Quotidianamente i fatti della cronaca ci inducono a riflessioni, considerazioni, valutazioni. Sovente ci ritroviamo, noi adulti, a commentare, anche con frettolosa superficialità, avvenimenti che risultano essere tutt’altro che superficiali.
Viviamo in un momento storico nel quale siamo inondati costantemente dalle informazioni che giungono da più canali con estrema facilità e, talvolta, navighiamo a vista in questo mare dove la notizia pare essere il vero idolo da inseguire trascurando il profondo significato degli avvenimenti stessi.
Il gioco si complica quando sono i bambini ad interrogarci su fatti inquietanti che i media ci propongono spesso con immagini agghiaccianti e noi, adulti spiazzati, come affrontiamo questi quesiti, cosa possiamo rispondere?
La ricetta della giusta risposta non esiste ma certo non ci possiamo esimere dal rispondere e, tantomeno, far finta di nulla. Indossati i panni dell’adulto anche se “sarà difficile diventar grande prima che lo diventi anche tu…” come dice Elisa nel testo della canzone “A modo tuo”, è importante che il genitore risulti grande soprattutto nel sapere ascoltare i propri figli.
L’adulto è un punto di riferimento importante e fondamentale al quale il bambino protende per trovare le sue risposte. Il ruolo dell’adulto richiede impegno, dedizione e attraverso la cura dell’amore, dell’affetto, della presenza può affiancare il bambino di fronte ai dubbi, alle perplessità. Non sempre esiste una risposta o la risposta che proponiamo è necessariamente quella giusta ma riflettere insieme sui fatti della vita, in relazione all’età e alla maturità del bambino, sono elementi importanti che lo aiutano a crescere e a farsi una propria opinione, per coltivare la peculiarità della sua unicità.
Questo entrare in gioco, nel gioco della vita con sentimento e partecipazione dà modo al bambino di crescere e di sviluppare una coscienza aperta all’alterità e a diventare veramente cittadino del mondo.
Ricordo di quando io, bambina, iniziavo ad entrare a far parte di un contesto sociale più grande di me: era l’anno del rapimento dello statista Aldo Moro, io quasi non sapevo neppure cosa fosse la politica. Quell’avvenimento entrò forte nella mia vita; a casa se ne parlava così come a scuola. La posizione era univoca fra le due istituzioni ed io vivevo quotidianamente quei fatti come anche un po’ miei.
La vita va vissuta, affrontata, assaporata e goduta: l’impegno per noi stessi e per i nostri figli è quello di esserci sempre con le nostre modalità ma di esserci e poi, ogni tanto, questa veste da genitori va un po’ alleggerita, sdrammatizzando e tornando anche noi un po’ bambini e lasciando respirare quel “fanciullino” che c’è in ognuno di noi dubbioso, a volte fragile, ma sempre voglioso di scoprire, di imparare e di essere curioso di cercare risposte alle proprie domande.
di Laura Tonda- pedagogista
Mario Pollo, “L’educazione: mestiere possibile”, EDIZIONI la rondine, 2010
Miriam Jahier, Sonia Pagliarino, “Il metodo tree-s”, EDIZIONI la rondine, 2013
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