo, che approfondiremo nei prossimi paragrafi:
Di seguito gli argomenti che tratteremo nell’articolo. Puoi cliccare quello di tuo interesse per passare al paragrafo corrispondente.
Collegamenti rapidi
Introduzione: le fondamenta della tecnica
Siamo tutti esseri sensoriali e ogni giorno sperimentiamo la nostra vita attraverso i sensi. Tanto che gli organi sensoriali sono definiti “la finestra del cervello.”
Il nostro sistema nervoso si sviluppa di continuo durante i primi sei anni di vita e dipende proprio dalla stimolazione del sistema nervoso attraverso gli organi di senso. Il flusso dei dati che, tramite gli organi sensoriali, arriva al cervello ci aiuta a interpretare ciò che ci circonda e ci fornisce gli strumenti per sopravvivere e per crescere.
Qualsiasi forma di disturbo che compromette l’interazione tra il nostro cervello e l’ambiente può impedire lo sviluppo della persona e compromettere il suo benessere.
Coloro che, quindi, presentano limitazioni nei movimenti, disturbi della vista, dell’udito, delle capacità cognitive, difficoltà comportamentali e di comprensione, problemi di percezione o dolore sono limitate nell’interazione con l’ambiente e, di conseguenza, anche gli input sensoriali sono ridotti.
Per questi individui è difficile creare un ambiente o un’esperienza sensoriale ottimale, poiché il loro mondo è spesso ristretto e controllato.
Le esperienze sensoriali influenzano la nostra motivazione, i nostri atteggiamenti, le nostre emozioni, l’apprendimento, le attività fisiche e il nostro stesso essere.
Il livello di prestazione di un individuo è il riflesso degli stimoli e delle opportunità che l’ambiente gli offre.
La stimolazione multisensoriale prodotta in frequenza, intensità e durata sufficienti aumenta l’attività cerebrale e favorisce l’apprendimento, creando poco a poco nuovi percorsi neurologici nel cervello, nelle aree in cui erano danneggiati o sottosviluppati.
La prima forma riconosciuta di stimolazione multisensoriale in un ambiente ad hoc per persone con gravi disabilità cognitive è stata utilizzata da Cleland e Clark nel 1966.
Questi ricercatori riferirono che determinati stimoli sensoriali riuscivano ad aiutare e a migliorare la comunicazione di bambini con ritardi nello sviluppo, disabilità intellettive e autismo.
A metà degli anni ’70, Jan Hulsegge e Ad Verheul hanno fondato e sviluppato la filosofia dell’approccio-snoezelen, basata sulla premessa che, per un individuo con una disabilità profonda, le sensazioni multisensoriali sono mezzi di comunicazione più potenti di qualsiasi appello alle capacità intellettuali.
Oggi il metodo-snoezelen viene utilizzato con successo per aiutare persone di tutte le età con diversi tipi di problematiche, come autismo, difficoltà di apprendimento, lesioni cerebrali traumatiche, Alzheimer e demenza.
Il trattamento delle demenze
L’approccio-snoezelen è spesso utilizzato per supportare i malati di Alzheimer e di diverse tipologie di demenza, tra cui il wandering. Ecco alcuni vantaggi:
Aumento della collaborazione tra paziente e caregiver
Uno dei vantaggi principali di questo metodo è la capacità di aumentare la fiducia del paziente nelle persone più vicine. L’ambiente facilita una migliore comunicazione (sia verbale che non verbale) durante e dopo la sessione e si ritiene che migliori il rapporto tra gli assistenti e le persone assistite.
Un esempio del raggiungimento di questo risultato è la creazione di un setting che riproponga oggetti, situazioni e contesti che interessano l’anziano. In questo lavoro, il supporto del caregiver è fondamentale perché offre spunti preziosi al professionista per suscitare sensazioni che facciano emergere ricordi piacevoli e positivi. Questo percorso di coinvolgimento emotivo può generare benefici importanti per il decadimento cognitivo, perché stimola sensi adatti alla persona.
Maggiore conoscenza e comprensione dell’ambiente
In un ambiente multisensoriale controllato, i pazienti ricevono un flusso costante di stimoli che aumenta la loro consapevolezza e la comprensione dell’ambiente circostante. Per avvicinarsi all’obiettivo di migliorare la comprensione dell’ambiente, si può ricreare un setting molto familiare all’anziano, ad esempio una sala da tè dove la stanza assume le caratteristiche di un luogo del passato e il professionista il volto di una vecchia amica con cui fare una lunga chiacchierata.
Miglioramento del comportamento e dell’umore
La sessione sensoriale si è dimostrata efficace nel calmare i comportamenti tipici della demenza e nel migliorare l’umore. Si ritiene che questo ambiente offra una stimolazione delicata che riduce la tensione, ricarica lo spirito e consente il recupero.
Un esempio concreto è l’utilizzo delle amache in casi di wandering – fenomeno molto comune negli anziani affetti da demenza che consiste in una tendenza al vagare in modo costante. Questo semplice strumento, inserito in una stanza, ha avuto la capacità di lavorare sull’equilibrio vestibolare e generare una sensazione di calma e rilassatezza, grazie proprio al movimento del dondolio.
Ricreare il setting adatto alla persona permette di alleviare ansie e tensioni, lavorare su paure e timore e dare spazio a sentimenti positivi e costruttivi. In questo caso, molto utili sono gli spray e gli oli essenziali: questi, sprigionando odori particolari, aiutano l’anziano a recuperare dalla memoria ricordi piacevoli, che aumentano il benessere, il rilassamento e la percezione di sè.
Miglioramento di condizioni fisiche
Anche le condizioni fisiche giocano un ruolo chiave nella percezione e nell’efficacia della sessione. In alcuni casi, gli oggetti impiegati possono essere molto benefici nel caso di disturbi. Pensiamo agli individui ipovedenti: in questo caso le tavole luminose aiutano a essere percepite dall’anziano dal momento che generano molto contrasto tra la fonte luminosa sotto la tavola e la figura in evidenza sopra la tavola. Anche le lavagne di sabbia possono essere utili per migliorare la manualità nell’anziano, senza dimenticare l’aspetto del divertimento e del coinvolgimento emotivo. Possono essere ricreate senza rinunciare alla fonte luminosa: è sufficiente mettere la sabbia sopra il piano luminoso e in men che non si dica si avrà uno strumento sensoriale coinvolgente.
Nel caso di malati affetti da Alzheimer, è possibile fornire ulteriori stimoli presentano materiali con texture diverse e analizzando la reazione che generano.
Pazienti con sindrome di Down
Le persone affette da sindrome di Down hanno di solito un carattere molto vivace, allegro e affettuoso e per questo spesso vengono considerati meno adatti ad un approccio multisensoriale, associato principalmente al supporto di persone con comportamenti difficili e spesso aggressivi.
In realtà, diversi tratti caratteristici degli individui con sindrome di Down sembra possano reagire favorevolmente all’intervento con l’MSE.
Ad esempio, i ritardi nello sviluppo cognitivo non verbale accompagnati da deficit della memoria a breve termine nell’infanzia possono essere ridotti con un intervento multisensoriale, oltre ad un miglioramento di concentrazione e coordinazione.
Approccio multisensoriale all’autismo
L’autismo descrive uno spettro di disturbi che variano per caratteristiche e gravità dei sintomi, che hanno un impatto sulla capacità della persona di interagire, relazionarsi e comunicare con gli altri.
Le persone affette da autismo possono anche manifestare una sensibilità eccessiva o insufficiente ai suoni, al tatto, al gusto, all’olfatto e alla luce.
È necessaria una stimolazione sensoriale appropriata per facilitare e sviluppare la comunicazione, fornendo al contempo un ambiente che risponda alle esigenze di elaborazione attraverso i sensi.
In questo caso, gli strumenti utilizzati devono essere mirati a generare una situazione di benessere e miglior percezione di sé e delle proprie abilità: possiamo impiegare, ad esempio, schiume sensoriali con l’obiettivo di uscire da una situazione introspettiva e sperimentare testure diverse per stimolare il tatto. La percezione del corpo, in caso di autismo, può essere favorita dall’uso di amache per avere coscienza della presenza corporea o di peluche (così come bambole empatiche) che, tenuti addosso, aiutano a percepire e a avvertire un peso su di sé.
Per la persona con autismo l’interazione con gli altri può essere difficile e l’ambiente sensoriale che la circonda può sembrare opprimente. Di conseguenza, può verificarsi un aggravarsi dei problemi comportamentali.
Modificando la richiesta sensoriale e concentrandosi sulle abilità, questi comportamenti possono essere guidati, aiutando l’elaborazione delle informazioni, che porta a una riduzione dei problemi in età adulta.
L’approccio-snoezelen offre una serie di stimolazioni attraverso i sensi anche per lavorare sul carattere e il temperamento; è importante sapere che, nel caso specifico dei bambini affetti da autismo, ci si può trovare di fronte a stati di forte agitazione. L’utilizzo degli strumenti precisi e funzionali deve essere preceduta dal coinvolgimento e dalla richiesta di collaborazione da parte del genitore.
A questo punto, si può optare per gli strumenti che possono guidare e supportare la sessione, in modo personalizzato e mirato, ma soprattutto sicuro e accogliente. Se si opta per fonti luminose, quindi fibre ottiche, piani o cubi luminosi, tubi sensoriali, allora è bene settare il colore in base al senso e al tipo di stimolazione che si vuole generare. I colori freddi, infatti, stimolano calma e rilassatezza. Quelli caldi, al contrario, sono utilizzati per l’attivazione. Nel caso di un bambino agitato, i colori freddi aiuteranno a lavorare sul senso di quiete e calma e lo stesso effetto può essere generato attraverso strumenti diversi (come quelli acustici).
Il consiglio è quello di settare un ambiente variabile (ad esempio con luci a parete e fibre ottiche a terra) e invitare il bambino ad avvinarsi verso lo strumento che più lo attira.
Optando per strumenti ad hoc si crea un ambiente modulabile sulla base dell’utenza, del bisogno specifico e del percorso che si vuole portare avanti.
Ricreare un ambiente multisensoriale
Le funzioni e i principi di base di Snoezelen consistono nella creazione di un ambiente (MSE – ambiente multisensoriale) che, attraverso strumenti e oggetti, stimoli tutti i sensi.
Questi spazi sono progettati e allestiti per creare una sensazione di intimità e sicurezza in cui l’individuo può rilassarsi, esplorare e godersi l’ambiente circostante.
Mentre l’ambiente esterno fornisce un luogo sensoriale naturale, un MSE creato artificialmente offre una stimolazione sensoriale più mirata per le persone che, a causa delle loro disabilità, non sono spontaneamente in grado di cercare tali stimoli da soli.
Grazie agli strumenti a disposizione, la stimolazione multisensoriale (stimoli uditivi, visivi, tattili, gustativi, olfattivi e cinetici) può essere adattata per intensità e frequenza, con l‘obiettivo di suscitare una risposta comportamentale significativa da parte del paziente.
Le persone con disabilità spesso hanno limitate possibilità di esercitare un controllo sul proprio ambiente. In un MSE, gli individui hanno l’opportunità di esercitare e sperimentare il controllo sull’ambiente circostante, attraverso l’interazione diretta con l’apparecchiatura, tramite telecomandi appositi o comunicando le proprie preferenze all’accompagnatore esperto.
Grazie a questa esperienza, bambini, adulti e anziani vivono una sensazione appagante di indipendenza e di autodeterminazione, che può giovare molto allo sviluppo della personalità all’interno dei contesti sociali.
Proprio per questo, le sale multisensoriali negli ultimi anni si stanno diffondendo anche in Italia all’interno di strutture riabilitative, scuole, asili nidi e RSA.
Ecco altri ausili e supporti a disposizione dei professionisti per raggiungere l’obiettivo della stimolazione sensoriale:
- Arcobaleno in legno grande
- Tunnel arcobaleno colori caldi
- Grotta blu
- Placchette arcobaleno
- My rainbow globe
- Ciottoli colorati
- Ciottoli metallizzati
- Cubetti colorati in re wood
- Torri di perle
- Carta metallizzata autoadesiva oro e argento
- Brillantina glitter grana media fluo 12×20 g
- Brillantina glitter grana media 5 colori
- Brillantina glitter grana fine argento_2
- Perline glitterate cuori 160 pezzi
- Brillantina glitter grana media 400 grammi
- Vassoi con fondo a specchio
- Perline pompon
- Cubetti pastello
- Mini bottoni legno colorati 300 pz
- Mega vassoione tuff tray
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Patrizia dice
Ottimo direi grazie
Redazione dice
Grazie a te Patrizia