Abilità comunicative
La capacità di comunicare i propri bisogni, pensieri, emozioni rappresenta un’abilità di fondamentale importanza nelle interazioni quotidiane di un bambino. Apprendere tale competenza permette al bambino di entrare in relazione con l’altra persona, di condividere i propri bisogni e le proprie idee con un ascoltatore che è in grado di comprenderle e fornire le opportune conseguenze.
Quando si parla di abilità comunicative si fa riferimento a competenze molto varie. Tra queste: la capacità di chiedere oggetti desiderati alle altre persone, di condividere i propri pensieri e i propri sentimenti, di impegnarsi in conversazioni, di raccontare eventi vissuti, di rispondere a domande o richieste poste da altre persone, di denominare oggetti, etc.
Tra tutte queste competenze assume un ruolo di cruciale importanza la capacità di fare richieste alle altre persone per ottenere oggetti e attività desiderate. Sapere chiedere ciò che si desidera permette al bambino di fare comprendere all’adulto e ai coetanei i suoi bisogni e di trovare soddisfacimento a questi. È un’abilità che si sviluppa, solitamente, precocemente nei bambini a sviluppo neurotipico. Essa viene appresa all’interno delle normali interazioni di vita quotidiana, durante momenti di gioco motivanti (Moderato, 2020).
Abilità comunicative e autismo
Le difficoltà nella comunicazione e nell’interazione sociale rappresentano una caratteristica chiave nei Disturbi dello Spettro dell’Autismo.
I bambini con diagnosi di autismo faticano, spesso, a comunicare alle altre persone ciò che desiderano, a chiedere giochi o attività. Tale difficoltà può ripercuotersi negativamente sul comportamento facilitando la comparsa di comportamenti problematici: se il bambino non riesce a comunicare con la voce, in modo appropriato che in quel momento è stanco, vuole fare un gioco, vuole avere l’attenzione della mamma, non vuole fare un compito, tenderà a mettere in atto altri comportamenti per ottenere ciò che desidera e, spesso, tali comportamenti non sono funzionali (per esempio, pianto, urla, strappare di mano il gioco…). Inoltre, per i bambini con autismo, è spesso difficile apprendere tale competenze nel corso delle normali interazioni di vita quotidiana e hanno bisogno di un numero maggiore di occasioni per esercitarsi ed apprendere tale competenza.
Per tale ragione è importante, fin dai primi giorni di terapia, inserire tra gli obiettivi educativi l’insegnamento dell’abilità di fare richieste alle altre persone e ai coetanei (Moderato, 2020).
Presenteremo di seguito una procedura che possiamo applicare per insegnare le richieste vocali.
Come insegnarle?
Le ricerche dimostrano l’efficacia di procedure basate sui principi dell’Analisi Comportamentale Applicata nel promuovere l’apprendimento della capacità di formulare richieste ad altre persone.
Una componente chiave di questi programmi di insegnamento è la creazione di situazioni motivanti, di gioco, all’interno delle quali suggerire al bambino la risposta corretta. Per creare la motivazione è importante innanzitutto, scoprire che cosa piace al bambino. A tale scopo possiamo proporre diversi giochi appartenenti a categorie sensoriali diverse: visivi (girandole, trottole, piste delle biglie..), uditivi (strumenti musicali, giochi sonori..), tattili (plastilina, Didò, sabbia magica…) e motori (tappeto elastico, palla su cui saltare…).
Quando presentiamo il gioco limitiamoci a mostrare come si gioca, commentando le diverse azioni (per esempio cucino la pizza…).
Osserviamo il comportamento del bambino e notiamo verso che cosa mostra interesse: che cosa guarda? Verso che cosa si avvicina? Che cosa cerca di afferrare?
Una volta identificati i giochi graditi possiamo applicare alcune procedure che ci permettono di creare motivazione:
- Organizzare l’ambiente: è bene disporre i giochi graditi in vista ma non a portata in modo tale che il bambino possa vedere i suoi giochi preferiti ma debba chiederli all’adulto per poterci giocare.
- Variare gli esemplari di gioco proposti: per esempio se osserviamo che al bambino piacciono le macchinine procuriamoci diverse macchinine e diverse attività di gioco, dalla pista con le macchine, ai puzzle con le macchine, alle macchine da costruire, alle formine del Didò a forma di macchina…
- Variare la modalità di gioco: per esempio se al bambino piacciono le macchine a volte possiamo giocarci facendole scivolare dalla pista, a volte facendo la gara, a volte portandole all’autolavaggio.
- Consegnare solo una piccola porzione del gioco: per esempio se al bambino piace giocare con la pista del trenino consegniamo solo alcuni pezzi della pista e aspettiamo che ci chieda quelli mancanti, oppure se al bambino piace giocare con la cucina consegniamo solo alcuni cibi e pentolini, ma non tutti i pezzi dello scenario di gioco, in modo li debba richiedere.
- Trattenere il materiale di gioco: per esempio facciamo scivolare le biglie dalla pista e quando notiamo che il bambino mostra interesse tratteniamo qualche secondo la biglia in modo la debba chiedere.
- Iniziare un’attività e interrompersi: iniziamo un’attività, per esempio facciamo saltare il bambino sul tappeto e quando notiamo che gli piace interrompiamo l’attività in modo tale possa chiedere di proseguire.
Questi accorgimenti potrebbero essere sufficienti per favorire la formulazione di richieste da parte del bambino.
Se il bambino mostra interesse, ma non formula la richiesta suggeriamo esattamente ciò che dovrebbe dire, per esempio “palla”, il bambino ripete “palla” e ottiene la palla. Ripresentiamo la stessa prova per circa 3 volte consecutive, dopodiché aspettiamo qualche secondo e il bambino dovrebbe formulare la richiesta in modo indipendente, senza il nostro aiuto. Se lo fa consegniamo una quantità maggiore del gioco o dell’attività richiesta e lodiamo il bambino.
Dopo qualche minuto cambiamo l’attività e proponiamo un altro scenario di gioco, in modo da tenere sempre alta la sua motivazione.
Per concludere, il gioco rappresenta, quindi, un contesto privilegiato all’interno del quale esercitare l’abilità di richiedere oggetti e attività desiderate. È importante creare scenari di gioco motivanti per facilitare la formulazione delle richieste. Nel pianificare le occasioni di insegnamento è bene programmare da subito più variazioni della stessa attività di gioco (per esempio se l’attività di gioco è la palla: proporre le palline che rimbalzano, le palline di diverse consistenze tattili, la pista con le palline che scivolano, la palla su cui saltare…) e prevedere la possibilità di fare più richieste all’interno della stessa attività; (per esempio se proponiamo attività creative possiamo fare chiedere al bambino i pennelli, le tempere, i diversi colori…). Se il bambino formula la richiesta spontaneamente si consegna subito ciò che ha chiesto, se non lo fa è importante fornire l’aiuto suggerendo esattamente ciò che deve dire. Oltre a progettare situazioni di insegnamento è bene sfruttare le normali interazioni quotidiane come occasione di apprendimento, prestando sempre attenzione alla motivazione del bambino (Moderato, Copelli & Scagnelli, 2018).
Le nostre proposte
Ti suggeriamo alcuni articoli… molto amati dai bambini!
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Bipalla sensoriale: Grande palla con forma allungata che ricorda la sagoma delle noccioline americane. Ideale per ore di gioco e divertimento. Può essere usata anche per attività di riabilitazione e per stimolazioni sensoriali anche in soggetti ipovedenti. Guida didattica inclusa.
Fattoria pop up: Fattoria pop up è il gioco interattivo che insegna a riconoscere gli animali e i loro nomi. Ricca di attività, basta aprire finestre e stalla per fare uscire la mucca, la pecora il cane e il gallo. Permette di ampliare il bagaglio lessicale dei più piccoli in modo divertente.
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Per approfondire
Moderato, P. (2020). Mio figlio non parla è autismo? Firenze: GiuntiEdu.
Moderato, P., Copelli, C., & Scagnelli, M. (2018). Capire come potenziare le abilità linguistiche e comunicative. Firenze: Giunti Edu.
Photo by cottonbro from Pexels
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Rubrica a cura di Elisa De Bartolo, Psicologa, BCBA, AdC SIACSA
Consulente Clinico Centro ABAxTorino IESCUM
Autore: Melissa Scagnelli
Psicologa, Psicoterapeuta, PhD, BCBA, AdC SIACSA
Case manager Centro ABAxParma IESCUM
ABAxItalia è il network di centri clinici di analisi comportamentale applicata per l’autismo di IESCUM, Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano.
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