Sentiamo sempre più spesso parlare di Funzioni Esecutive, ma cosa sono? Le Funzioni esecutive (FE) sono un insieme di abilità capaci di controllare e regolare le funzioni cognitive e il comportamento (Welsh et al., 1991).
Quali sono le funzioni esecutive
Le FE si concentrano sulla capacità di processamento selettivo delle informazioni e del loro mantenimento durante lo svolgimento di un compito. Le tre principali FE (Miyake, 2000) sono: l’Inibizione (Inhibition), la Memoria di lavoro (Working memory, WM) e la Flessibilità cognitiva (Shifting). In breve, l’inibizione è quella capacità che ci permette di gestire l’interferenza di stimoli irrilevanti rispetto al compito che si sta svolgendo e di diminuirla per raggiungere l’obiettivo prefissato; la memoria di lavoro è un magazzino di informazioni nella nostra mente che ci permette poi di processarle, lavorarle e manipolarle. La Flessibilità cognitiva è la capacità di cambiare prospettiva, di essere flessibile e, quindi, di adattarsi in base ai cambiamenti che si verificano nell’ambiente circostante.
Le funzioni esecutive e i Disturbi dello Spettro Autistico
Ma veniamo a noi. In diversi Disturbi del Neurosviluppo, tra cui i Disturbi dello Spettro autistico, sono stati segnalati deficit delle Funzioni esecutive. Le relazioni tra le FE e Autismo sono ancora nella fase di ricerca; tuttavia, è stato osservato come i Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) siano caratterizzati da evidenti difficoltà di organizzazione-pianificazione, attenzione sostenuta, inibizione e flessibilità cognitiva (Varvara et al., 2015; Craig et al., 2016).
Compromissioni delle funzioni esecutive spiegano la rigidità e l’essere non flessibili, due elementi che provocano comportamenti stereotipati. Infatti, i bambini nello Spettro hanno bisogno di routine fisse, sono abitudinari e ogni imprevisto può provocare loro ansia e angoscia. Presentano difficoltà nel compiere nuove attività e nel modificare i propri schemi mentali.
Nonostante la ricerca sia in continua evoluzione, sembra che i deficit alle funzioni esecutive comportino compromissioni alla teoria della mente e perciò alle capacità sociali-comunicative, e spieghino la tendenza ad assumere comportamenti ripetitivi e ristretti.
Osservazioni personali sull’autismo e sulle FE
Nella mia esperienza, ho notato che il bambino autistico, sebbene abbia un deficit nella flessibilità, spesso presenta un pensiero divergente affascinante. Anche se la pianificazione di compiti e attività può rappresentare una sfida, il bambino sente la necessità di farlo per funzionare in modo più adeguato possibile. Inoltre, mostra una capacità di attenzione eccezionale quando sono coinvolti in attività che trovano interessanti, ma se il compito non cattura la sua attenzione, si distrae anche con un moscerino nell’aria nell’altra parte della stanza (ve lo assicuro!). Anche se possono avere difficoltà nella memoria di lavoro e dimenticare cosa devono fare mentre svolgono un compito, sono in grado di riprendere immediatamente il filo dell’attività.
Adoro osservarli poiché ognuno di loro presenta caratteristiche uniche che emergono in mille sfaccettature.
Una volta mi hanno chiesto: “Dottoressa, è possibile allenare le FE di mio figlio autistico e ottenere dei risultati?” E ho risposto: “Sì, purché il potenziamento venga poi generalizzato”. In altre parole, il lavoro intrapreso nel mio studio deve trovare applicazione nelle diverse situazioni quotidiane del bambino; altrimenti, resterebbero semplici insegnamenti fini a sé stessi.
Dato che le funzioni esecutive sono fondamentali per una migliore adattabilità al mondo che ci circonda, devono essere allenate sempre e ovunque: al parco, a scuola, a danza, a calcio, a nuoto, e così via. Nel mio lavoro, soprattutto con i bambini più piccoli, uno strumento che proprio non può mai mancare per potenziare e incrementare le FE è il gioco, selezionato ovviamente con dei criteri specifici: età, interessi, funzionamento e obiettivo dell’intervento o un’area su cui voglio lavorare.
Esercizi con le Funzioni Esecutive
Nella foto sto utilizzando il gioco Colori da imbucare con un bambino autistico, verbale a basso funzionamento con tempi attentivi limitati.
In questo gioco l’istruzione è la seguente: “Metti le immagini nella cassetta giusta.” Il bambino deve comprendere il criterio di associazione che in questo caso è per colore e inserire ogni tesserina nelle varie cassette. È giusto osservare come, già dalla consegna del compito, noi stiamo allenando le sue FE perché questo implica che il bambino ci stia ascoltando (Attenzione) e che poi segua le nostre indicazioni (Initiation, ovvero la capacità di iniziare un’attività e generare in modo indipendente strategie di risoluzione del problema o del compito).
Quali sono le FE potenziate grazie all’utilizzo di questo gioco?
- Inibizione: il bambino deve fermare il proprio comportamento al momento giusto, deve cercare di inibire l’impulsività nell’infilare le tessere nella cassetta dello stesso colore;
- Pianificazione: il bambino allena e potenzia la capacità di gestire le richieste del gioco;
- Flessibilità cognitiva: diamo al bambino più tessere di diverso colore contemporaneamente; quindi, gli chiediamo di spostarsi da una situazione all’altra in modo flessibile per completare correttamente il gioco;
- Attenzione selettiva: il bambino deve prestare molta attenzione a non sbagliare l’associazione tessera/cassetta;
- Working memory: il bambino deve cercare di tenere a mente le informazioni allo scopo di completare l’attività.
In alternativa ai colori, si potrebbe pensare di utilizzare questo gioco associando le tessere per categoria: cose che si mangiano, animali, mezzi di trasporto e fiori. Insomma, apparentemente stiamo “solo” giocando, in realtà stiamo lavorando, allenando e potenziando le capacità del bambino.
È importante ricordare, però, che ogni bambino è diverso dall’altro (e questo vale sempre), per cui è sempre necessario un intervento personalizzato sulla base delle caratteristiche e delle esigenze del singolo.
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