Ogni esperienza che viviamo è multisensoriale.
Per alcune persone però risulta difficile cercare stimoli in autonomia: per questo l’approccio Snoezelen può essere strategico per aiutarle.
Nell’articolo vediamo come implementarlo nel trattamento delle persone anziane.
Continua a leggere per saperne di più.
Approccio Snoezelen: di cosa si tratta?
L’approccio Snoezelen è un metodo innovativo basato su attività ed esperienze volte a stimolare i sensi.
È adatto a tutte le età ed essendo altamente personalizzabile permette di incontrare appieno le esigenze e le necessità del singolo paziente.
Questo approccio oggi non è ancora considerato una terapia, ma può avere effetti terapeutici che vanno a mettere alla prova i sensi della vista, dell’olfatto, del suono e del tatto.
Lo Snoezelen viene in genere praticato all’interno di stanze dedicate, dette proprio stanze Snoezelen, in Italia però ancora poco diffuse.
Nonostante questo, i professionisti che ritengono opportuno trattare i propri pazienti con questo approccio, sono soliti personalizzare gli spazi a loro disposizione con gli elementi necessari per la costruzione di una stanza Snoezelen efficace.
È importante sottolineare però che non è possibile creare un vademecum universale nel quale indicare pratiche più efficaci di altre: questo perché ogni stanza Snoezelen viene costruita su misura per il paziente che la abiterà, in base alle proprie esigenze e problematiche specifiche, oltre che ad essere aggiornata di seduta in seduta in base alle risposte ottenute dalla sessione precedente.
Certo è che possiamo indicare delle caratteristiche generali che una stanza Snoezelen dovrebbe avere per essere un ambiente calmante, accogliente e stimolante:
- atmosfera confortevole
- suoni rilassanti
- presenza di aromi ed esperienze tattili
- vibrazioni
L’approccio Snoezelen può essere utilizzato sia con i bambini che con le persone più anziane.
Vediamo più nello specifico il caso di queste ultime.
Approccio Snoezelen per anziani
L’approccio Snoezelen viene spesso utilizzato nelle RSA per trattare l’Alzheimer e diverse tipologie di demenza.
Queste malattie sono solite causare nel paziente problemi cognitivi, di umore o comportamentali, che lasciano spazio a isolamento, rabbia, noia e infelicità se la persona che ne soffre non viene stimolata in modo corretto.
Le sessioni sensoriali sono, in questo senso, molto utili per calmare i comportamenti tipici provocati da queste malattie, oltre che a migliorare l’umore.
Il loro beneficio primario infatti è quello di ridurre la tensione, creando una condizione che permetta all’anziano di sviluppare maggiore fiducia nei confronti delle persone che gli stanno vicino, migliorando anche la comunicazione prima e dopo la sessione.
Per raggiungere questi obiettivi, è importante creare un setting che riproponga oggetti e situazioni di interesse per l’anziano, in modo da suscitare sensazioni che riportino alla luce ricordi piacevoli e positivi, generando benefici importanti per il decadimento cognitivo.
Riuscire a creare una situazione su misura per la persona permette anche di alleviare ansie e tensioni, lavorare su paure e timori e dare spazio a sentimenti positivi e costruttivi.
Di grande supporto all’approccio Snoezelen sono gli ausili di cui si può dotare il terapista per metterlo a disposizione del paziente all’interno della stanza.
Per trattare casi di wandering, un fenomeno molto comune negli anziani affetti da demenza che consiste in una tendenza al vagare in modo costante, si sono rivelate molto efficaci le amache.
Questo semplice strumento, inserito in una stanza, ha avuto la capacità di lavorare sull’equilibrio vestibolare e generare una sensazione di calma e rilassatezza, grazie al movimento del dondolio.
Nel caso di individui ipovedenti invece, le tavole luminose aiutano a essere percepite dall’anziano dal momento che generano molto contrasto tra la fonte luminosa sotto la tavola e la figura in evidenza sopra.
Questi ausili possono anche essere integrati allo strumento della sabbia, abbinando l’effetto della funzione luminosa ad un’attività che stimola la manualità, senza dimenticare l’aspetto del divertimento.
Nel caso di malati affetti da Alzheimer, è possibile fornire ulteriori stimoli presentando materiali con texture diverse e analizzando la reazione che generano.
Lo Snoezelen non è una terapia e non è un progetto educativo con obiettivi specifici da raggiungere dove è richiesta una prestazione da parte della persona accompagnata: il fine deve essere la creazione di un’esperienza di benessere, che predisponga il paziente ad affrontare meglio le sfide quotidiane.
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