Ogni essere umano, indipendentemente dal tipo di funzionamento mentale (mente neurotipica o mente autistica) percepisce la realtà che lo circonda attraverso i sensi che ci permettono di sentire ciò che ci circonda, con un’infinità di possibilità più o meno intense.
L’ unicità di ognuno si manifesta nelle più svariate modalità di percezioni che ci contraddistinguono.
Ma come i sensi non sono solo 5?
I sensi sono:
- Vista
- Tatto
- Olfatto
- Gusto
- Udito
- Propriocezione
- Sistema vestibolare
Partiamo dagli ultimi due sconosciuti: la propriocezione è la capacità di percepire il proprio corpo nello spazio ed insieme al sistema vestibolare, ci permette di mantenerci in equilibrio e muoverci nello spazio senza necessariamente guardare i piedi mentre camminiamo.
La particolarità dei sensi risiede nel fatto che, per ogni senso possiamo essere ipo o iper sensoriali: ovvero poco sensibili, tanto da aver bisogno di stimolazioni significative, o iper e quindi eccessivamente sensibili ad uno stimolo, avvertendo una carezza come una pressione forte o un sibilo come un suono penetrante.
Questi esempi valgono per tutti i sensi perciò ci sono tantissime sfaccettature nel modo in cui percepiamo ogni stimolo.
“Le bambine e i bambini nascono con una grande capacità genetica che gli permette di esplorare, discriminare, interpretare la realtà attraverso i sensi. Tutte le ricerche neurobiologiche dimostrano il grande co-protagonismo dei sensi nella costruzione ed elaborazione della conoscenza e della memoria personale e di gruppo…”
(Bambini, spazi, relazioni)
“Per natura noi siamo attratti da ciò che è nuovo, ma anche complesso nel giusto grado: l’incongruenza delle informazioni rispetto a quanto ci aspetteremmo, per esempio, ci appare intrigante e ci spinge a cercare di saperne di più. Tuttavia, la curiosità è transitoria: una volta appagata, passa.
L’interesse, invece, è qualcosa di più duraturo nel tempo: si costruisce lentamente, via via che uno studente accresce le sue informazioni su di un tema e le valuta come rilevanti per lui.
Come si stimola l’interesse? Procedendo con modalità <<per scoperta>> o chiedendo di trovare una risposta alle domande; lanciando, in sostanza, una sfida interessante…”
(Daniela Lucangeli – Cinque emozioni leggere sull’emozioni di apprendere)
I sensi pongono il nostro corpo in relazione all’ambiente e ci permettono di apprendere attraverso l’esperienza, ecco perché è importante dare la possibilità ai bambini di osservare, toccare, scoprire, assaggiare, odorare, sentire…
I nostri obiettivi fondamentali dovrebbero essere: includere e osservare per personalizzare.
Per favorire la percezione del proprio corpo si possono inventare vari giochi, individuali, in piccolo o grande gruppo: dai più movimentati per dare la possibilità di sfogarsi ai bimbi che hanno tantissime energie, ai percorsi per affinare l’equilibrio, ma anche movimenti semplici e lenti come accarezzare e massaggiare le parti del corpo, riflettendo anche su quali danno sensazioni più piacevoli. Modalità per favorire il rilassamento e la scoperta di se stessi, possono essere veri e propri regali per i bambini che impareranno a conoscere i propri bisogni, sapranno ascoltare i segnali del corpo.
Rendere il corpo parte attiva dell’educazione, ci permette di riuscire a coinvolgere tutti. Chi fa fatica a stare seduto in cerchio, stare seduto al banco senza dondolare la sedia, si sentirà libero di muoversi nel momento in cui si darà spazio all’esplorazione di se.
“L’esplorazione della realtà è una condizione permanente nell’infanzia. Le bambine e i bambini abitano lo spazio costruendo continuamente luoghi (immaginari e reali) all’interno del luogo dove si trovano. Bastano alcuni elementi e oggetti per montare situazioni e paesaggi diversi: sorgenti di luce artificiale, proiettori, lavagne luminose, se lasciati a disposizione sono abili costruttori di spazi virtuali. L’ambiente che si rivolge all’infanzia deve tener conto di questi desideri e competenze dei bambini nella costruzione dei luoghi, offrendo elementi e strumenti per soddisfarli e farli crescere”.
“La qualità di un ambiente è il risultato di una molteplicità di fattori: hanno influenza la forma degli spazi, l’organizzazione funzionale, l’insieme delle percezioni sensoriali (luce, colore, regime acustico e microclimatico, suggestioni tattili). La logica che regola tali percezioni non è univoca.
Le preferenze cromatiche, tattili, olfattive e di luce mutano da individuo ad individuo e sono fortemente influenzate dalle differenze soggettive, non riferibili a valori standard comuni per tutti.
L’ambiente deve essere così concepito come uno spazio polisensoriale, non tanto nel senso che deve essere ricco di stimolazioni, quanto nel senso che deve essere corredato di valori sensoriali differenti in modo che ciascuno possa sintonizzarsi secondo le proprie caratteristiche di ricezione individuale. Non si possono cioè concepite soluzioni standard univoche per tutti”.
Dal libro: “Bambini, spazi, relazioni”
Ecco un po’ di prodotti utili per stimolare i bambini:
Metto in scala da scuro a chiaro
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