Il termine narrazione fa riferimento al racconto di eventi passati, realmente accaduti o immaginari, che implica abilità linguistiche, cognitive e sociali e la cui competenza determina un impatto significativo nel contesto domestico, sociale e scolastico (Petersen et al., 2014). Le storie promuovono l’apprendimento e lo sviluppo della creatività e possono essere utilizzate dagli insegnanti per valutare la conoscenza degli allievi; le abilità narrative e linguistiche inoltre sono altamente correlate con il successo scolastico (Petersen et al., 2010).
Per i bambini autistici o con difficoltà del linguaggio, l’aspetto della narrazione può risultare più complicato che per altri.
Approfondiamo l’argomento nell’articolo di oggi.
Storie sociali autismo: il rapporto con la narrazione
L’abilità narrativa richiede la competenza da parte del narratore di raccontare eventi passati, tra i quali intercorrono relazioni causali, in modo tale che un ascoltatore sia in grado di comprenderne la storia. Il racconto o la ripetizione di una storia, realmente accaduta o immaginaria, tende a seguire uno schema prevedibile che include un evento iniziale, uno svolgimento in cui generalmente uno o più soggetti tentano di risolvere un problema, e una conseguenza (Spencer & Petersen, 2020; Petersen et al., 2014).
Tale abilità riveste una grande importanza sociale: i bambini che possiedono delle buone competenze di storytelling hanno maggior probabilità di ricevere approvazione da parte di genitori, insegnanti e coetanei; inoltre, esistono delle relazioni tra le prime abilità narrative e la futura comprensione scritta.
I bambini con autismo presentano spesso difficoltà nel comunicare i propri bisogni o desideri, nello sviluppare relazioni tra pari, e nello svolgimento di attività che includono l’attenzione congiunta e abilità conversazionali e di gioco.
La mancanza di adeguate abilità comunicative include anche difficoltà a iniziare e mantenere una conversazione e un linguaggio stereotipato, entrambi elementi che possono essere notati anche nella struttura e contenuto delle narrazioni.
Diverse ricerche (Norbury e Bishop, 2003; Tager-Flusberg e Sullivan, 1995; Diehl et al.,2006) hanno studiato le narrazioni prodotte da bambini con autismo, confrontandole con quelle di bambini con disturbi del linguaggio e con sviluppo tipico.
I risultati hanno evidenziato che le narrazioni dei primi erano significativamente più brevi, presentavano riferimenti poco chiari e una carenza di elementi causali.
I genitori di bambini con disabilità riportano spesso il desiderio che il proprio figlio racconti la sua giornata e quello che è successo a scuola, e che sia in grado di fornire informazioni in merito alle proprie emozioni e stati interni (Spencer & Petersen, 2020; Pituch et al., 2011).
Come possiamo promuovere l’abilità di raccontare eventi?
Lo storytelling rappresenta dunque un’abilità fondamentale dal punto di vista sociale perché permette la generalizzazione di ciò che viene appreso in un contesto strutturato (come ad esempio nel contesto di terapia) all’interno di un contesto più naturale (scuola e casa).
In questo senso, nell’ambiente naturale, grazie all’attenzione e approvazione sociale da parte degli adulti e dei pari, il bambino riceve maggiori gratificazioni dal raccontare le storie e ciò promuove al contempo abilità linguistiche e socioemotive via via più complesse (Spencer e Petersen, 2020).
Diversi studi descrivono gli interventi volti a promuovere le abilità narrative attraverso storie sociali autismo.
Un esempio di procedura utile per aiutare bambini e ragazzi nella narrazione di eventi personali, storie ascoltate o lette, oppure scene viste in un video, include l’utilizzo di un supporto visivo che guida il bambino a costruire la sequenza logica e temporale del racconto.
Per favorire una maggior generalizzazione, possiamo servirci di materiali diversi: foto di attività o eventi vissuti in prima persona dal bambino, brevi video in cui siano chiaramente identificabili gli elementi essenziali per la narrazione (evento iniziale, soggetto che svolge un’azione, conseguenza), libri, flashcards, giochi inventa storie, o strumenti di supporto che facilitano la costruzione del racconto.
Ricordiamo che è importante personalizzare le procedure in base agli obiettivi che vogliamo raggiungere in quel momento e adeguarle alle abilità del singolo bambino.
Storie sociali autismo: suggerimenti pratici
- Leggiamo una storia al bambino, oppure mostriamo un video o una foto che rappresenta un momento significativo vissuto direttamente (es. una giornata al mare con i nonni).
- Chiediamo al bambino: “Raccontami che cosa hai fatto” oppure “Raccontami che cosa è successo…”.
- Ascoltiamo la risposta del bambino. La narrazione dovrebbe inizialmente consistere di risposte collegate tra loro da avverbi e congiunzioni (e, inoltre, poi).
- Fornire gli aiuti necessari (ad esempio suggerire al bambino ciò che potrebbe dire, mostrare sequenze visive della storia, mostrare una tabella con alcune domande che possono guidare il bambino nella costruzione logico-temporale del racconto come nell’esempio, ecc).
- Progressivamente, ridurre l’aiuto (ad esempio, dopo aver suggerito al bambino cosa dire o aver mostrato le immagini o la tabella con le domande guida, chiediamo di raccontare nuovamente la storia).
- Lodare il bambino quando racconta la storia in modo corretto, inizialmente, anche quando lo fa con il nostro aiuto.
Esempio di tabella con domande guida
Sotto ogni domanda possiamo scrivere cosa il bambino dovrebbe o potrebbe dire o mettere un’immagine rappresentativa.
Se il bambino non ha ancora imparato a leggere, possiamo usare dei simboli che rappresentano le domande.
Per approfondire:
Moderato P., Copelli C., Scagnelli M. (2018). Capire come potenziare le abilità linguistiche e comunicative. Firenze: GiuntiEdu.
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Rubrica a cura di Elisa De Bartolo, Psicologa, BCBA, AdC SIACSA-ABAIT
Consulente Clinico Centro ABAxTorino IESCUM
Autore: Giovanna Pignatelli
Psicologa, Tecnico in Analisi del comportamento Centro Clinico ABAxParma
ABAxItalia è il network di centri clinici di analisi comportamentale applicata per l’autismo di IESCUM, Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano.
Materiali utili
- Flash card per pannello interattivo
- Metti in sequenza
- Registra, schiaccia e ascolta
- Album parlante
- Memo delle azioni
- Raccontami una storia
- Le carte delle emozioni
- Foto delle parti del discorso: nomi, verbi e aggettivi
- Dadi delle storie
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