Nella società contemporanea, soprattutto occidentale, la disponibilità di cibo è molto alta, sia nella quantità /varietà, sia nella composizione degli alimenti che è sempre più elaborata per ottenere una maggiore Palatabilità (*). Questa situazione non si era mai verificata nelle epoche precedenti alla nostra. Oggi siamo sommersi da un’infinità di stimoli che inducono ad utilizzare il cibo non solo per il nutrimento.
I fattori per cui ci si nutre sono molti e coinvolgono la sfera cognitiva, affettiva, emotiva e sociale. Ora più che mai è necessario che l’alimentazione, l’attività fisica e la conoscenza del mondo emotivo siano considerati questioni di pregnanza educativo-pedagogica. I genitori, gli insegnanti e gli adulti di riferimento devono essere preparati ad accompagnare i bambini fin dalla prima infanzia verso forme di conoscenza sempre più elaborate e consapevoli per favorire uno sviluppo globale della personalità in tutti i suoi aspetti: affettivi, relazionali e cognitivi. Si rivelano più che mai necessari percorsi pedagogici volti a educare le emozioni per poterle riconoscere e gestire in modo adeguato cosicchè la noia, l’ansia, la frustrazione, la rabbia per esempio non vengano affrontate e risolte attraverso il bisogno di mangiare (preludio dell’obesità infantile) o per contro il rifiuto.
Una corretta attività motoria è altrettanto importante. La sedentarietà non è la condizione naturale per una crescita equilibrata, il movimento è fattore interconnesso allo scarico dell’emotività, al consumo dell’energia accumulata con l’alimentazione in eccesso ed allo sviluppo armonioso del fisico. Prima si incomincia a fare attività fisica, prima si impara a riconoscere il benessere provato per favorire la motivazione a ripetere l’esperienza.
In passato i bambini avevano la possibilità di esprimere emotività e trovare una regolazione sociale attraverso il gioco libero, anche se non sempre la canalizzazione delle energie e dell’emotività espressa avveniva in modo ottimale. Oggi è venuta meno la possibilità di avere a disposizione spazi aperti sufficientemente sicuri e disponibili tali da permettere il gioco libero, fondamentale durante l’età evolutiva.
Il tempo dello studio, del gioco, del cibo viene dettato da ritmi che rispecchiano poco i tempi naturali dei singoli. È importante invece che questi aspetti vengano integrati nei vissuti affiancandoli alla routine che svolge una funzione di regolazione dei ritmi come “base sicura” e che permette di fare nuove esperienze.
L’insegnamento avviene in modo esperienziale se si utilizzano canali emotivi di sicuro impatto per l’apprendimento. Apprendere a casa o in aula come riconoscere e rispondere ad uno stimolo emotivo nel “qui ed ora”, in modo guidato, permette di fare un’esperienza che viene registrata e codificata a livello cognitivo in modo efficace e facilmente ripetibile. Permette di aumentare il senso di autoefficacia del bambino che ha un’influenza positiva sulla sua autostima.
Lo stesso vale per esperienze che riguardano la conoscenza del consumo corretto del cibo, non solo attraverso la verbalizzazione, ma anche attraverso modelli positivi e attività laboratoriali, come i laboratori del gusto realizzati nella scuola. Anche la famiglia ha un ruolo fondamentale: consumare i pasti in un ambiente sereno, evitando tutto ciò che produce stress al momento dei pasti è fondamentale per evitare di fare confusione sulle sensazioni percepite. Avvicinare i bambini fin da piccoli al cibo attraverso il gioco, offrire loro la possibilità di esperire sapore, colore e consistenza, condividendo con gli adulti e con altri bambini la sensazione provata, è altamente educativo. Inoltre attraverso il confronto di esperienze soggettive è più facile suscitare curiosità verso i cibi poco attraenti (per esempio le verdure, generalmente poco amate dai bambini, ma di alto valore nutritivo, se proposte con altri cibi hanno una funzione di saziamento maggiore, utile per prevenire l’obesità infantile, fenomeno sempre più frequente).
Gli adulti educanti non possono non conoscere le indicazioni dei L.A.R.N. (Livelli di assunzione giornaliera raccomandati di nutrienti per la popolazione italiana stabiliti dalla Società Italiana di Nutrizione Umana), delle “Linee Guida Per Una Sana Alimentazione Italiana” pubblicate dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, non per diventare nutrizionisti esperti, ma per conoscere le basi di una sana alimentazione durante l’infanzia e di una corretta distribuzione delle quantità di cibo da assumere durante la giornata. Il buon senso, qualche volta non è sufficiente. Utile anche conoscere le iniziative proposte dal progetto “Guadagnare Salute” promosso dal Ministero della salute, pensato per mantenere lo stato di salute dei soggetti fino dall’età infantile.
Esistono in commercio ausili efficaci per sostenere genitori e insegnanti nello svolgimento di un compito educativo delicatissimo, che deve avvenire in un contesto esperienziale non esclusivamente orale. È necessario assumere consapevolezza che oggi più che mai l’esperienza del cibo ha una valenza multidimensionale che richiede formazione e sensibilizzazione per affrontare in modo efficace i temi dell’obesità infantile e dei disturbi del comportamento alimentare.
di Carla Tisiot – pedagogista Anpe
(*) Palatabilità; termine tecnico per definire la piacevolezza percepita a livello di gusto del cibo assunto.
Bibliografia:
Bandura Albert (1996) Il senso di autoefficacia – Aspettative su di sé e azione Erikson
Fraccaro Simonetta; Donello Caterina; Martin Alessandro (2007) Il mangiastorie. Fiabe e educazione alimentare nella scuola dell’infanzia e primaria. Centro Studi Erikson
Nistri Rossano (1998) Dire, Fare, Gustare. Percorsi di educazione del gusto nella scuola, ed. Slow Food (collana Manuali).
Oppimitti Raffaella (2011) Giochiamo a mangiare. Attività divertenti per insegnare ai bambini l’educazione alimentare. Red Edizioni (collana Strenna)
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