Immaginate di portare un bambino in un negozio di giocattoli dopo avergli promesso l’acquisto del gioco che desidera da tempo, ad esempio una macchina telecomandata. Il bambino entra nel negozio di giocattoli e vede una parete piena di giochi e all’improvviso, tentato da altri giochi, perde di vista quello che realmente desidera: la macchina telecomandata.
Per affrontare questa tentazione mentre aspetta di trovare la macchina telecomandata, il bambino dovrebbe essere in grado di intraprendere una conversazione con sé stesso sul perché non ha bisogno di comprare altri giochi e immaginarsi felice con il solo acquisto della macchina telecomandata.
Questa situazione richiama un certo numero di abilità mentali distinte ma che interagiscono tra loro al fine di condurre con successo la situazione.
Il bambino deve essere consapevole che:
- c’è un dilemma che si è posto quando è entrato nel negozio (auto-consapevolezza);
- deve limitare la voglia di prendere altri giochi (inibizione);
- deve indirizzare la sua attenzione lontano dagli altri giochi che lo tentano (attenzione esecutiva o gestione dell’attenzione);
- parlare con sé stesso mentalmente (auto-istruzioni verbali o memoria operativa);
- visualizzare l’immagine del suo obiettivo e di come sarà felice una volta acquistato (memoria operativa non verbale o immaginario visivo).
Queste ed altre attività mentali sono solitamente incluse nella comprensione moderna dell’autoregolazione umana. Ecco, scordiamoci di poter assistere ad un processo simile in un bambino (ed è giusto così!). Questo esempio riportato è solo per far comprendere la complessità dell’autoregolazione e se questo è difficile in un bambino a sviluppo tipico, immaginiamo in un bambino ADHD.
Infatti, sappiamo che l’ADHD coinvolge molto di più dei semplici sintomi di inattenzione/distrazione o impulsività/iperattività. È ovvio che le difficoltà psicologiche evidenziate che danno origine a questi sintomi implicano dei deficit in tutte le principali FE, e ognuna di queste FE è un tipo di autoregolazione, una forma speciale di azione autodirezionale.
Quindi, l’ADHD implica dei deficit in:
- auto-restrizione;
- auto-consapevolezza;
- dialogo rivolto a sé stessi;
- sensorialità e immaginario;
- autocontrollo delle emozioni;
- auto-motivazione;
- attività autodirezionali di risoluzione di problemi (problem-solving).
Quello che possiamo fare con un bambino ADHD è aiutarlo a compensare queste difficoltà, offrendogli delle strategie efficaci che gli permetteranno di avere un maggior successo nell’autocontrollo, nel raggiungimento dei propri obiettivi e nel risolvere problemi trovando la soluzione più consona.
Cos’è il Training Autoregolativo
Il Training Autoregolativo è un intervento che viene svolto insieme al bambino con l’obiettivo di lavorare sul potenziamento delle sue capacità di autocontrollo e autoregolazione, come detto prima, deficitarie nel bambino ADHD.
Principalmente, il Training Autoregolativo mira a potenziare le seguenti aree:
- L’attenzione
- I comportamenti impulsivi
- Il controllo della Working Memory
Attività di Training Autoregolativo per ADHD
Il percorso propone l’insegnamento di diverse tecniche, tra cui le autoistruzioni verbali e il problem solving, con l’obiettivo di sviluppare il dialogo interiore per regolare il proprio comportamento, sensibilità e consapevolezza metacognitiva, cioè di riflessione sul proprio comportamento e sul proprio pensiero.
Nel mio studio, parte del Training lo svolgo con i giochi.
In questa foto sto utilizzando “Il tavolo della pesca“, secondo me il gioco per eccellenza se si vuole insegnare al bambino il rispetto del turno che è strettamente correlato con i comportamenti impulsivi e autoregolativi: il bambino deve imparare che si gioca in due, che l’altro esiste, che c’è un tempo per lui e un tempo per l’altro e che questo si alterna.
Il tavolo della pesca – Borgione
Nello specifico, con questa pesca ci si può sbizzarrire e quindi chiedere al bambino di prendere solo i pesci blu, oppure due rossi e tre verdi oppure di prenderne uno di ogni colore e di riporlo nel giusto spazio.

Invece, con il gioco “Mi oriento nella foresta“, si possono insegnare al bambino i concetti topologici (sopra, sotto, vicino, dietro, avanti, ecc). Altre varianti che utilizzo spesso sono:
- “Io adesso ti dico dove deve andare cappuccetto rosso e tu devi fare il contrario di ciò che ti dico. Ti faccio un esempio: metti cappuccetto rosso davanti il secondo albero nella prima fila di sx, tu dovrai metterla dietro il secondo albero nella prima fila di sx. Ok?”
- “Io adesso ti dico una storia e tu devi stare così attento da spostare cappuccetto rosso secondo quanto ti narro in questo racconto”.
Mi oriento nella foresta – Borgione
Stessa cosa con il gioco “Seriazioni logiche” dove il bambino deve riprodurre la sequenza. Si potrebbe pensare di chiedere al bambino di memorizzarla e poi di riprodurla. In un secondo momento si potrebbe chiedere anche di riprodurla al contrario.

Con queste attività andiamo a lavorare e a potenziare:
– l’attenzione,
– l’inibizione,
– la working memory,
– lo shifting
– la pianificazione
Seriazioni logiche – Borgione
Insomma, tutte quelle FE deficitarie nel bambino ADHD e che sono parte integrante del training autoregolativo.
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