Buongiorno sono Giusy Magli, TNPEE , psicomotricista e formatrice.
Quando si parla di terapia, spesso la sensazione non è delle più piacevoli. La terapia ha a che vedere con disabilità, patologia, riabilitazione, tuttavia quando ci approcciamo ai pazienti, credo non possa mancare un grado importante di creatività: se non mettiamo un pizzico di magia rischiamo di non raggiungere quegli obiettivi tanto sperati. Scopri come la creatività può supportare la terapia con i giochi psicomotricità infanzia: continua la lettura del mio articolo.
Oggi vi racconto una delle infinite “strategie” che immagino tutti noi, che lavoriamo in questo ambito, ci troviamo ad attivare di fronte a bambini o bambine che si affidano ad azioni di cura nell’ambito della terapia neuropsicomotoria; in questo modo, si possono condividere modalità che tengano conto sia dei bisogni operativi, che dell’unicità dei bambini e delle famiglie prese in carico, il tutto attraverso giochi di psicomotricità. Continua la lettura per saperne di più.
Giochi psicomotricità infanzia: un esempio chiaro di applicazione
È la storia di Gaudino, felice bimbo di 4 anni, con vari piani da sostenere causa problemi di organizzazione visuo-spaziale, manipolazione e prensione – che risultano condizionate oltre che dalla difficoltà di integrazione di componenti visuo-motorie, anche dall’assenza di prono supinazione del polso, che portano a loro volta l’assunzione di posizioni/atteggiamenti di compensazione e un relativo ritardo neuropsicomotorio ecc.
Gaudino è la foto di un’attenta diagnosi, ma soprattutto Gaudino è un bambino.
Un bambino forse un po’ stanco di finire a sedere perché lancia oggetti, forse un po’ stanco di finire a fare cose che gli riescono male e con fatica, forse proprio perché stanco è spesso arrabbiato, poco collaborativo e piuttosto oppositivo.
Gaudino ha una grande passione, me lo ha confessato in un giorno di sole, gli piacciono I VIAGGI e IL MARE!
Sempre in quella occasione mi ha anche detto che vorrebbe molto di più essere in viaggio verso il mare che venire da me. Su quello non ha dubbi!
In che modo i giochi di psicomotricità possono aiutare a raggiungere l’obiettivo?
Cosa c’è di più bello che partire da ciò che amiamo maggiormente?
Ecco che propongo a Gaudino di “fare finta” di andare al mare, so che non è la stessa cosa, però potrebbe farmi vedere perché per lui è tanto speciale, invece di fare sempre tutti quegli esercizi così lunghi e noiosi.
Prima di partire per un viaggio bisogna prepararsi, intanto bisogna scegliere con quale mezzo raggiungere la meta, capire da dove si parte e dove si vuole arrivare, inizio, procedura, conclusione.
Giochi psicomotricità infanzia: cominciamo!
Io ho una certa età, mi scordo spesso le cose, così Gaudino, che è molto gentile ed educato mi disegna la procedura , è preciso, mette moltissima attenzione, decidiamo di disegnarlo in verticale, su una lavagna, così poi se il viaggio subirà degli sviluppi lo potremo modificare, anche perché a lui non piace né disegnare, né sbagliare quindi di lasciare segni sul foglio non se ne parla!
Il gesso, che sembrava impossibile da toccare diventa indispensabile, quindi superiamo l’ostacolo per un fine più grande e partiamo con il tracciare il progetto del nostro viaggio. L’itinerario sta diventando una mappa del tesoro, carica di spunti e di sfide.
Chissà, forse una mappa sarebbe meglio metterla su carta, così potremmo metterla al sicuro nella sua cartellina, quella con i materiali preziosi; le mappe del tesoro sono molto ambite da tutti, lasciarla sulla lavagna sarebbe imprudente. Bene la prima parte è fatta!
Ora bisogna scegliere il mezzo di trasporto, Gaudino presenta un’importante angoscia gravitazionale, al momento l’aereo, le altezze e tutto ciò che investe in modo troppo efficace il sistema vestibolare e l’equilibrio non fa proprio al caso nostro!
Scegliamo il treno, lui è un esperto, con il nonno ogni tanto li va a vedere alla stazione del paese, li conosce TUTTI!
Come sarà il nostro treno?
Lungo? Corto? Lento? Veloce?
Sono tante informazioni da processare ed elaborare, tenerle in mente è troppo complicato, meglio farlo!
Così “casualmente” compare un bel trenino di legno che fa proprio al caso nostro.
Cosa succede ora?
Gaudino si impegna moltissimo ad attaccare i vagoni, alcuni riescono subito per altri ci vuole pazienza ma senza treno non si parte, quindi non demorde, abbiamo una piano, una meta e una mappa, non possiamo mollare.
Mano a mano si accorge che se è troppo lungo è più difficile da trainare ed attaccare, che se lo lancia o va troppo veloce il treno si rompe!
Alla fine decide, ci saranno 4 vagoni, uno per lui, uno per la mamma, uno per il papà e ne fa uno anche per me, perché gli sono simpatica.
Il nostro treno, nel corso della terapia si modificherà dal concreto, il gioco esattamente per quel che è passerà al rappresentativo: faremo un bel treno con le seggioline. Per finire al simbolico, il treno sarà rappresentato dai cubi morbidi della psicomotricità.
Passaggi importantissimi in una terapia che debba tener conto di prassia, goffaggine, accesso al simbolico e memoria procedurale.
Ci siamo quasi, cosa non può mancare ancora per vivere fino in fondo un’avventura così bella? Intanto un amuleto, un po’ di scaramanzia non fa mai male, poi anche le provviste, se ci viene fame durante il viaggio, altrimenti cosa facciamo?
La magia non è finita
Gli propongo una “scatola magica”: contiene tutto il necessario, corde e perle di legno per l’amuleto, bastoncini e schede da copiare per spiedini di caramelle!
Detto fatto, Gaudino è davvero preciso, coinvolto, interessato, mi spiega che il gusto menta non può stare vicino al gusto limone, non si mette il limone nel dentifricio!
Così abbiamo tutto l’occorrente, possiamo partire!
Come finisce un’avventura così bella?
Finisce nel migliore dei modi, per diventare una favola; Gaudino disegna la nostra esperienza, ritaglia anche alcune immagini e le incolla, poi mi dice cosa scrivergli, consegniamo il tutto alla mamma che adesso ogni sera, insieme al suo bimbo racconta la storia più bella, quella di un bambino coraggioso che è partito per il viaggio più fantastico di sempre, il viaggio della crescita.
Nell’articolo di oggi, abbiamo parlato di come applicare i giochi psicomotricità infanzia a un obiettivo e a un risultato.
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iMarina dice
Che fantastica avventura !!!!
E che fantastici risultati.
Il nostro è un “lavoro” dove tutto può accadere ….
Buon lavoro !