Pettinarsi i capelli, mandare un bacio con la mano, mettere un pizzico di sale sull’insalata. La motricità fine ci permette di fare questi piccoli gesti e molti altri. Il mancato sviluppo di questo tipo di movimenti – che pure nella loro piccolezza sono fondamentali per un’evoluzione regolare e completa dell’essere umano – e l’impossibilità di eseguirli correttamente possono dipendere da diversi fattori. Vediamo prima di cosa si parla quando si discute di motricità fine e come aiutare i bambini a superarne le problematiche.
Cos’è la motricità fine?
Con questa espressione, ci si riferisce ai movimenti che riguardano principalmente le mani e le espressioni facciali. La motricità fine riguarda moltissime azioni quotidiane involontarie.
Nel corso dell’articolo di oggi entreremo nel merito di queste abilità, approfondendo l’importanza di seguire terapie mirate in bambini che mostrano segnali di difficoltà; ci concentreremo, poi, sulle idee e le attività creative, suggerite da professionisti, che possono aiutare a sviluppare e migliorare i livelli di autonomia.
Ecco un elenco degli argomenti che tratteremo: puoi cliccare quello di tuo interesse per passare subito al paragrafo dedicato.
Collegamenti rapidi
Motricità fine e prassia: le sfide che condizionano la quotidianità
All’interno del cappello della motricità fine troviamo tutti quei movimenti che hanno implicazioni motorie e di coordinazione, con aspetti che riguardano la coordinazione mano-occhio, la capacità di realizzare piccole costruzioni e di mettere nell’ordine giusto più azioni.
Entrando nel dettaglio delle abilità fino motorie, questa definizione richiama movimenti di piccoli muscoli di:
- mani
- dita
- braccia
- polsi
con l’obiettivo di raggiungere uno scopo e una corretta realizzazione. Allo stesso modo, con coordinazione oculo-manuale, si intende il legame che sussiste tra movimento motorio e funzioni visive. Di fatto, quindi, perché questa avvenga, deve essere presente una capacità di coordinazione, elaborazione e organizzazione delle informazioni spazio-temporali.
Ognuno di essi fa parte di quella che, più generalmente, viene definita prassia, cioè la capacità di compiere correttamente e senza particolare sforzo azioni legate alla vita quotidiana. Si tratta di meccanismi complessi, che si sommano poco a poco fino a consolidarsi intorno a 6 o 7 anni, e fanno parte del nostro bagaglio motorio fondamentale. Vivere senza capacità prassiche significherebbe necessitare di assistenza continua per sempre rispetto ad attività ritenute semplicissime, come legarsi le scarpe o tenere in mano una tazzina di caffè.
Perché stimolare la motricità fine nei bambini?
Si definisce disprassia l’incapacità di eseguire movimenti coordinati nel tempo e nello spazio, movimenti di natura quotidiana, in assenza di deficit mentali o disturbi di varia natura, da quelli neuromotori a quelli neurosensoriali.
L’attribuzione delle cause della disprassia è ancora molto incerta; ciò che, ad oggi, si conosce è la natura congenita del disturbo, molto probabilmente imputabili a condizioni genetiche e a carico del sistema nervoso centrale.
La motricità fine è una parte della prassia, e stimolarla garantisce alcuni elementi necessari per lo sviluppo. Possiamo riassumere i principali obiettivi della terapia mirata alle difficoltà così:
L’acquisizione dell’autonomia
Crescere passa anche dall’imparare a fare le cose da soli. Dal tenere in mano una forchetta all’abbottonarsi i pantaloni dopo essere andati in bagno, ogni gesto legato alla motricità fine ha un irrinunciabile scopo.
L’assunzione di responsabilità
Il bambino che inizia a fare le cose da solo si sente importante e desidera proseguire in quella direzione. È uno degli aspetti principali della maturazione, del “diventare grandi”.
Una vita più semplice, per i genitori e per il bambino
Poter delegare piccoli compiti a un bambino, o la sua stessa cura (per la parte più facile) regala soddisfazioni a entrambe le parti.
Come stimolarla nei bambini?
Prima di entrare nel merito delle attività e dei giochi che supportano lo sviluppo e il miglioramento delle autonomie, è indispensabile fare un passo indietro. Qual è il miglior approccio al trattamento terapeutico? Rispondere a questa domanda è essenziale per comprendere il valore delle azioni intraprese.
Creatività, fantasia e immaginazione sono leve strategiche fondamentali per raggiungere l’obiettivo del miglioramento delle abilità: di fatto, possono essere considerate al pari di un sistema riabilitativo. Optare per un approccio terapeutico creativo ha diversi vantaggi. Prima di tutto stimola l’espressività individuale: pur non trattandosi di forme di interazione verbale, assumono un importante significato, dal momento che, attraverso la creatività, un bambino può esprimere sensazioni, volontà e desideri.
La fantasia è un vero e proprio mezzo di comunicazione che può assumere diverse vesti e forme, a seconda di come viene stimolata.
Il professionista può fare la differenza nel far emergere abilità e potenzialità uniche; infatti, se tocca le corde giuste, utilizzando gli strumenti adatti al contesto, alla specifica situazione e alle difficoltà, può raggiugere risultati straordinari.
Quando parliamo di creatività, è indispensabile sottolineare che non esiste una regola o un modus operandi valevoli per tutti: ed è proprio questo il bello. Adattarsi alla dinamica e all’esigenza del momento con strumenti e idee originali può aiutare a risolvere dinamiche complesse e lavorare all’obiettivo terapeutico.
La maniera migliore per stimolare lo sviluppo e il perfezionamento della motricità fine nei bambini è certamente costituita dai giochi. Il gioco è considerato uno dei migliori metodi di apprendimento in assoluto, tanto da essere stato esteso agli adulti in diversi campi, che vanno dal team building all’apprendimento vero e proprio. Ne esistono di numerosi tipi, con scopi ludo-didattici, e ognuno aiuta un tipo di movimento diverso. Tra questi, troviamo:
Dedichiamo l’ultimo paragrafo di questo articolo ad alcuni esempi di idee e giochi creativi applicati alla sessione e alla necessità terapeutica. Continua la lettura!
Idee pratiche di giochi e attività creative
Avvitare. Mettere una vita nella sua sede, senza inclinarla ed evitando d’incastrarla, e poi avvitarla, usando le dita e il palmo per tenerla ferma e il polso per ruotarla. Lo sforzo richiesto implica la coordinazione tra più movimenti. Scegli dal nostro catalogo il blocchetto viti e cacciavite: è basato sull’apprendimento del gesto dell’avvitatura e sul riconoscimento dei colori.
Per attirare l’attenzione del bambino sul riconoscimento dei colori, è possibile giocare a “trarre in salvo le viti” che, per non cadere a terra, devono essere ben ancorate alla struttura in legno. Alimentando un senso di responsabilità – pur nei confronti di cose inanimate – si può alzare il livello della terapia e stimolare nel bambino la sensazione di soddisfazione rispetto a quanto è riuscito a raggiungere.
Infilare. Richiede una grande coordinazione visivo-motoria: il bambino deve “prendere la mira”, tenere il filo tra due dita e individuare la tecnica migliore per permettere il passaggio dall’altra parte. Potresti acquistare i lacci in tessuto, che grazie ai puntali di plastica facilitano il compito del bambino, permettendogli d’infilarli in supporti come cartoncino e legno.
In questo caso, per arricchire il gioco delle infilature, si può completare l’attività con cartoncini di animali e immaginare di stare costruendo una fattoria: quali sono gli animali preferiti dal bambino? Si può iniziare da quelli per creare la fattoria dei desideri, un luogo dove immaginare serenità e armonia.
Riconoscere attraverso il tatto. Distinguere la forma di un oggetto senza poterlo vedere richiede l’abilità di creare immagini mentali attraverso il tatto, una funzione prassica fondamentale per svolgere attività complesse che diamo per scontate, come muoverci al buio usando gli oggetti come riferimenti. Scopri il sacchetto che contiene i solidi geometrici e sfida il tuo bambino a indovinare il nome di quelli che pescherà, senza guardare.
E se, per non rendere noiosa la terapia, si immaginasse di costruire una struttura con le forme a disposizione? Avvicinandole, impilandole e scegliendo quelle che meglio si adattano l’una all’altra, si può dare vita a un meraviglioso e altissimo edificio! A proposito: incastrare e impilare oggetti. È un’operazione che mette insieme capacità visiva e costruttiva. È necessario riconoscere le dimensioni dei pezzi, determinarne l’ordine logico e metterli uno sopra l’altro nella posizione corretta. Per questo, le nostre impilature dai colori pastello sono perfette per fare del vostro bambino un costruttore in erba.
Il nostro gioco può diventare una meravigliosa città, in cui accadono sempre storie diverse e originali: cosa succede oggi nella nostra piccola cittadina? Immaginiamola con il bambino!
Guidare una pedina lungo un binario. Richiede grande coordinazione occhi-mani e mano-mano, misurazione della forza impressa e pazienza. Si chiamano proprio tavole della coordinazione tre dei nostri prodotti più indicati per questo proposito. Guidando i gettoni lungo i diversi percorsi, il bambino sarà invogliato a utilizzare entrambe le mani, mantenendo alta l’attenzione per non uscire dal tracciato.
E se ci fosse in corso una gara di velocità e precisione tra il professionista e il bambino? Proviamo a misurarci con nuove ed emozionanti sfide, percorrendo il percorso in modo sempre diverso, aumentando il livello di coinvolgimento, ad esempio prevedendo un premio per il vincitore.
Questi sono solo una piccola parte dei giochi con i quali potrete mettere alla prova la motricità fine dei vostri bambini. Scopri qual è la tipologia più adatta al caso che stai seguendo e facci sapere come possiamo aiutarti!
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