Tutta l’educazione della prima infanzia deve essere informata a questo principio: aiutare il naturale sviluppo del bambino.
Ecco il metodo Montessori e i suoi 10 principi fondamentali per la sua applicazione.
Metodo Montessori: cos’è e come funziona
Il metodo educativo Montessori nasce dagli studi e dalle osservazioni di Maria Montessori, educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata nata nel 1870.
La prima donna italiana a diventare medico, dedicò tutta la sua vita all’infanzia e allo sviluppo naturale del bambino.
Il naturale sviluppo del bambino comporta anche fasi di apprendimento diverse da soggetto a soggetto, impossibili da uniformare esclusivamente in base all’età. Dunque i piani di studio e di apprendimento elaborati con il metodo Montessori, seguono le reali possibilità del bambino con una spinta verso l’autonomia attraverso l’uso di giochi e prodotti Montessori, realizzati al fine di apprendere attraverso l’esperienza.
10 principi per educare i bambini
Il metodo si basa su 10 principi fondamentali, tratti dal libro “Educare alla libertà” di Maria Montessori, eccoli:
- Educare il bambino all’indipendenza
I bambini vanno accompagnati verso le proprie conquiste, come camminare, mangiare e vestirsi da soli, allacciarsi le scarpe. Non vanno semplicemente accuditi e serviti ma bisogna comprendere quando è il momento di lasciarli sperimentare l’autonomia.“La madre che imbocca il bambino senza compiere lo sforzo per insegnargli a tenere il cucchiaio, non lo sta educando.. Insegnare a mangiare, a lavarsi, è un lavoro ben più difficile che imboccarlo, lavarlo…”
- Non è mai troppo piccolo
Mai giudicare il bambino in base all’età. È sempre possibile affidare compiti semplici anche ai più piccoli, ad esempio chiedere ad un bambino di due anni di distribuire i tovaglioli quando si apparecchia è un’attività che può svolgere e che lo renderà soddisfatto di sé.
- Abituare alla precisione
Fare le cose per bene, spiegando ai piccoli i dettagli nel farle, li attrae e li educa molto più che generiche imposizioni. Spiegare nei minimi dettagli come vestirsi, come infilare correttamente un calzino mostrandone il verso giusto e i gesti da compiere, cattura l’attenzione del piccolo e lo aiuta anche nella gestione dei movimenti.
- Chi educa deve essere presente ma non intervenire quasi mai
Il bambino deve avvertire la presenza dell’educatore ma non come invadente. Deve sapere che c’è e che può contare su di lui, ma che non farà nulla al suo posto.
- Mai forzare
L’esperienza deve essere spontanea e deve avvenire naturalmente. Non ci devono essere forzature nel percorso educativo, se il piccolo vuole riposare nel corso di un’attività per poi riprendere, deve essere libero di farlo.
- Immersi nella natura
Educare i bambini al contatto con la natura, banalmente anche solo lasciandoli camminare da soli in montagna o in campagna evitando di prenderli spesso in braccio perché sono lenti. I loro piccoli passi sono tanti momenti di scoperta di cui vengono privati se sollevati in alto con andatura sostenuta.
- Curare piante e animali
Consentire ai più piccoli di innaffiare le piante, travasarle con noi, osservarne la crescita, migliora lo sviluppo del bambino. Come pure prendersi cura degli animali, basta anche un “potresti occuparti di dare l’acqua al gatto?” per attivare meccanismi di responsabilità e cura.
- Lavorare sui talenti
Concentrarsi su talenti e attitudini del bambino per svilupparli, senza mai concentrarsi sui difetti e le mancanze. Mai parlar male del bambino.
- Ambiente a misura di bambino
Ambiente scolastico e domestico dovrebbero essere a misura di bambino, con oggetti e arredi facilmente accessibili che non richiedano l’intervento di un adulto per fruirne. Si pensi al letto basso che consente al piccolo di salire e scendere quando vuole, senza sentirsi in gabbia o in pericolo per possibili cadute.
- Adulti guide dei bambini viaggiatori della vita
La vita è un viaggio e i bambini sono i viaggiatori che hanno le loro guide negli adulti che si occupano della loro educazione.
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