La disprassia verbale rientra nella categoria dei disordini del linguaggio che si può manifestare già in tenera età. Proprio per questo, molti logopedisti decidono di integrare nel trattamento l’utilizzo di supporti materiali.
In questo spazio non vogliamo fornire guide o consigli, ma analizzare alcune delle metodologie oggi usate da professionisti del settore.
Sfide comuni nel trattamento della disprassia verbale
La disprassia verbale è un disturbo del linguaggio che presenta sfide motorie specifiche derivanti da una difficoltà nell’organizzazione e nell’esecuzione dei movimenti necessari per parlare. Nei bambini con disprassia verbale, le sfide motorie che i logopedisti devono affrontare possono variare dalla difficoltà nell’articolazione chiara dei suoni a problemi nella coordinazione dei movimenti muscolari necessari a pronunciare le parole.
Il trattamento della disprassia verbale richiede quindi un approccio personalizzato che tenga conto delle specificità motorie di ciascun individuo. E in alcuni casi – in particolare nel trattamento dei bambini – l’adozione di elementi ludici può contribuire sensibilmente all’efficacia della terapia.
Il gioco come strumento terapeutico
Alcuni logopedisti trovano nei materiali ludici un utile strumento terapeutico: la natura intrinsecamente motivante di questi materiali può infatti offrire un terreno fertile per l’apprendimento, coinvolgendo i piccoli in attività che stimolano la produzione del linguaggio in modo non invasivo.
In questo scenario, il gioco diventa un veicolo per allenare e consolidare le abilità motorie coinvolte nella produzione delle parole, anche grazie alla creazione di un ambiente in cui i bambini si sentono incoraggiati a esplorare il linguaggio in modo spontaneo.
L’efficacia di questa strategia dipende da numerosi fattori: tra questi la scelta di supporti materiali adatti al trattamento in questione.
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Materiali ed esercizi per disprassia verbale
I logopedisti che fanno uso di materiali ludici per il trattamento della disprassia verbale possono scegliere in una varietà di supporti.
Di seguito alcuni esempi:
- Associazioni complementari: le immagini nelle tessere, facilmente riconoscibili, vengono accoppiate secondo criteri logici; il logopedista può poi chiedere al bambino di nominare il soggetto della tessera o la tipologia di associazione.
- Carte per l’educazione muscolare: carte contenenti indicazioni visuali per movimenti di labbra, lingua e mandibola, mirati a migliorare la coordinazione e a rinforzare la muscolatura.
- Cartoncini per il linguaggio: tessere bianche economiche e versatili su cui è possibile scrivere, colorare o applicare stickers.
La scelta dei supporti materiali è determinata dalle attività che il logopedista intende svolgere, e questa a loro volta vengono adattate alle esigenze individuali (es. abilità,tempi di apprendimento) e all’approccio che il terapista intende usare.
Trattamento della disprassia verbale nel contesto casalingo
Nei casi di disprassia verbale – come nella maggior parte delle problematiche relative al linguaggio – il coinvolgimento dei genitori nel gioco terapeutico si rivela un elemento fondamentale, estendendo l’efficacia della terapia oltre le sessioni cliniche.
Genitori attivamente coinvolti possono fungere da ponte tra la terapia e la vita quotidiana del bambino, consolidando le abilità apprese durante le sessioni terapeutiche e ricreando nel contesto casalingo le attività svolte dal logopedista.
L’ambiente familiare fornisce così un contesto naturale per la pratica delle nuove abilità linguistiche e motorie. I genitori, con il loro coinvolgimento attivo, possono incorporare il gioco terapeutico nelle attività quotidiane, rendendo il processo di apprendimento più integrato e significativo per il bambino.
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