Il video modeling è una procedura comportamentale utile per insegnare un’ampia varietà di comportamenti, attraverso le videoregistrazioni al posto degli scenari reali.
Consiste nell’osservazione e nella successiva imitazione, da parte del bambino, di un video in cui viene mostrato un modello impegnato nello svolgimento del comportamento target (Moderato e Copelli, 2010). I modelli utilizzati possono essere non solo gli operatori ma anche i familiari o i pari.
Attraverso il video modeling è possibile insegnare comportamenti relativi a diversi ambiti: abilità di vita quotidiana, abilità sociali, abilità di auto-accudimento, abilità di gioco, linguaggio e abilità comunicative.
La letteratura, basata sulle evidenze scientifiche, mette in luce i numerosi vantaggi di questa procedura (es. Niko Hitchcock, Dowrick & Prater, 2003; Charlop-Christy et al., 2000):
- promuove la capacità di memorizzazione e imitazione.
- è efficace quando è difficile trovare un modello dal vivo;
- è utile con i bambini che apprendono con maggiore facilità attraverso il canale visivo;
- il video può essere visionato più volte
- promuove la generalizzazione degli apprendimenti poiché in video è possibile mostrare diversi scenari.
L’utilizzo di procedure di video modeling risulta essere particolarmente efficace quando insegniamo a persone con autismo che spesso mostrano difficoltà nell’imitazione. Alcuni studi hanno evidenziato che questi bambini imitano con maggiore facilità ciò che vedono nel video piuttosto che ciò che osservano dal vivo.
Autori come Nikopoulos e Keenan (2003) hanno studiato l’efficacia del video modeling per promuovere i comportamenti sociali in bambini con autismo durante le attività di gioco.
I dati mostrano un miglioramento significativo nelle interazioni sociali dei bambini coinvolti nella ricerca.
Un altro studio molto interessante è quello condotto da Ergenekon nel 2018, che ha utilizzato il video modeling per insegnare ai ragazzi con autismo a discriminare le situazioni pericolose e aumentare la capacità di primo soccorso.
Come utilizzarlo?
La procedura del video modeling prevede una precisa ed attenta organizzazione del contesto. È importante che l’operatore organizzi prima il setting e il materiale utile al bambino per svolgere l’attività proposta nel video.
Al bambino viene mostrato, una o più volte, un video in cui il modello mette in atto l’abilità che desidera insegnare e subito dopo gli viene chiesto ripete l’azione vista nel video o l’intera sequenza di azioni.
Pensiamo ad esempio di voler insegnare a una bambina o a un bambino a utilizzare in maniera adeguata il set della cucina e ad emettere comportamenti appropriati durante tale attività.
Il primo passaggio sarà quello di selezionare il materiale da utilizzare e successivamente preparare il filmato.
Nel video saranno visibili tutte le azioni da effettuare per l’esecuzione corretta del gioco: prendere le pentole, appoggiarle sui fornelli, mescolare con il cucchiaio, mettere il cibo nei piatti. Inoltre, sarà ben visibile l’erogazione di un premio al modello, dopo che ha svolto il gioco.
Prima di far visualizzare il video al bambino, organizziamo il setting in cui avverrà l’insegnamento e predisponiamo il materiale di gioco necessario per lo svolgimento delle azioni.
Ad esempio, per il gioco della cucina possiamo:
- posizionare sul tavolo le pentole, il cibo e il materiale che la bambina dovrà utilizzare;
- scegliere i cibi maggiormente graditi così da rendere il gioco più motivante;
- selezionare il gioco o l’attività gradita da consegnare alla bambina o al bambino alla fine dell’attività.
- Far visualizzare il video alla bambina o al bambino (più di una volta, se necessario).
- Mostrare il video e mettere pausa dopo ogni azione chiedendo al bambino di imitare.
- Se necessario, guidare fisicamente il bambino posizionandosi preferibilmente alle sue spalle e guidando delicatamente le sue mani per compiere le azioni.
Per approfondire:
Nikopoulos C. K., Keenan M., (2003). Promoting social initiation in children with autism using video modeling. Behavioral Interventions, 18, 87‐108.
https://psycnet.apa.org/record/2003-00395-003
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Rubrica a cura di Elisa De Bartolo, Psicologa, BCBA, AdC SIACSA
Consulente Clinico Centro ABAxTorino IESCUM
Autore: Maria Chiara Campo
Psicologa, Psicoterapeuta, AdC SIACSA-ABAIT
Consulente Clinico Centro ABAxMilano IESCUM
ABAxItalia è il network di centri clinici di analisi comportamentale applicata per l’autismo di IESCUM, Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano.
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