Per musicoterapia si intende quella modalità di intervento educativo che attraverso l’uso degli strumenti, della musica e dei suoi elementi fondamentali come il ritmo, la melodia o le pause tende a migliorare il benessere e lo sviluppo generale della persona. Gli obiettivi sono molteplici poiché l’utente o il gruppo di utenti al quale viene proposto viene coinvolto in un processo volto a favorire la sfera cognitiva, comunicativa, emotiva e relazionale.
Sottolineiamo che tutte le attività devono essere tarate su chi abbiamo di fronte, seguendo le sue capacità cognitive e comunicative, i punti di forza e quelli di debolezza. Infatti, ogni attività che verrà descritta nei paragrafi successivi è possibile proporla modificandola in base alle proprie esigenze.
Sarebbe opportuno che il percorso con un musicoterapeuta si integrasse con il lavoro fatto da altri terapisti o educatori se ci sono, condividendo obiettivi e metodologie di intervento. A volte non è sempre possibile inserire i bambini/ragazzi in percorsi di questo tipo, però è possibile utilizzare questi spunti per proporre attività che sfruttano la musica come gancio per aumentare l’attenzione, le abilità comunicative e la motivazione durante l’intervento logopedico.
Quali sono i benefici della musicoterapia
Come già descritto, gli obiettivi possono essere vari e questo dipende dal tipo di proposta tarata sui bisogni specifici dei bambini/ragazzi coinvolti. Gli incontri devono essere tenuti da un musicoterapeuta certificato e possono essere rivolti a un singolo o a un gruppo di persone con caratteristiche comuni per età, patologie o attitudini particolari.
I benefici che porta un percorso del genere comprendono diverse aree dello sviluppo della persona. Vediamoli insieme nello specifico.
1. Area cognitiva
All’interno dell’area cognitiva possiamo trovare diverse abilità che sono alla base poi dell’apprendimento vero e proprio. Alcuni bambini che presentano disabilità intellettiva o ritardo dello sviluppo possono presentare delle fragilità in questa sfera con difficoltà attentive, di inibizione o di memoria. I benefici si possono osservare già dai primi incontri:
- Aumento dei tempi attentivi;
- Passaggio da proposte più destrutturate ad attività da fare a tavolino in modo più organizzato;
- Migliore comprensione dei compiti e delle richieste da eseguire con aumento graduale delle difficoltà e delle varianti più complesse delle diverse attività;
- Riuscire a passare da un’attività all’altra spostando l’attenzione del bambino da un obiettivo all’altro;
- Ricaduta positiva generale su tutti gli altri aspetti dello sviluppo come la comunicazione, le competenze linguistiche e le abilità relazionali nel contesto di gruppo.
2. Attenzione e inibizione
Le capacità attentive ci permettono di mantenere il focus su una determinata azione da eseguire. L’inibizione è invece quella competenza cognitiva che ci permette di inibire un determinato stimolo A e concentrarci sullo stimolo B.
Attività proposte:
- Propongo una musica e quando si interrompe il bambino deve eseguire una determinata azione (ad esempio fare un salto o suonare il suo strumento);
- Con il tamburo propongo diversi ritmi e il bambino deve eseguire per ciascun ritmo un determinato movimento (se batto lentamente dovrà camminare, se batto velocemente dovrà correre, se batto con colpi forti dovrà saltare sul posto…);
- Predispongo sul tavolo o sul pavimento una serie di strumenti musicali, il bambino é girato di spalle mentre il terapista ne suona uno solo. Dopo averlo rimesso al suo posto chiede al bambino di girarsi e di individuare lo strumento musicale appena utilizzato;
- Con il tamburo o qualche altro strumento a percussione propongo alcuni battiti e il bambino deve contare quante volte viene prodotto il battito.
3. Memoria
Ci permette di trattenere, rievocare e manipolare le diverse informazioni che riceviamo dall’ambiente circostante. Esistono diversi tipi di memoria che utilizziamo a seconda dell’obiettivo da raggiungere.
Attività proposte:
- Propongo una sequenza sonora con note, battiti e pause (anche una sola nota che si ripete con durate diverse) e il bambino deve ripeterla.
- Associo a un determinato suono, un movimento (ad esempio al tamburo il salto, alla campanella un battito di mani, al fischietto una pausa seduti…). Chiedo poi al bambino di ascoltare la sequenza che farò con gli strumenti musicali e poi di ripeterla da solo con i movimenti.
4. Area relazionale
Quest’area specifica va a indicare tutto ciò che riguarda le relazioni, le interazioni con l’altro e le dinamiche all’interno di un gruppo. Lavorare su questi aspetti risulta fondamentale a volte, ancora più dell’apprendimento scolastico vero e proprio. Per una resa migliore sarebbe opportuno creare un piccolo gruppo di bambini/ragazzi dove proporre le diverse attività. Anche in questo caso i risvolti positivi sono molteplici:
- Incentivare l’imitazione e l’osservazione di ciò che fanno gli altri;
- Generalizzare le competenze di quanto appreso nelle attività svolte da solo in base al compito da affrontare e le dinamiche con gli altri bambini nel contesto di gruppo. Ad esempio, se il bambino ha imparato ad aspettare il suo turno nelle attività con il terapeuta, nel gruppo dovrà allungare ancora di più il tempo di attesa perché saranno di più i componenti e maggiore sarà il tempo trascorso tra un turno e l’altro;
- Supportare la capacità di collaborare e interagire con l’altro per raggiungere un obiettivo comune (come, ad esempio, creare una melodia insieme).
Attività proposte:
- Ciascun bambino riceve uno strumento musicale e si siede in cerchio in modo che tutti si possano vedere fra loro. Il terapista ha delle foto degli strumenti utilizzati e ne mostra una per volta, cambiando carta ogni 5/10 secondi. Quando viene scoperta la carta, il bambino che ha lo strumento corrispondente si alza in piedi e suona. Appena viene girata la carta successiva, smette di suonare e si rimette a sedere;
- Viene proposta una lettura di un libro con alcuni personaggi. Per ciascun personaggio viene associato uno strumento musicale suonato da un bambino. Mentre il terapeuta racconta la storia, i bambini osservano e intervengono suonando il proprio strumento a seconda del ruolo che gli è stato assegnato;
- Al centro del cerchio viene posto un cesto con tanti strumenti diversi e viene chiesto ai bambini di sceglierne uno e rappresentare con la musica un’azione, un animale, un evento o un personaggio. Ad esempio, chiedo di rappresentare un temporale oppure un coniglio che corre. Questa attività può essere svolta raccontando magari una storia a voce.
5. Area comunicativa
All’interno di questa macroarea possiamo individuare tutto ciò che riguarda la comunicazione. Spesso l’intervento del musicoterapeuta si va a integrare con altre figure sociosanitarie e il suo compito è quello di creare attività stimolanti dove il bambino possa generalizzare quanto appreso con i singoli terapisti. In questo caso il terapista che si occupa di comunicazione è nello specifico il logopedista il cui lavoro verrà poi ripreso durante gli incontri di musicoterapia (in gruppo o individuale). I benefici di questo lavoro integrato saranno diversi:
- Verbalizzazione di fonemi, sillabe o parole con l’aiuto della musica. Invece di usare gli strumenti musicali posso ad esempio chiedere al bambino di ripetere le sequenze con la voce usando un fonema in particolare o le sillabe;
- Generalizzazione di parole target come “via”, “ancora”, “basta” …che il bambino deve usare in modo funzionale durante le attività proposte. “Via” quando stiamo per iniziare a suonare, “ancora” se un’attività è di suo gradimento e la vuole continuare;
- Uso di strumenti musicali specifici per lavorare su determinati fonemi. Ad esempio, se sto lavorando per supportare l’emergere di un suono esplosivo come /p/ proporrò l’uso di tamburi e strumenti che richiamano quel tratto distintivo di suono improvviso, forte ed esplosivo;
- Supportare lo scambio comunicativo con l’altro.
Attività proposte:
- Uso e condivisione di strumenti musicali che richiamino i tratti distintivi dei suoni che stiamo elicitando (percussioni se i musoni sono esplosivi, fischietti se i suoni sono continui…);
- Proposta di ritmi da ascoltare e riprodurre con la voce usando fonemi o sillabe;
- Stabilire delle parole target da usare in determinati momenti (via, ancora, prendo, suono, dammi…).
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