di Laura Criscuolo, pedagogista
I tentativi di avvicinare il mondo dell’infanzia a quello dell’arte sono, al giorno d’oggi, sempre più frequenti. I genitori si dimostrano molto attenti a questo aspetto dell’educazione dei propri figli e numerosi musei si sono attivati per organizzare iniziative di fruizione dell’arte rivolte ai bambini. La nascita della didattica museale per bambini, la diffusione della didattica dell’arte e dei laboratori creativi nelle scuole, l’apertura di sempre nuovi Children’s Museums in tutto il mondo, sono fenomeni in evoluzione.
Avviare il bambino al linguaggio dell’arte ha una funzione di crescita individuale e di sviluppo sociale; infatti i bambini dovrebbero avere l’opportunità di fare arte e sviluppare la propria creatività, trovando spazio per esprimere liberamente la propria individualità.
Arte e creatività sono concetti che non devono essere ristretti al “diventare un artista”, piuttosto devono agevolare l’individuo nella “creazione”, nel senso più ampio del termine, nella capacità di risolvere problemi in maniera sempre diversa e innovativa, per questo è fondamentale lasciare che i bambini esplorino il proprio talento artistico e creativo e sarebbe auspicabile che i programmi scolastici riservassero un ruolo significativo all’insegnamento e alla pratica delle discipline artistiche.
Nel corso degli ultimi decenni, sono stati condotti numerosi studi sul legame fra la pratica di attività artistiche e lo sviluppo delle capacità cerebrali dell’individuo durante la prima infanzia e tale dibattito si è fatto ancora più interessante con la diffusione delle neuroscienze. L’arte, nelle sue forme più varie (arti visive, musica, teatro, danza, etc.), coinvolge infatti tutti i sensi del bambino e ne rafforza le competenze cognitive, socio-emozionali e multisensoriali. Durante la crescita dell’individuo, essa continua ad influenzare lo sviluppo del cervello, promuovendo le abilità, la creatività e l’autostima, favorendo inoltre l’interazione con il mondo esterno e fornendo tutta una serie di competenze che agevolano l’espressione di sé e la comunicazione.
Nello specifico dal punto di vista cognitivo, le arti permettono ai bambini di:
- sviluppare capacità di problem solving, comprendere che i problemi possono avere più di una soluzione e che ogni domanda può avere più di una risposta. Le soluzioni al problema infatti cambiano in base alle circostanze e alle opportunità. Nella produzione artistica sono indispensabili la volontà, la capacità di cogliere le soluzioni impreviste offerte dal lavoro che si evolve;
- elaborare una prospettiva multipla, influenzando anche il modo di osservare e interpretare la realtà. Durante il processo artistico la mente del bambino viene coinvolta in un processo di scoperta del “come” e del “perché”. Esattamente come uno scienziato, che sperimenta e scopre soluzioni, il bambino, quando si trova alle prese con un’idea artistica, analizza le varie possibilità e lavora attraverso il cambiamento;
- pensare “con” e “attraverso” i materiali, rendendoli consapevoli del fatto che è possibile trasformare le idee in realtà.
Se si considera lo sviluppo emotivo, è possibile constatare che l’arte:
- incoraggia la creatività e l’auto-espressione, insegnando ai bambini a dire ciò che “non si può dire”, spingendoli a ricercare nella propria poetica interiore le parole adatte a esprimere i propri sentimenti riguardo a un determinato lavoro artistico;
- consente di sviluppare le proprie capacità comunicative. Poiché il linguaggio presenta numerosi limiti, che non gli permettono di contenere i confini della conoscenza, l’arte rappresenta un canale espressivo privilegiato e alternativo;
- permette di mettersi alla prova in situazioni nuove e di sperimentare il più ampio spettro di sensazioni possibili.
Dal punto di vista dello sviluppo sociale del bambino, le arti:
- insegnano a elaborare opinioni sulle relazioni “qualitative” e non solo “quantitative”. In genere, i programmi educativi sono per lo più incentrati sulle “risposte corrette” e sulle “regole”, mentre nell’arte prevalgono le opinioni e i giudizi personali;
- favoriscono le competenze socio–emozionali. Attraverso l’arte il bambino impara a trovare un accordo con se stesso e a controllare i propri sforzi. Questo processo, insieme alla pratica della condivisione e dell’alternarsi, favorisce l’apprezzamento degli sforzi altrui e, al tempo stesso, la consapevolezza dell’unicità di ciascun individuo, da cui deriva una positiva consapevolezza di se stessi;
- possono diventare un efficace strumento terapeutico per giovani problematici;
- quando presentano una natura multiculturale, favoriscono l’integrazione di chi e di ciò che appare come “diverso”.
Per quanto riguarda lo sviluppo motorio del bambino, si può affermare che l’attività artistica:
- migliora le funzionalità motorie. Sagomare un foglio di cartoncino con le forbici, indirizzare il tratto di un pennello, disegnare con un pennarello o strizzare un tubetto di colla in modo “controllato” sono tutte attività che aiutano il bambino a migliorare la propria manualità e la padronanza fisica sugli oggetti;
- accresce l’autostima del bambino, il quale si rende conto di riuscire a coordinare e controllare i propri movimenti;
- favorisce una prima forma di coordinazione occhio-mano, diventando una “palestra” in cui i bambini fanno pratica in vista dei momenti vissuti di vita familiare e sociale.
In conclusione, si può affermare che, sotto forma di gioco, le arti svolgono un ruolo insostituibile nel trasmettere al bambino quelle conoscenze e ad acquisire competenze che gli saranno utili nell’affrontare più preparato la vita e nel contribuire, con la propria personalità, a costruire un buon progetto di vita individuale e sociale.
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