Prima di iniziare a parlare dell’impatto che l’arteterapia può avere sull’Alzheimer è bene specificare che quando si parla di questa disciplina non bisogna immaginare un laboratorio artistico finalizzato alla creazione di qualche manufatto, né di un semplice momento in cui si invita la persona a dipingere o colorare un disegno.
L’arteterapia è una vera e propria forma di terapia espressiva che prevede l’utilizzo di strumenti artistici (Farokhi, 2011).
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Arteterapia: un’introduzione
Definibile anche come una terapia non farmacologica, può essere considerata un percorso relazionale non verbale.
Attraverso il contatto e l’uso spontaneo dei materiali, il processo creativo e il sostegno offerto dall’arteterapeuta, è possibile dare forma a pensieri ed emozioni, difficilmente esprimibili con le sole parole, scoprendo, riorganizzando e trasformando il proprio stato alla ricerca di una generale sensazione di benessere con se stessi e gli altri.
Ogni percorso è pensato, studiato e creato su misura, in base alle specifiche esigenze del singolo o del gruppo.
Gli obiettivi possono essere co-costruiti con il partecipante proprio perché le relazioni interpersonali, così come i processi creativi sono in costante evoluzione.
L’arteterapia e l’alzheimer: sfide, soluzioni e benefici
L’arteterapia può essere applicata in diversi contesti educativi e può coinvolgere persone di ogni età, anche con decadimento cognitivo.
Per quanto riguarda il suo utilizzo nell’ambito dell’Alzheimer e delle demenze in generale, è stato dimostrato che l’arteterapia è in grado di dare diversi benefici a livello cognitivo e comportamentale (Ginn, 1999), favorendo il benessere dell’anziano e dei caregiver.
I benefici che si possono ottenere da questa terapia sono diversi. Partendo dalla sfera comportamentale e relazionale si registra un aumento del livello di socialità, la riduzione dei disturbi del comportamento e un aumento dell’attività fisica (Rusted et al., 2006).
Ulteriori studi avrebbero dimostrato miglioramenti anche a livello cognitivo, in particolar modo riguardo i sintomi neuropsichiatrici (Chancellor et al., 2014) e una significativa riduzione di comportamenti legati allo stress (Mimica et al., 2011). Inoltre, è emerso che questa terapia può essere d’aiuto a gestire sentimenti di perdita, cambiamento, incertezza e aumentare la resilienza, aiutando ad esprimere sentimenti dolorosi (Ehresman, 2014).
Gli strumenti che si possono utilizzare sono vari e comprendono diversi materiali artistici come pennarelli, matite, pennelli, tempere, tamponi, ma anche materiale di riciclo come stoffe, gomma e perline.
Nel progettare percorsi di arteterapia per persone con demenza occorre prestare una particolare attenzione al materiale proposto.
Bisogna sempre tenere a mente che la persona con demenza può presentare una serie di deficit cognitivi, motori e sensoriali. Al fine di raggiungere gli obiettivi prestabiliti è fondamentale che la persona riesca ad utilizzare gli strumenti forniti senza difficoltà.
La terapia, infatti, è efficace solo nel momento in cui l’anziano, sentendosi a proprio agio, riesce ad esprimere le proprie emozioni attraverso la creatività. È necessario quindi osservare attentamente come l’anziano si approccia agli strumenti e nel caso intervenire sostituendo quelli meno adatti.
I tamponi e le spugne possono essere valide alternative ai classici pennelli, che possono essere più difficili da impugnare, come nel caso di C., una signora di 86 anni con rigidità articolare e che spesso manifesta ansia. Durante il primo incontro ho notato che faceva fatica a pitturare perché muoveva con difficoltà il pennello, e questo sarebbe potuto diventare un’ulteriore fonte di ansia e stress. Ho quindi provato a proporle alcune alternative come i tamponi, molto più semplici da impugnare, e così è riuscita a portare al termine il suo lavoro. Al termine del nostro ciclo di incontri, C. ha detto di aver scoperto una nuova passione e ha chiesto di poter riattivare altri percorsi simili, in quanto al termine di ogni seduta si sentiva particolarmente rilassata.
Altro caso è stato invece quello di R., 94 anni, a cui era stato chiesto di tagliare alcuni pezzi di carta.
R. ha subito detto che non riusciva a vedere il tratto da seguire con le forbici perché troppo sottile. In quel caso ho utilizzato i pennarelli a punta grossa e i matitoni, per rendere più visibile la linea inizialmente fatta a matita.
Può capitare, inoltre, di trovare persone che non amano particolarmente la pittura. Mi è capitato con M. e G., di 69 e 70 anni. In quel caso ho proposto alle signore materiali diversi come panni in feltro, fogli in EVA, forbici, perline e colla a caldo e con questi abbiamo realizzato dei quaderni sensoriali.
Grazie al materiale fornito da Borgione ho potuto rispondere in maniera efficace ai bisogni delle persone coinvolte nell’attività di arteterapia, offrendo a loro un’esperienza piacevole e significativa. C. ha riscoperto il potere calmante della pittura, con R. abbiamo trovato il modo di compensare la perdita della vista e questo l’ha gratificata molto in quanto può continuare a svolgere piccoli lavori creativi in autonomia, mentre M. e G. hanno avuto modo di sviluppare la loro creatività utilizzando materiali comuni in maniera alternativa.
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