Come ci spiega il professor Vigorelli, l’Approccio Capacitante® è un’interazione basata sul riconoscimento delle competenze elementari della persona malata di Alzheimer. L’obiettivo è di creare una relazione serena tra il malato e il suo interlocutore.
Competenze Elementari nell’Alzheimer
Nell’Approccio Capacitante sono prese in considerazione cinque competenze elementari:
Competenza a parlare
La competenza a parlare è la capacità di produrre parole, indipendentemente dal loro significato. Questa competenza è presente a lungo nel decorso della malattia. Tuttavia, le afasie, le anomie e l’incapacità di ricordare quanto detto in precedenza possono causare frustrazione nell’interlocutore, poiché non pratico di questo approccio, interrompendo o evitando la conversazione con il malato perché non esprime concetti chiari e “convenzionali”.
Lo scambio di parole è fondamentale per aiutare il malato di Alzheimer a sentirsi ancora parte attiva della società. Facendo ciò, si contribuisce a ritardare, sempre di più, la mutacità e l’apatia, che spesso caratterizzano la malattia in fase avanzata.
Competenza a comunicare
Collegata alla competenza a parlare, abbiamo la competenza a comunicare con linguaggio verbale, paraverbale e non verbale. La comunicazione paraverbale riguarda la voce (tono, volume, ritmo e timbro), le pause, le risate, il silenzio ed altre espressioni sonore, come ad esempio tamburellare sul tavolo o emettere suoni.
Competenza emotiva
La competenza emotiva si riferisce alla capacità di provare, condividere e riconoscere le emozioni dell’interlocutore. Ad esempio, riconoscere verbalmente al malato che l’esperienza di farsi lavare da qualcun altro può causare disagio e tristezza, o che mangiare una torta al cioccolato può suscitare gioia e allegria.
Competenza a contrattare
La competenza a contrattare nel contesto dell’Alzheimer si riferisce alla capacità di prendere decisioni personali riguardanti la vita quotidiana. Ad esempio, la possibilità di poter scegliere come vestirsi, cosa mangiare e in quale bicchiere bere.
Competenza a decidere
La competenza a decidere si riferisce alla capacità del paziente di fare scelte, anche in presenza di deficit cognitivi o in contesti con ridotta libertà decisionale. Questo può manifestarsi attraverso comportamenti di opposizione o di chiusura relazionale, come la decisione di non interagire con persone che percepisce come ostili o autoritarie.
Oltre alle competenze elementari, chi adotta l’Approccio Capacitante si impegna anche a valorizzare le Identità Molteplici del paziente. È fondamentale comprendere che il malato non è solo un soggetto che necessita assistenza, ma è anche una persona con un proprio passato, emozioni, cultura, ruoli sociali e tradizioni.
Attività per Alzheimer con le Maxi Foto Azioni
Nella mia quotidianità ho trovato molto utile il sussidio Maxi Foto Azioni di Nathan.
Questi cartoncini, grazie alla loro elevata qualità fotografica e di grandi dimensioni, sono ideali per i pazienti che hanno un ipo visus o problemi di percezione visiva.
Le immagini mostrano varie attività quotidiane, come lavarsi denti, vestirsi, dormire, mangiare, bere, giocare con gli amici e ridere. Mostrano anche le sfide, come cadere, piangere e farsi male. Attraverso una singola immagine, si riescono a evocare ricordi, emozioni e stati d’animo, illuminando i momenti vissuti.
I nostri pazienti faticano a riconoscere e nominare le proprie emozioni. La visione di queste immagini offre loro un modo per immedesimarsi e capire meglio le emozioni di gioia o disagio raffigurate. Questa attività stimola spontaneamente sguardi, parole e gesti, facilitando così la conversazione non verbale.
Utilizzo le carte lasciando che il paziente le esplori liberamente, seguendo il suo desiderio di organizzarle, descriverle, osservarle e commentarle. Oppure, semplicemente, mettere le carte in ordine, in quanto le immagini sono numerate sul retro.
Il mio approccio si adatta alle scelte del paziente, perseguendo obiettivi diversi quali:
- la rieducazione di alcune attività quotidiane tramite l’osservazione;
- la condivisione e la revisione di alcune emozioni o avvenimenti della vita quotidiana nei quali ci si immedesima con le foto;
- aiutare alcuni pazienti a produrre parole in maniera finalizzata all’attività svolta;
- stilare un elenco di procedure che compongono l’attività che stiamo osservando.
Le foto contribuiscono a sviluppare la memoria procedurale e autobiografica, migliorare l’attenzione selettiva e sostenuta, e affinare la pianificazione e l’organizzazione dello spazio. Inoltre, arricchiscono la percezione dei colori, aumentano l’empatia, favoriscono il riconoscimento delle emozioni e stimolano la produzione di parole, sia spontanea che guidata. Nonostante possa sembrare un’attività semplice, offre numerosi benefici e occasioni di riflessione.
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