Stimming e autismo sono concetti strettamente legati con cui i terapisti specializzati si confrontano quotidianamente: al contrario del termine “stereotipie”, che ha un’accezione negativa, lo stimming nasce da una necessità di comunicare declinata in modalità diverse, che possono essere avvalorate tramite l’uso di supporti materiali scelti sulla base delle caratteristiche del paziente.
Questo articolo non si configura come “guida” ma mira a presentare alcuni degli approcci percorribili dai terapisti impegnati nei casi in oggetto.
Significato di stimming
Lo stimming, abbreviazione di “self-stimulatory behavior” (comportamento auto-stimolante), rappresenta una componente significativa dell’esperienza dell’autismo. Questo termine denota una serie di comportamenti ripetitivi o ritualizzati che possono coinvolgere movimenti fisici, vocalizzazioni o l’interazione con oggetti specifici. Nell’autismo, lo stimming è spesso utilizzato come meccanismo di autoregolamentazione, servendo a gestire sensazioni sensoriali intense o a ridurre l’ansia.
Per molte persone neurodivergenti, lo stimming svolge quindi un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio emotivo e la stabilità in situazioni stimolanti. Può fungere da risposta naturale alle sfide sensoriali, contribuendo a creare un ambiente più gestibile: non solo rappresenta una forma di autoregolazione, ma anche un mezzo di espressione e comunicazione non verbale.
Lo stimming si accentua in contesti in cui la persona si sente particolarmente a suo agio o troppo a disagio. Con leggere differenze lo stimming tende a comunicare: gioia, stanchezza, disagio, sovraccarico emotivo.
In questo scenario, l’impiego di materiali e oggetti possono acquisire un valore centrale nel percorso di cura stabilito dal terapista.
Leggi anche “STIMMING AUTISMO: L’IMPORTANZA DELL’AUTO-STIMOLAZIONE”
Stimming per autismo: esempi e materiali
I terapisti che si relazionano allo stimming si confrontano con la necessità di fornire una gamma di opzioni in modo che il paziente possa scegliere ciò che meglio soddisfa le sue esigenze in un determinato momento. Di seguito alcuni esempi.
Stimming tattile
I supporti tattili per lo stimming sono tra i più diffusi: assolvendo alla propria funzione in modo discreto, permettono una stimolazione che non compromette le capacità sociali del paziente. Tessuti, palline sensoriali e oggetti tattili offrono un’uscita per la stimolazione sensoriale, consentendo movimenti ripetitivi e configurandosi come canale sicuro ed efficace per l’espressione delle esigenze sensoriali.
Stimming visivo
Anche l’uso di supporti visivi contribuisce a creare attorno alla persona un ambiente inclusivo e rispettoso, sia questo in contesto scolastico o sul posto di lavoro.
La stimolazione visiva può sfruttare immagini, sequenze o oggetti colorati di piccole dimensioni come foulard, fili colorati, costruzioni o clessidre.
Stimming uditivo
In molti casi, lo stimming uditivo si declina in strilli acuti o nella ripetizione di frasi o parole: comportamenti socialmente poco accettabili, che possono complicare la vita quotidiana della persona. Molti terapisti cercano quindi di introdurre progressivamente l’uso di supporti come interruttori, pulsanti o altri oggetti in grado di produrre un suono più discreto.
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Materiali a supporto dell’autoregolamentazione
Quando supportato dai materiali adeguati, lo stimming emerge come una potente strategia di autoregolamentazione, consentendo ai terapisti di aiutare i pazienti a gestire le sfide sensoriali e superare comportamenti stereotipati.
Questo processo vale soprattutto per i pazienti più piccoli. Lo stimming può contribuire in modo significativo all’apprendimento: favorisce la concentrazione, riducendo distrazioni e migliorando la partecipazione attiva. Con questo approccio, lo stimming può diventare un ruolo cruciale nella promozione del benessere psicofisico delle persone affette da disturbi dello spettro autistico.
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