Il metodo-snoezelen e la creazione di stanze multisensoriali si stanno diffondendo sempre di più come approcci terapeutici in diversi ambiti, grazie agli effetti positivi dimostrati nel trattamento di autismo, demenze, disturbi cognitivi, lesioni cerebrali e altre patologie.
Nell’articolo di oggi, vediamo proprio in che modo questo metodo può supportare la terapia.
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Metodo-snoezelen: significato e benefici
Creare un ambiente multisensoriale all’interno di uno studio professionale significa utilizzare supporti e strumenti per dar vita ad un contesto calmante e stimolante, che fornisca al paziente stimoli di diverso tipo, utilizzando suoni, colori, profumi, ecc.
L’approccio-snoezelen oggi non è considerato una terapia, ma sono stati dimostrati effetti terapeutici importanti nei pazienti con difficoltà psichiche.
Se creato nel modo giusto, un ambiente multisensoriale può aiutare a sviluppare la comunicazione, la concentrazione e le abilità sociali tramite una stimolazione sensoriale mirata, fondamentale per le persone che, a causa delle loro disabilità, non possono cercare tali stimoli da soli.
È essenziale, però, creare il setting adeguato. Vediamo in che modo.
Come creare un ambiente multisensoriale nel modo giusto
Per costruire una sala basata sul metodo-snoezelen in cui proporre un’esperienza ispirata all’approccio multisensoriale – che sia all’interno di un centro, un ambiente scolastico o addirittura la stanza di appartamento – bisogna disporre degli strumenti adeguati e della giusta preparazione.
È necessario, infatti, raccogliere informazioni riguardo al soggetto, alle sue esigenze e problematiche, anche collaborando con familiari e caregiver, per poter preparare un ambiente adatto a rispondere a tali necessità.
Una delle caratteristiche dei setting multisensoriali è proprio la personalizzazione, per andare incontro alle esigenze della persona che entra nella stanza.
Non solo: il professionista deve saper osservare le reazioni del paziente durante la seduta e adattare il setting in base alle risposte ricevute.
Il setting multisensoriale non è quindi un ambiente statico e predefinito, ma va costruito insieme al paziente per favorire la relazione, il benessere e la possibilità di condivisione.
Ogni dettaglio all’interno della stanza deve essere curato e pensato da professionisti competenti, in modo che ogni oggetto, colore, suono o strumento sia collocato all’interno del setting con un obiettivo specifico.
Ma quali sono le opportunità legate a questo tipo di approccio per affrontare le terapie? Vediamone alcune.
Autismo
Le stanze multisensoriali per l’autismo devono essere realizzate in base alle specifiche esigenze della persona e adattate ad esse di volta in volta. È fondamentale scegliere supporti che favoriscano una sensazione di benessere e una miglior percezione di sé e delle proprie abilità. Le schiume sensoriali, ad esempio, sono spesso utilizzate per stimolare il tatto attraverso texture diverse.
Anche le amache sono un sussidio importante per migliorare la percezione e consapevolezza del corpo, così come l’utilizzo di peluche e bambole empatiche.
Spesso si adoperano anche fibre ottiche, piani o cubi luminosi e tubi sensoriali per favorire la stimolazione, sempre tenendo conto del tipo di reazione che si vuole generare. I colori freddi, infatti, favoriscono calma e rilassatezza. Quelli caldi, al contrario, sono utilizzati per l’attivazione.
Demenze
L’approccio-snoezelen è spesso utilizzato per supportare i malati di Alzheimer e di diverse tipologie di demenza, tra cui il wandering, la tendenza al vagare in modo costante.
La stimolazione sensoriale si è dimostrata efficace nel calmare i comportamenti tipici della demenza e nel migliorare l’umore, aumentando la fiducia del paziente nelle persone più vicine.
Nel trattamento delle persone anziane, creare un setting che riproponga oggetti, situazioni e contesti familiari aiuta a far emergere ricordi piacevoli e positivi, portando benefici importanti per il decadimento cognitivo.
Anche spray e oli essenziali possono aiutare l’anziano a recuperare dalla memoria ricordi piacevoli, che aumentano il benessere, il rilassamento e la percezione di sé.
Un altro esempio è l’utilizzo delle amache in casi di wandering. Questo semplice strumento permette di lavorare sull’equilibrio vestibolare e generare una sensazione di calma e rilassatezza, grazie al dondolio.
Per quanto riguarda gli individui ipovedenti, invece, spesso si utilizzano tavole luminose e lavagne di sabbia, che possono essere utili per migliorare la manualità, senza dimenticare l’aspetto del divertimento e del coinvolgimento emotivo.
Nel caso di malati affetti da Alzheimer, è possibile fornire ulteriori stimoli presentando materiali con texture diverse e analizzando la reazione che generano.
Difficoltà di apprendimento
I pazienti con difficoltà di apprendimento spesso hanno esigenze molto diverse, che influiscono sulla cognizione e/o sul funzionamento fisico.
Utilizzare un approccio multisensoriale può essere molto utile per svolgere diversi interventi, che possono essere terapeutici, educativi o incentrati sul calmare, lenire o utilizzare strumenti sensoriali.
Situazioni traumatiche
Nel trattamento delle situazioni traumatiche, che possono avere un enorme impatto su pensieri, emozioni e comportamenti, le sale multisensoriali consentono di creare ambienti immersivi in cui i pazienti si sentono sicuri e tranquilli e mai minacciati.
Ricreare il setting adatto al singolo individuo è fondamentale per alleviare ansie e tensioni, lavorare su paure e timore e dare spazio a sentimenti positivi e costruttivi.
Il metodo-snoezelen non è una terapia e non è un progetto educativo con obiettivi specifici da raggiungere dove è richiesta una prestazione da parte del paziente. È importante ricordare che il fine deve essere la creazione di un’esperienza di benessere, che predisponga il paziente ad affrontare meglio le sfide quotidiane.
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