Ricerche approfondite sullo sviluppo e sulle esperienze dei bambini nella prima infanzia hanno dimostrato che questi:
- Hanno tutti lo stesso metodo di apprendimento, che corrisponde alle loro fasi di sviluppo, che segue una sequenza ordinata durante il loro ciclo di vita. Tutti i settori dello sviluppo – fisico, emotivo, sociale, linguistico e cognitivo – cambiano in modo prevedibile.
- Formano i loro valori nei primi anni di vita.
Il modo in cui i bambini apprendono è completamente diverso da quello degli adulti.
Per essere efficace, l’educazione ambientale necessita di essere progettata per andare incontro ai bisogni di sviluppo del bambino, ai suoi interessi, alle sue abilità e al suo metodo di apprendimento. I bambini piccoli sono allievi molto attivi!
Il miglior metodo di apprendimento è quello che avviene con il gioco e la scoperta interattiva e pratica, non quello volto a impartire conoscenza. I bambini piccoli hanno una naturale curiosità che richiede un’esperienza sensoriale diretta piuttosto che una generalizzazione concettuale.
Per essere efficaci e coinvolgere i bambini le loro esperienze devono essere immersive e aperte.
Quando si parla di educazione ambientale, i migliori ambienti di apprendimento sono paesaggi naturali all’aperto in cui i bambini hanno opportunità non mediate di avventura e gioco auto-avviato, esplorazione e scoperta.
“L’infanzia ha il suo modo di vedere, pensare e sentire e niente è più folle che cercare di sostituire il nostro modo con il loro.” Jean Jacques Rousseau
I bambini vivono la natura in modo diverso rispetto agli adulti. Gli adulti di solito la vedono come sfondo di ciò che stanno facendo, come un’esperienza visiva estetica. I bambini vivono la natura non come sfondo per avvenimenti, ma piuttosto come stimolatore e componente esperienziale delle loro attività. Esplorano le sue possibilità, ciò che consente loro di fare, giudicano la natura non dalla sua estetica ma dalla possibilità di interazione con essa.
I bambini hanno una tendenza innata a legarsi alla natura, questa tendenza viene definita biofilia.
Affinché la naturale inclinazione alla biofilia nei bambini si sviluppi, devono essere offerte loro opportunità di sviluppo appropriate per conoscere l’ambiente sulla base di solidi principi di sviluppo e apprendimento.
Se all’attrazione naturale dei bambini verso la natura non viene data l’opportunità di prosperare nei loro primi anni, la biofilia potrebbe sfociare in biofobia. La biofobia è un’avversione per la natura che va dal disagio nei luoghi naturali al disprezzo per tutto ciò che non è fatto dall’uomo, gestito o climatizzato. La biofobia si manifesta anche nel considerare la natura come nient’altro che una risorsa usa e getta.
Il poeta John Burroughs ha dichiarato che “la conoscenza senza amore non si attaccherà. Ma se l’amore viene prima di tutto, la conoscenza sarà sicuramente la conseguenza naturale”.
Il problema che viene fuori osservando la maggior parte dei programmi di educazione ambientale è che sono volti a trasmettere conoscenza e responsabilità prima che ai bambini sia stato permesso di sviluppare una relazione amorevole con la natura. Dobbiamo consentire ai bambini di sviluppare la loro biofilia, il loro amore per la Terra, prima di chiedere loro di conoscerlo accademicamente e di diventarne custodi.
Una delle principali criticità dei programmi di educazione ambientale è che questi si approcciano alla natura con lo sguardo di un adulto, piuttosto che dalla prospettiva di un bambino e che vi è un metodo di insegnamento troppo astratto. I bambini non iniziano nemmeno a sviluppare la capacità di ragionamento astratto fino all’età di nove anni!
Uno dei risultati del tentativo di insegnare ai bambini piccoli concetti astratti come la distruzione della foresta pluviale, la pioggia acida, il buco dell’ozono e la caccia alle balene è la dissociazione. Quando chiediamo ai bambini di affrontare problemi al di là delle loro capacità cognitive, questi possono diventare ansiosi e sviluppare delle fobie. Nel caso di problemi ambientali, la biofobia – la paura della natura e dei problemi ecologici o addirittura la paura degli spazi aperti – può svilupparsi. Studiare la deforestazione e l’estinzione delle specie può essere appropriato a partire dalla scuola media, ma è inadeguato dal punto di vista dello sviluppo per i bambini più piccoli.
E’ durante la prima infanzia che le esperienze dei bambini danno forma ai valori, agli atteggiamenti e all’orientamento di base verso il mondo, valori che porteranno con sé per tutta la vita. Le interazioni positive con la natura consentono ai bambini di sentirsi a proprio agio con essa, di sviluppare empatia e di amarla. Nessuno può amare ciò che non sa conosce attraverso un’associazione intima. Non solo sono importanti le esperienze nella natura, ma è compito degli adulti, sia genitori che insegnanti, di educare i bambini al godimento e al rispetto di questa.
Le ricerche confermano che l’empatia e l’amore per la natura e, di conseguenza, i comportamenti e gli atteggiamenti ambientali positivi, derivano dal regolare contatto e dal gioco dei bambini in mezzo a questa. Ricerche recenti suggeriscono che l’opportunità per i bambini di età inferiore a 11 anni di esplorare ambienti selvaggi e naturali è particolarmente importante per sviluppare le loro tendenze biofile e che i giochi ideali sono quelli propri della prima infanzia, come inseguire rane in un torrente o lucciole di notte. Tale esplorazione informale stimola l’interesse genuino nei confronti dell’ambiente che è necessario per la riuscita di programmi di educazione ambientale più strutturati.
Esistono tre fasi fondamentali per lo sviluppo dei valori ambientali da parte dei bambini e per la loro educazione ambientale:
- Prima infanzia (da 3/4 a 7 anni)
- Scuola primaria / secondaria (da 7 a 11 anni)
- Adolescenza (dai 12 ai 17 anni)
Prima infanzia – empatia
Durante la prima infanzia, l’obiettivo principale dell’educazione ambientale dovrebbe essere lo sviluppo dell’empatia tra il bambino e la natura. Oltre alle opportunità di esplorare e giocare nella natura, uno dei modi migliori per favorire l’empatia è quello di coltivare relazioni con gli animali. Ciò include l’esposizione agli animali presenti in natura, sia reali che immaginati.
I bambini piccoli sono implicitamente attratti dagli animali e in particolare dai cuccioli.
Gli animali sono una fonte infinita di meraviglia per loro e promuovono nei bambini un atteggiamento premuroso e un senso di responsabilità nei confronti degli esseri viventi.
I bambini interagiscono istintivamente e naturalmente con gli animali, parlano con loro e sviluppano relazioni emotive. Un fatto poco noto su bambini e animali: gli studi sui sogni di bambini di età inferiore ai 6 anni rivelano che circa il 90% dei loro sogni riguarda animali.
Le specie in pericolo di estinzione non sono adatte a questa età. Piuttosto, le specie comuni e quotidiane che riempiono i cortili, i quartieri e le comunità sono la scelta adeguata dal punto di vista dello sviluppo, in quanto i bambini possono relazionarsi con loro.
La relazione tra bambini e animali deve essere coltivata con il contatto ma anche con racconti, canzoni e altre esperienze. Lo sviluppo di una connettività emotiva con il mondo naturale è il fondamento essenziale per le fasi successive dell’educazione ambientale.
Uno dei migliori esempi di educazione ambientale della prima infanzia sono le “scuole dell’infanzia all’aperto per tutte le stagioni” e le scuole dell’infanzia nella foresta o nel bosco. A partire dagli anni ’90, in Germania, sono oltre 700 i Waldkindergärtens creati da genitori e educatori dove i bambini dai 3 ai 6 anni possono trascorrere l’intera giornata all’aria aperta (salvo condizioni meteo estreme). Gli asili nido nel bosco e nelle foreste si trovano in molti altri paesi tra cui Scozia, Scandinavia, Svizzera e Austria (qualcuno anche in Italia).
Scuola primaria / secondaria – esplorazione
Esplorare il mondo che ci circonda e comprendere il nostro posto all’interno di esso dovrebbe essere l’obiettivo primario del “legame con la terra” dell’educazione ambientale. Ciò include opportunità di esplorare e sperimentare la natura, selvaggia e semi-selvaggia, che si trova nei dintorni dei quartieri nei quali i bambini vivono. Le attività adeguate allo sviluppo comprendono la creazione di piccoli mondi immaginari, la raccolta e la ricerca di tesori, l’investigazione di corsi d’acqua e percorsi, l’esplorazione del paesaggio (paesaggi naturali non toccati dall’uomo), la cura degli animali e il giardinaggio.
Le piante riscuotono un notevole interesse nei bambini quando fanno parte di un habitat selvatico.
Adolescenza – azione sociale
L’azione sociale inizia intorno all’età di 12 anni e si estende oltre l’età di 17 anni. Mentre i bambini iniziano a scoprire il “sé” durante l’adolescenza e sentono la loro connessione con la società, sono naturalmente inclini a voler salvare il mondo, sempre a patto che abbiano avuto l’opportunità nei loro primi anni di sviluppare empatia ed esplorare la natura. Le loro mire di conservazione ambientale dovrebbero essere focalizzate a livello locale, dove possono relazionarsi con i risultati, piuttosto che in qualche lontana foresta pluviale sconosciuta.
Il mondo una volta offriva ai bambini migliaia di delizie della natura alle quali avevano libero accesso. Loro potrebbero esplorare e interagire con il mondo naturale con restrizioni o supervisione scarse o assenti!
Le vite dei bambini di oggi sono molto più strutturate, supervisionate e programmate con poche opportunità di esplorare e interagire con la natura. I confini fisici dei bambini si sono ridotti. L’infanzia e il gioco nella natura senza sorveglianza non sono più sinonimi.
Oggi la maggior parte dei bambini vive quella che un’autorità ludica ha definito un’infanzia di prigionia. I bambini sono disconnessi dalla natura.
La scuola dell’infanzia e la scuola primaria hanno l’opportunità di aiutare a colmare il vuoto nella vita dei bambini di un accesso regolare alla natura. Con programmi all’aperto in mezzo alla natura le scuole possono aiutare i nostri bambini a crescere e diventare amministratori responsabili della terra.
Per raggiungere questo obiettivo, i bambini hanno bisogno di un contratto regolare la natura, dove possano esplorare e legarsi con essa. Invece che nei parchi giochi, ai bambini devono essere offerti ambienti naturali (più selvaggio è meglio è) dove possono interagire con la natura e gli animali e gli insetti che li abitano. I bambini devono avere accesso quotidiano agli ambienti naturali esterni per lunghi periodi di tempo.
Le scuole, gli educatori e gli insegnanti della prima infanzia devono liberarsi dal paradigma di offrire ai bambini giochi e apprendimento al coperto e di fabbricare campi da gioco all’aperto e, invece, permettere ai bambini di recuperare la magia che è il loro diritto di nascita – la capacità di giocare e imparare all’aperto attraverso l’esplorazione, la scoperta e il potere della loro immaginazione a stretto contatto con la natura. È solo attraverso esperienze così positive nella natura che i bambini svilupperanno il loro amore per essa e il desiderio di proteggerla per le generazioni future.
“Non possiamo in alcun modo aiutare i bambini ad imparare ad amare e preservare questo pianeta se non diamo loro esperienze dirette con i miracoli e le benedizioni della natura”.
Anita Olds
Di Randy White and Vicki L. Stoecklin
© 2008 White Hutchinson Leisure & Learning Group
Tradotto dal blog Community Playthings
Randy White e Vicki L. Stoecklin sono rispettivamente CEO e direttore di “Education & Child Development” del White Hutchinson Leisure & Learning Group, una società con sede a Kansas City, Missouri, specializzata nella progettazione di ambienti di apprendimento, gioco e tempo libero indoor e outdoor per bambini.
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TrisMamma says
Ho trovato molto interessante il vostro articolo, credo che tutti i genitori debbano ritagliarsi 5 minuti del loro tempo per leggerlo! Mi sono permessa inserire il link del post all’interno del mio blog.
A presto!
Redazione says
Grazie mille :)