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Neuro psicomotricità: giochi efficaci che non ti aspettavi

Nella sezione Angolo del Terapista, Notizie il 11/24/22

La creatività è contagiosa, trasmettila anche agli altri. Albert Einstein

È con questo consiglio del grande fisico che vogliamo aprire questo nuovo articolo del blog L’angolo del Terapista: uno spazio multidisciplinario in cui i professionisti possono trovare idee e spunti interessanti da mettere in pratica durante le sedute.

Oggi parliamo di neuro psicomotricità per bambini e di come raggiungere l’obiettivo di conoscere il mondo e relazionarsi con l’ambiente, attraverso giochi e idee creative.

Quali sono gli obiettivi della psicomotricità?

La neuro psicomotricità è una pratica che coinvolge più discipline e ha l’obiettivo di sviluppare le abilità del soggetto affinché si esprima, conosca il mondo e interagisca all’interno di un contesto sociale.

A seconda del caso che si vuole affrontare, le attività di neuro psicomotricità possono assumere caratteristiche e forme diverse, declinandosi per:

  • migliorare l’attenzione e la concentrazione
  • facilitare l’adattamento al contesto
  • approcciare alla pianificazione e all’organizzazione spaziale
  • migliorare le attività motorie
  • perfezionare gli automatismi
  • stimolare il linguaggio
  • migliorare la coordinazione oculo-manuale

E molto altro ancora.

Qual è l’approccio terapeutico vincente? Quali strumenti possono essere adottati sul campo? E con quali benefici? Di tutto questo parleremo in questo articolo. Puoi anche passare all’argomento che ti interessa, cliccando il paragrafo dedicato.

Collegamenti rapidi

  • Il valore della creatività nello sviluppo di abilità motorie, cognitive e relazionali
  • A cosa serve la neuro psicomotricità?
  • Idee di strumenti e ausili efficaci
  • Esempi pratici di giochi e attività creative applicati al contesto
  • Psicomotricità ed età adulta

Il valore della creatività nello sviluppo di abilità motorie, cognitive e relazionali

Se, da un lato, è molto complesso trattare la tematica della psicomotricità con un approccio generalista, dall’altro lato c’è una visione che accomuna tutte le discipline: la creatività. La capacità di immaginazione è una leva strategica indispensabile nel trattamento terapeutico, tanto da essere considerata al pari di un vero e proprio sistema riabilitativo. La fantasia è una forma di comunicazione non verbale che può essere utilizzata per dare voce alle emozioni e potenziare l’espressività individuale.

Non esiste una tecnica univoca per impiegare la creatività, così come non ne esiste un’unica forma; l’immaginazione può infatti assumere molteplici sfumature, linguaggi, declinazioni e portare, così, a risultati diversi a seconda dell’utilizzo che se ne fa.

L’espressione creativa può altresì manifestarsi attraverso diversi canali artistici, coinvolgere quindi il corpo – con la danza o la manualità, con la pittura e la scultura, oppure i sensi – come l’ascolto e quindi la musica.

Il professionista che sceglie un approccio terapeutico creativo non segue linee guida precise, ma sviluppa i percorsi adattando e declinando i sussidi a seconda dell’esigenza dei pazienti. L’obiettivo è sviluppare immaginazione e fantasia per risolvere una dinamica complessa.

In questo processo, è fondamentale disporre di strumenti e ausili che stimolino la creatività e aiutino il soggetto a prendere le misure dei limiti, ma soprattutto delle proprie potenzialità. Nella psicomotricità, la creatività è il mezzo funzionale ed efficace con cui lavorare all’obiettivo terapeutico.

A cosa serve la neuro psicomotricità?

La pratica si fonda sul concetto di movimento che, oggetto di molti anni di studio, è risultato non essere mai fine a sé stesso. Il movimento è sempre associato a uno scopo e a un obiettivo e si lega quindi ad aspetti emotivi, cognitivi, sociali e relazionali.

L’esempio più chiaro e lampante di come esistano integrazione e interazione tra funzioni motorie, sensoriali e cognitive è quello di un neonato che durante i primi mesi della sua vita si esprime attraverso i gesti; quindi, afferra il viso dei genitori per instaurare un contatto e, quando cresce, compie i primi passi per avvicinarsi e interagire.

Attraverso la funzione motoria, il bambino conosce sé stesso, ma anche il mondo che lo circonda; il movimento è necessario per collocarsi all’interno di un ambiente, familiarizzare con il contesto, esplorare scenari e acquisire consapevolezza del corpo.

Per tutte queste ragioni, non possiamo pensare al movimento come a una mera azione funzionale, ma come un aspetto evolutivo che convoglia aree emotive e, quindi, psicologiche.

La psicomotricità favorisce l’espressione del proprio corpo in relazione allo spazio e agli altri; tuttavia, non si limita ad essere una pratica finalizzata al miglioramento dei movimenti e della coordinazione. L’obiettivo è acquisire sicurezza, lavorando ad esempio su:

  • programmazione e pianificazione delle attività
  • capacità attentive e di concentrazione
  • elaborazione delle informazioni
  • interiorizzazione di concetti spazio-temporali

Con attività mirate e dedicate al singolo bambino, può incrementare l’autostima, l’abilità di comunicazione, così come il suo rapporto con altre persone.

Idee di strumenti e ausili efficaci

Nell’ambito neuro-psicomotorio non esistono regole e approcci validi per tutti, ma condizioni, abilità, disturbi e obiettivi diversi. L’obiettivo di questo articolo non è quello di fornire approcci, ma spunti e idee creative per rendere più stimolanti le attività proposte.

Gli strumenti utilizzati durante le sessioni possono fare la differenza nello sviluppo di abilità motorie, cognitive e sociali e nel trattamento delle disprassie. Impiegare gli ausili giusti può essere la chiave per sbloccare alcuni meccanismi e raggiungere risultati straordinari. Come abbiamo anticipato, la creatività è l’approccio giusto per creare le condizioni affinché le sessioni siano proficue ma, allo stesso tempo, piacevoli per chi le vive.

Se, da un lato, è vero che i professionisti possono scegliere di interagire con i bambini attraverso diverse modalità, dall’altro lato non bisogna dimenticare l’aspetto della centralità del gioco negli incontri. Attraverso l’attività ludica, il professionista instaura una relazione con il soggetto, lo coinvolge e stimola, catturando il suo interesse.

psicomotricità

A seconda dell’età e delle peculiarità del bambino, il gioco ha una valenza terapeutica. Può, infatti:

  • favorire i movimenti
  • migliorare la coordinazione
  • perfezionare la motricità fine o grossolana

Cosa può rientrare all’interno del cappello “gioco”? Qualunque oggetto e attrezzo che ha finalità ludica può essere determinante nello sviluppo di abilità motorie, cognitive e sociali.

I giochi possono essere tangibili, quindi essere veri e propri attrezzi: palloni, funi, teli, cerchi, costruzioni, mattoni.

Ma non solo; anche le forme d’arte possono essere considerate giochi utili alla finalità psicomotoria: musica, danza e disegno rappresentano validi canali per l’acquisizione di competenze indispensabili alla vita quotidiana. Il valore del gioco si concretizza nella sua capacità di veicolare creatività, immaginazione e senso di cura, senza che sia percepito come una forzatura, né tantomeno come una noia.

L’esperienza giocosa diventa la modalità con cui imparare a esprimere il proprio corpo e a gestire la quotidianità in modo equilibrato e funzionale con il mondo esterno. Attraverso l’attività creativa, si offre al bambino l’opportunità di sviluppare un’autonomia che, a causa dello specifico disturbo, non potrebbe conoscere altrimenti – il tutto con un approccio umanistico-affettivo unico che lo rende autosufficiente e pronto ad affrontare le sfide che lo attendono.

Come applicare il gioco al contesto? Continua con la lettura dell’articolo per passare alle idee pratiche.

Esempi pratici di giochi e attività creative applicati al contesto

Non siamo più pienamente vivi, più completamente noi stessi, e più profondamente assorti in qualcosa, che quando giochiamo. Charles E. Schaefer

Fin qui abbiamo parlato di creatività, intesa sia come approccio vincente del professionista al trattamento di un disturbo, sia come valore aggiunto per lo sviluppo delle abilità del bambino. La creatività prende vita attraverso i giochi e le attività proposte durante le sedute, permettendo di sperimentare, imparare e crescere.

Ecco cosa si può realizzare, attraverso semplici sussidi e ausili più o meno comuni.

Forbici e colle

Integrare queste tipologie di ausili in una sessione di neuro psicomotricità non richiede grandi investimenti, ma è necessario mettersi in gioco per stimolare al massimo la creatività. Possono essere utilizzati con l’obiettivo di migliorare l’abilità manuale e, in questo caso, dopo aver selezionato la carta e la stoffa, il professionista può suggerire al bambino come creare opere d’arte, esortandolo a seguire una libera interpretazione oppure guidandolo con alcuni consigli.

Forbici e colle possono anche essere impiegate per lavorare sull’aspetto della concentrazione e dell’attenzione, con l’obiettivo di incanalare l’impegno del piccolo in una precisa attività. Le attività manuali che comportano l’uso ripetuto di forbici e colle possono essere utili anche per il controllo dell’aggressività, per scaricare stress e tensioni.

Nei casi in cui l’obiettivo sia il miglioramento degli automatismi, un’idea creativa può essere quella di stimolare la capacità di associazione del bambino aiutandolo, ad esempio, a comporre una propria lista della spesa. Come? Proprio con kit psicomotricità come forbici e colle, a partire da inserti pubblicitari, riviste e giornali.

Corde

Proprio come per colle e forbici, anche le corde sono strumenti molto semplici che possono essere impiegate in molteplici modi e per obiettivi diversi. Nel trattamento della manualità fine e nei disturbi di organizzazione spaziale, la corda può essere utilizzata nella seduta per richiamare il significato di legame e giocare al tema dell’attaccamento, per migliorare la fiducia e la capacità di affidarsi al terapista.

Un’estremità della corda può essere lasciata al bambino, mentre l’altra estremità è tenuta dalla professionista: il gioco di distendere la corda e accorciare le distanze tra le estremità risulta funzionale all’ambientamento.

Allo stesso modo, la corda può essere impiegata a fini motori, per migliorare la capacità di impugnatura o le disprassie; in ottica di maggior coinvolgimento del bambino, la corda può anche essere allacciata a una spalliera ed essere utilizzata per il dondolamento.

Carte e cartoni

Ci avevi mai pensato? Da carte e cartoni si possono generarsi tantissime idee che, senza nemmeno doverlo sottolineare, coinvolgono proprio la creatività.

Una strategia per allenare la manualità fine può essere quella di costruire da zero una scatola personalizzata, invitando il bambino ad adoperare materiali diversi per renderla davvero unica; ed è così che la scatola può avere due occhi profondi fatti di bottone, una bocca sorridente fatta di carta e un naso a forma di pallina.

La prassia e motricità fine sono solo alcune delle abilità allenate in questo caso, dal momento che qui entrano in gioco anche la capacità di riconoscimento e la catalogazione, così come lo sviluppo della fantasia.

Costruzioni in legno

I bambini con disturbi di organizzazione spaziale e di coordinazione oculo manuale possono trarre beneficio dall’uso di semplici cubi di legno. Si tratta di supporti, normalmente contenuti in secchi contenenti più dimensioni e forme, ideali per l’attività di costruzione, classificazione e categorizzazione. A partire da un secchio ricco di cubi , si possono realizzare infinite costruzioni e il bambino può essere invitato a lasciarsi ispirare o a seguire indicazioni precise del professionista.

Perline

Associazioni e assonanze possono essere stimolate dai professionisti anche attraverso pratiche corde e perle; in particolare, esistono sul mercato oggetti molto completi che permettono di ricreare sequenze di perle rispettando le indicazioni di schede incluse. Per adattare la sessione funzionale alla classificazione e allo sviluppo della coordinazione motoria, si può anche giocare ad associare le perline a oggetti reali, sulla base della forma o del colore. E se la perlina gialla diventasse un limone con cui comporre un invitante spiedino?

psicomotricità

Mosaici

Le funzioni prassiche sono abilità cognitive che ci consentono di compiere gesti finalizzati a uno scopo; in molti disturbi questo legame non è scontato e prodotti come mosaici e tangram possono essere utili per lavorare sulle prassie e sulla pianificazione e programmazione dello spazio.

Determinante, in questo caso, è la presenza all’interno del prodotto di immagini tipo, che i bambini possono riproporre attraverso i mosaici. L’idea di creare un modello sulla base di un’immagine pronta può migliorare molto il coinvolgimento e la soddisfazione rispetto all’attività appena eseguita.

Lavagna di sabbia

L’espressione del corpo può essere allenata anche attraverso strumenti più completi, come le lavagne di sabbia. Si presentano con un vassoio in legno robusto con all’interno sabbia finissima, ideale per gli esercizi di motricità fine e nel trattamento delle disprassie. I professionisti possono scegliere di intercambiarla a esercizi di grafismo sul quaderno – che ripropongono quanto appreso rispetto agli input percettibili sulla lavagna di sabbia – rendendo così l’attività più interessante e dinamica.

Chiodini

Strumenti molto utili quanto versatili, i chiodini costituiscono un validissimo supporto alla motricità fine, alla prassia e alla creatività; oltre a raggiungere l’obiettivo di migliorare il controllo dei gesti e la coordinazione oculo manuale, si attiva la prensione pollice/indice, fondamentale per acquisire le basi di impugnatura di una penna. Anche in questo caso, l’immaginazione messa in campo dal professionista è l’arma segreta per stimolare creatività e alimentare la curiosità.

Strumenti musicali

La possibilità di produrre un suono e generare un ritmo è uno stimolo molto importante all’espressione motoria; permette, infatti, di sviluppare la gestualità, prima, e la manualità in un secondo momento.

Gli strumenti musicali sono tra i giochi psicomotricità più utili e allo stesso tempo interessanti per chi li pratica, perché permettono di alzare il livello di attenzione e coinvolgimento, migliorando anche lo stimolo alla ripetitività.

È con quest’ottica che un’idea creativa con i giochi musicali potrebbe essere quella di proporre uno scambio di ruoli durante la seduta: il bambino può suonare uno strumento, invitando il professionista a non guardare quale strumento viene adoperato e a indovinare di quale suono si tratta. La possibilità di poter correggere mette il soggetto nelle condizioni di credere nelle proprie capacità, di incrementare l’autostima e la sicurezza nelle sue abilità.

Psicomotricità ed età adulta

Come abbiamo visto, le idee di giochi psicomotricità infanzia sono infinite e possono essere declinate ad hoc per supportare in modo concreto le sessioni di trattamento.

Sebbene questo articolo si sia focalizzato sulle attività psicomotorie per bambini, non bisogna dimenticare che questa pratica si applica – e in modo efficace – all’età evolutiva, coinvolgendo anche quella adulta.

La psicomotricità adulti ha l’obiettivo di promuovere esperienze che, a partire dalla riscoperta del corpo, migliorino la relazione con sé stessi e con gli altri; nell’adulto, queste sensazioni sono fondamentali per contrastare l’invecchiamento, anche emotivo, riscoprendo abilità motorie e cognitive perdute.

Riagganciandoci al tema della creatività che, come abbiamo detto, è indispensabile per perseguire percorsi terapeutici orientati all’obiettivo, come può questa visione declinarsi all’età evolutiva? Fantasia e immaginazione sono peculiarità che non dovrebbero mai essere dimenticate; non appartengono, infatti, solo al bambino, ma dovrebbero arricchire tutta la vita di ciascun individuo.

La creatività ha una valenza terapeutica, ragion per cui l’arteterapia viene considerata uno strumento riabilitativo a tutti gli effetti.

Applicare questo concetto all’adulto è molto più semplice di quanto si creda e i risultati che si possono raggiungere sono sorprendenti. Immaginiamo un anziano che vive la terza età con una sensazione di bassa autostima, dovuta all’idea sbagliata di non aver più nulla di concreto da offrire, né a sé stesso né tantomeno agli altri. In questo caso, la creatività può stimolare in lui sensazioni di benessere e la percezione di poter ancora generare qualcosa, di fare qualcosa di utile e produttivo.

In questo caso, l’uso di glitter per decorare cartoni, stoffa, plastica e vetro può risultare funzionale all’obiettivo di stimolare creatività senza dimenticare l’aspetto del miglioramento della motricità fine e della prassia.


Nell’articolo di oggi abbiamo parlato di neuro psicomotricità: esercizi, giochi, attività creative che stimolano bambini e, come abbiamo visto, anche adulti e anziani.

Scopri l’ampia selezione di strumenti Borgione a disposizione dei professionisti per generare sessioni benefiche con immaginazione e fantasia, rivolte ad anziani, bambini e adulti.

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