“È paradossale che molti educatori e genitori differenzino ancora un tempo per l’apprendimento e un tempo per il gioco senza notare la connessione vitale tra essi.”
LEO BUSCAGLIA
Il gioco viene definito come qualsiasi attività a cui si dedicano bambini o adulti per svago, divertimento o per tenere in esercizio la mente. Spesso gli adulti non comprendono il senso del gioco o lo considerano come un’attività opzionale o prettamente con fini educativi.
Le ricerche ci dicono invece che il gioco è l’alimento essenziale per la crescita mentale sana di un bambino.
Tutti i bambini attraverso le attività ludiche imparano a sperimentare e sperimentarsi, a esplorare la realtà attraverso i cinque sensi. Il gioco non è solo un’attività che procura piacere, ma è funzionale alla loro evoluzione cognitiva, emotiva e sociale.
Nel contesto del gioco, i bambini possono imparare a mettersi nei panni di alcuni personaggi o pupazzi, esercitare role-playing, identificare ed esprimere sensazioni e emozioni, provare a dare un senso alle esperienze, stimolare la capacità di immaginare e visualizzare situazioni fantastiche.
Perché il gioco è un obiettivo prioritario?
Maria Montessori affermava “Il gioco è il lavoro del bambino”.
Giocare aiuta a sviluppare le pietre miliari quali il linguaggio, la comunicazione funzionale, le autonomie personali e sociali (Moderato, 2020).
Il gioco è un mezzo per aiutare il bambino ad ampliare e generare nuovi interessi e questo può portare come conseguenza l’acquisizione della capacità di scegliere tra diverse proposte.
Queste opportunità di apprendimento rendono possibile lo sviluppo di un ampio repertorio di abilità sempre più avanzate, fondamentali per una qualità di vita più ricca e più gioiosa.
Attraverso il gioco, il bambino comprende quali sono le azioni che si possono fare o meno con alcuni oggetti e materiali, che ci sono delle regole, che si può cimentare in attività fantasiose fantastiche, che può essere il creatore di composizioni, costruzioni…
Da queste affermazioni possiamo capire quanto sia vitale per tutti i bambini giocare, sia nei contesti educativi che nei contesti naturali; come sia fondamentale sensibilizzare genitori, insegnanti, educatori e caregivers perché possano sempre trovare il tempo per alimentare con il gioco le interazioni con i bambini.
Il gioco nella psicoterapia infantile
La natura poliedrica del gioco e il suo significato lo rendono uno strumento clinico di inestimabile valore. Nelle terapie cognitivo-comportamentali il gioco viene utilizzato come mezzo per rendere il bambino protagonista del suo percorso, per creare l’alleanza terapeutica, per promuovere l’autoapertura.
La finalità della play-therapy cognitivo comportamentale è quella di utilizzare metodologie e strategie validate scientificamente per dare la possibilità ai bambini di affrontare il disagio e le problematicità con modalità compatibili con le loro capacità espressive e cognitive.
I bambini con disturbi dello sviluppo o con fragilità mostrano difficoltà ad acquisire in modo spontaneo o per imitazione la capacità di giocare. La maggior parte di questi bambini ha una scarsa curiosità nell’esplorazione dei giochi, una carente capacità nel pianificare sequenze ludiche anche semplici e una percezione letterale della realtà, infatti spesso non riescono a giocare in modo simbolico.
Ampliare il loro repertorio di interessi e le abilità di gioco rappresenta dunque uno dei principali obiettivi in terapia, poiché attraverso il gioco è possibile insegnare a questi bambini a comunicare i propri sogni e desideri, esprimere le proprie emozioni in modo appropriato, ampliare il loro repertorio linguistico, potenziare le abilità di ascolto e imitazione, promuovere l’attenzione e la concentrazione, promuovere le interazioni sociali con i coetanei e con gli adulti, venire a contatto con regole e strategie.
Il primo passo, in un percorso di intervento, è la costruzione di una relazione positiva con il bambino. Essa assume un valore determinante e rappresenta uno dei maggiori indici di prevedibilità per un’evoluzione positiva del trattamento.
Per favorire lo sviluppo di una relazione positiva è importante e rilevante organizzare in modo sistematico i contesti ludici, prestando particolare attenzione all’organizzazione degli spazi, alla scelta dei giochi e dei materiali da proporre e alla modalità in cui proponiamo le attività.
Il contesto delle nostre interazioni ludiche con il bambino dovrebbe essere innanzitutto un contesto motivante e gratificante per l’apprendimento, in cui la relazione abbia la possibilità di esprimersi al massimo delle sue potenzialità. Pertanto è utile iniziare l’interazione partendo dagli interessi del bambino, assecondare la sua attitudine, osservare il gioco spontaneo o chiedere al bambino di scegliere ciò che desidera, evitando di fare richieste e inserendoci gradualmente nell’attività, apportando variazioni ed elementi di piacevolezza in più rispetto al gioco solitario originario.
Consigli pratici
Per individuare gli interessi del bambino, in particolare durante i primi incontri, possiamo osservare verso quali stimoli il bambino si orienta o per cosa mostra motivazione, disponendo i giochi e i materiali all’interno di scatole trasparenti, suddivisi per categoria oppure posizionandoli su scaffali e mensole, in modo che siano a vista del bambino ma non a portata di mano. Per facilitare la scelta, con alcuni bambini potrebbe essere utile preparare un “MENU DEI GIOCHI”, come quello nella foto, in cui inserire le immagini delle attività disponibili, avendo cura di selezionare un’ampia gamma di materiali di diverso valore sensoriale (visivo, tattile, ecc.).
Play Therapy: le nostre proposte
Ecco alcune idee per allestire il vostro menu dei giochi:
Piano luminoso formato a3: Perfetto per lavorare con oggetti trasparenti e traslucidi osservando forme, colori, opacità o trasparenza. Utilissimo anche per ricalcare sagome o disegni.
Costruzioni Sakkaro: Incredibile costruzione geometrica che accenderà la creatività dei bambini, composta da 15 elementi colorati traslucenti che, grazie alla loro forma squadrata, si incastrano, si sovrappongono, si uniscono. Ideali su un piano luminoso, offrono la possibilità di vedere la mescolanza dei colori.
Cembalo: Cembalo in plastica con impugnatura facile e sette paia di piattelli. I bambini riusciranno a collegare che il movimento della propria mano determina la produzione di un suono piacevole. In questo modo stimoleranno la coordinazione oculo manuale, l’apprendimento del concetto di causa effetto e la sensibilità uditiva.
Amici wow delle fiabe: Questa linea di simpatici e coloratissimi personaggi è studiata appositamente per i più piccoli. Le manine tese in avanti, con i pollici in alto, sono la loro caratteristica e li rendono sicuri a partire dai 10 mesi, in quanto evitano il rischio di ingestione e soffocamento. Sono prodotti con plastiche sicure, senza PVC né BPA, riciclabili al 100%.
Incastri geometrici: Incastri geometrici organizzati su un’ampia tavola in legno naturale con 12 forme, ognuna dotata di un grande pomello che ne facilita la presa. Le sagome si presentano di un unico colore per fare in modo che il bambino, per riconoscerle, debba concentrarsi sulla loro forma.
Contenitore trasparente: Contenitore impilabile in materiale plastico trasparente; per riporre, classificare riordinare giochi e altro materiale.
Bicchieri sprint: Semplice e veloce gioco di destrezza in cui i giocatori devono, più rapidamente degli altri, disporre nel modo corretto i loro bicchieri colorati. Ogni giocatore ha 5 bicchieri di colore diverso, che devono essere impilati in fila seguendo i disegni sulle carte, il più velocemente possibile. Le carte rappresentano un ordine a volte orizzontale e a volte verticale e alcune non sono d’immediata interpretazione rappresentando le figure leggermente sfalsate. Il primo giocatore che mette in ordine i bicchieri nel modo corretto, suona il campanello! La partita termina quando sono state rivelate tutte le 24 carte e vince chi si è aggiudicato più carte.
Per approfondire
Knell S.M. (1998). Il gioco in psicoterapia. Milano: Mc-Graw Hill.
Moderato P. (2020). Mio figlio non parla è autismo?. Firenze: GiuntiEdu.
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Rubrica a cura di Elisa De Bartolo, Psicologa, BCBA, AdC SIACSA
Consulente Clinico Centro ABAxTorino IESCUM
Autore: Francesca Pergolizzi, Psicologa e Psicoterapeuta dell’età evolutiva
Responsabile Clinico Centri ABAxItalia IESCUM
ABAxItalia è il network di centri clinici di analisi comportamentale applicata per l’autismo di IESCUM, Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano.
Photo by Tatiana Syrikova from Pexels
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