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Logopedia: giochi per stimolare il linguaggio

Nella sezione Angolo del Terapista, Notizie il 01/11/24

Quando parliamo di linguaggio ci riferiamo alle parole che utilizziamo e ascoltiamo nei contesti quotidiani: il bambino che impara a parlare, la mamma che racconta una favola o l’insegnante che utilizza determinate parole mentre spiega un capitolo di storia.  

Questi tre esempi non sono altro che tre diversi aspetti del linguaggio che possiamo osservare ogni giorno.  

Potremmo rappresentare il linguaggio come una sorta di montagna dove alle pendici vi sono le competenze basilari, quelle che si sviluppano per prime e senza le quali difficilmente si può proseguire verso un linguaggio sempre più definito e maturo che si trova, invece, in cima.  

A partire dalla nascita, i bambini imparano diverse abilità linguistiche in un ordine specifico, partendo dai suoni e arrivando alla comunicazione completa.  

I livelli di competenza si dividono in: 

  • Fonologia (Suoni) 
  • Lessico (Parole) 
  • Morfosintassi (Struttura delle frasi) 
  • Abilità narrative (Raccontare storie) 
  • Pragmatica (Comunicazione) 

Per ognuno di questi livelli ci sono dei giochi che possono aiutare i bambini a migliorare il linguaggio sia in produzione che in comprensione.

Giochi fonologici

Per fonologia si intende l’insieme dei suoni che compongono le parole. Nello sviluppo “tipico” sappiamo che l’inventario fonologico di un bambino può considerarsi completo intorno ai 3 anni circa. L’acquisizione avviene tramite l’ascolto e l’imitazione del linguaggio dell’ambiente circostante.  

Questo è un processo del tutto naturale ma vi sono casi in cui ciò non avviene. Ad esempio, il bambino che presenta ritardo o disturbo del linguaggio avrà difficoltà nella produzione di uno o più suoni che ometterà o sostituirà con altri. In questi casi, per favorire l’emergere dei diversi suoni il terapista andrà a proporre giochi e attività dove il bambino divertendosi ripeterà i suoni o parole target da stimolare.  

Considerando che questo aspetto del linguaggio si sviluppa quando il bambino è ancora piccolo (entro i 3 anni di vita circa) gli stimoli da proporre dovranno essere semplici, legati alle esperienze e accattivanti. Per tutti questi motivi di solito si preferisce utilizzare i suoni onomatopeici. 

La fattoria  

Il gioco della fattoria è l’ideale per proporre i versi degli animali e altri suoni onomatopeici come bere (glu-glu) o il salto (hop-hop). In che modo possiamo giocare e proporre la nostra attività?  

  1. Proponiamo o chiediamo al bambino i versi di ciascun animale mentre li tiriamo fuori dalla scatola e li posizioniamo sul piano di gioco (tavolo o tappeto). 
  2. Facciamo compiere agli animali delle azioni e mentre li spostiamo proponiamo dei suoni inerenti all’azione che stanno compiendo. Ad esempio, mentre il cavallo salta facciamo “hop-hop”.  

Indovina chi suona  

Indovina chi suona è un gioco che prevede l’uso di diverse immagini riferite a suoni onomatopeici (animali, strumenti musicali e oggetti), un tabellone e un dado con le facce colorate.  

Le modalità di gioco sono tantissime, soprattutto in base alle difficoltà e agli obiettivi sul singolo bambino.  

Ecco alcune possibili attività di gioco diverse da quelle classiche (dove si devono utilizzare tabellone e dado):  

  1. Trova l’immagine: posizioniamo le immagini sul tavolo e chiediamo al bambino di prenderne una dopo aver ascoltato il suono corrispondente.  
  1. Nascondino: nascondiamo nella stanza un’immagine (ad esempio in mezzo ai libri, dentro ai cassetti, sopra una mensola) e chiediamo al bambino di cercarla muovendosi. Quando si avvicinerà al nascondiglio produrremo il suono corrispondente all’immagine e questo lo invoglierà a cercare in modo approfondito nei dintorni.   

Queste attività possono anche essere proposte in una modalità di turnazione scambiandosi i ruoli e dando la possibilità al bambino non solo di ascoltare il suono ma anche di riprodurlo più volte.  

Mezzi di trasporto  

L’uso dei mezzi di trasporto in un contesto di gioco stimola la produzione dei primi suoni e delle prime parole. 

Ecco alcuni spunti di attività:   

  1. Associamo a ogni mezzo di trasporto un suono onomatopeico che andremo a riprodurre mentre il mezzo è in movimento. Ad esempio, facciamo partire l’aereo da una mensola fino al pavimento e mentre lo muoviamo produciamo il suono /v/ continuativo.  
  2. Immaginiamo uno scenario di traffico e facciamo suonare i clacson dei mezzi che stiamo usando e che abbiamo posizionato in fila, producendo il suono con la voce. 
  3. Spostiamo i mezzi di trasporto proponendo alcune parole brevi che accompagnano il nostro gioco e che per la loro semplicità a livello fono-articolatorio sono perfette per stimolare il bambino che sta iniziando a parlare. Ad esempio, possiamo proporre: va, via, su, giu.

Giochi per migliorare il lessico e la morfosintassi  

Per lessico intendiamo il vocabolario, ovvero le parole che il bambino conosce e il loro significato, indipendentemente dal come vengono pronunciate. L’ampiezza del vocabolario varia a seconda dell’età e di solito raggiunto un numero sufficientemente ampio (tra le 50 e le 100 parole) il bambino inizia a combinarle fra loro per creare delle frasi (abilità morfosintattiche). Alcuni bambini possono presentare un lessico povero o una morfosintassi priva di alcuni elementi (per esempio i funtori). In tutti questi casi possiamo sostenere lo sviluppo linguistico attraverso alcuni giochi e attività.  

Indovina chi suona  

Come abbiamo visto in precedenza, questo gioco contiene diverse immagini, ciascuna con il suo suono. Possiamo utilizzare lo stesso sussidio per supportare l’ampliamento lessicale. Ecco una serie di attività che possono essere svolte: 

  1. Indovinelli: peschiamo un’immagine da un sacchetto o dalla scatola e senza farla vedere al bambino la andremo a descrivere mentre lui proverà a indovinare sulla base delle indicazioni che daremo. Ad esempio, peschiamo l’immagine con un elefante e diremo “è un animale grande, mangia l’erba, ha quattro zampe…”. Poi invertiamo i ruoli.  
  1. Categorizzazione: sul piano di lavoro posizioniamo 2 o più scatoline (o due segnali per indicare due categorie semantiche diverse, ad esempio animali e oggetti). Chiediamo poi al bambino di prendere un’immagine per volta e posizionarla in una determinata categoria.   
  1. Mettiamo in ordine: anche mettere in ordine può essere un buon esercizio per stimolare il linguaggio a livello semantico. Chiedo al bambino di “prendere tutti gli animali” oppure “solo gli oggetti pesanti” e di rimetterli nella scatola.  
  1. Differenze semantiche: poniamo di fronte al bambino tre (o più) immagini semanticamente simili. Dovranno essere delle immagini che hanno alcune caratteristiche in comune ma che si differenziano in qualcosa. Ad esempio, le immagini di oggetti come un tamburo, le maracas e una campana sono immagini di tre strumenti musicali che si suonano con le mani, possono avere colori simili ma hanno anche delle caratteristiche diverse come il materiale o il suono prodotto. Al bambino verrà richiesto di descrivere le immagini e di capire le caratteristiche in comune e quelle che le differenziano.  

 Scenari ad orientamento spaziale  

Questo gioco si compone da una tavola sulla quale posizionare, su tre livelli differenti, delle sagome in legno di animali, personaggi o oggetti. Sono inoltre presenti alcune carte da poter copiare per riprodurre determinati scenari.  

Scenari per orientamento spaziale

Scenari per orientamento spaziale

Ecco come lavorare sul lessico e la morfosintassi utilizzando questo materiale:  

  1. Descrizione delle sagome: è possibile proporre questa attività mentre mostriamo il materiale di gioco. Chiediamo al bambino di denominare e descrivere tutte le sagome che andremo ad usare. Incentiviamo l’uso di frasi semplici e supportiamo l’attenzione verso i particolari delle sagome. Ad esempio, i colori, la forma, la funzione, etc.  
  1. Produzione/comprensione di concetti topologici: le figure da posizionare sulla tavola invitano alla produzione e comprensione di frasi contenenti i concetti topologici (dietro/davanti, vicino/lontano, destra…) proprio perché è possibile metterle su tre livelli (scanalature) differenti. Chiediamo al bambino di descrivere quello che sta facendo mentre posiziona due o più sagome, ad esempio “metto il cespuglio dietro la fattoria”. Se vogliamo supportare la comprensione saremo noi a indicare una determinata posizione e il bambino la dovrà eseguire. Questa attività può essere fatta seguendo le immagini degli scenari da riprodurre o su scenari inventati da noi.  

Come posso intervenire se il bambino è in difficoltà e non riesce nei compiti richiesti? 

  • Portiamo la sua attenzione su un singolo termine/elemento per volta. Se stiamo lavorando sui concetti topologici ci concentriamo solo sul termine “dietro” e una volta acquisito e generalizzato il significato passeremo a un altro termine.  
  • Se stiamo utilizzando le immagini di riferimento guidiamo l’esplorazione visiva con il dito del bambino su un elemento prima di passare al successivo.  

Giochi per migliorare le abilità narrative  

Verso i 4 anni il bambino ha ormai raggiunto delle buone competenze a livello fonologico e lessicale. In questa fase della crescita dovrebbe avere un inventario fonetico completo e un lessico adeguato. Inizia perciò ad emergere una competenza successiva cioè la narrazione.  

Il bambino inizia a raccontare episodi più o meno complessi sotto forma di racconto vero e proprio. All’inizio condividerà con l’interlocutore episodi di vita quotidiana che più lo colpiscono, favole e storie già sentite diverse volte dagli adulti, fino a diventare sempre più bravo nel raccontare vicende complesse e più lontane nel tempo (ad esempio di un episodio avvenuto il mese precedente).  

Alcuni bambini, soprattutto quelli con un pregresso ritardo o disturbo di linguaggio, possono avere difficoltà a raccontare e a organizzare una storia oralmente. Anche in questo caso i giochi ci offrono diversi spunti per sostenere le abilità narrative attraverso l’uso di immagini in momenti di condivisione semi strutturata.  

Storie in sequenza  

Attraverso i giochi come storie in sequenza è possibile stimolare le abilità narrative dei bambini. Si tratta di una serie di immagini o disegni da disporre in un determinato ordine per formare una storia. La storia può essere formata da 3 o più immagini e la sua complessità è variabile e dipende dal tipo di obiettivo che ho per quel determinato bambino.  

Come posso usare le storie in sequenza? 

  1. Mostriamo le carte con le immagini mischiate e chiediamo al bambino di metterle in ordine per formare una storia di senso compiuto.  
  1. Chiediamo al bambino di osservare le immagini e raccontare ciò che vede descrivendo le carte una per volta.  
  1. Diamo al bambino tutte le carte per creare la storia, tranne l’ultima. Chiediamo poi di immaginare cosa succederà al termine della storia e andremo con lui a verificare se l’ipotesi era giusta o meno.  

Come posso intervenire se il bambino è in difficoltà e non riesce nei compiti richiesti? 

  • Iniziamo sempre con storie in sequenza brevi (massimo 3 immagini) e con storie di vita quotidiana contenenti sequenze esplicite e di causa-effetto. Questo faciliterà il mettere in ordine le immagini e alleggerirà la memoria di lavoro. Ad esempio, possono andare bene in una prima fase storie dove “il bambino si alza dal letto e fa colazione” oppure “il contadino che pianta il fiore e che cresce”. Se il bambino riesce a gestire bene questo compito andremo poi ad aumentare la difficoltà con un numero di immagini maggiori e più complesse.  
  • Prima di riordinare le immagini le andremo a descrivere insieme singolarmente, dando l’esempio noi terapisti per primi per fornire il modello corretto da seguire. 
  • Una volta posizionate le carte in sequenza, le giriamo tutte a faccia in giù e le rigiriamo una per volta raccontando la storia. In questo modo l’attenzione del bambino sarà concentrata su una singola immagine eliminando l’effetto confusione/affollamento che si può creare quando gli stimoli sono eccessivi.  
  • Possiamo raccontare noi per primi la storia e chiedere al bambino di ascoltarci per poi ripeterla.  

 Scenari per orientamento spaziale  

Anche in questo caso possiamo riutilizzare un sussidio già proposto in precedenza. Utilizzando scenari per orientamento spaziale possiamo proporre al bambino attività di narrazione. È necessario accertarsi, prima di iniziare, che il bambino sappia padroneggiare abbastanza bene le singole frasi. 

Ecco alcune attività che si possono realizzare con scenari per orientamento spaziale: 

  1. Con le sagome a disposizione creiamo una storia libera. Diamo spazio alla fantasia e alla creatività. Il nostro ruolo sarà quello di sistematizzare la produzione del bambino inserendoci con dei suggerimenti qualora emergessero delle difficoltà (uso del tempo scorretto, scarsa comprensione della storia, vocabolario non adeguato…).  
  1. Dopo aver riprodotto uno scenario aggiungiamo insieme al bambino degli elementi in più non presenti nell’immagine di riferimento e li descriviamo. Ad esempio, osserviamo che il bambino mette un cespuglio vicino alla mucca e commentiamo insieme a lui “la mucca aveva fame e sta mangiando l’erba”.  

Giochi per migliorare la comunicazione (pragmatica) 

La pragmatica è la capacità di usare in maniera funzionale il linguaggio, utilizzando termini appropriati e contestuali. Il bambino che presenta difficoltà nell’area della pragmatica avrà un linguaggio ben strutturato ma presenterà: 

  • scarsa comprensione degli aspetti non verbali 
  • difficoltà nell’’esprimere le proprie idee 
  • difficoltà nel comprendere messaggi impliciti e modi di dire.  

In genere è ottimale proporre attività da svolgere in gruppo o comunque all’interno di un turno comunicativo dove il bambino è stimolato a produrre e ad ascoltare. Si propongono giochi basati sulle emozioni, sui modi di dire o legati a un contesto, per poi andare a “stressare” un singolo aspetto sul quale vogliamo far leva. Proporremo attività dove il bambino deve fare molta attenzione ai termini e ai loro significati durante la narrazione e il gioco condiviso. Introdurremo degli elementi slegati dal contesto per incentivare l’uso dell’astrazione e dell’immaginazione.    

Acchiappa l’emozione  

Acchiappa l’emozione è un gioco che contiene alcune tessere in legno che rappresentano delle vignette. Le vignette rappresentate richiamano delle emozioni (gioia, paura, rabbia…). Il gioco contiene anche delle ventose con le quali acchiappare le tessere e un dado dove su ogni faccia vi è rappresentata un’emoticon raffigurante il diverso stato d’animo.  

Acchiappa le emozioni

Acchiappa le emozioni

Il gioco consiste nel lanciare il dado, osservare l’emoticon e prendere con la ventosa la tessera corrispondente più in fretta dell’avversario.  

Ecco come questo materiale può essere ampiamente sfruttato per supportare la pragmatica:  

  1. Descrizione: mentre tiriamo fuori il materiale dalla scatola e lo visioniamo, chiediamo al bambino di descrivere le tessere e di raccontarci che tipo di emozione viene vissuta. Potremo suggerire delle analogie con la vita reale, ad esempio “anche tu hai paura dei film con i fantasmi? Perché alcune persone hanno paura dei fantasmi?”  
  1. Suddividiamo le tessere in base alle emozioni spiacevoli e piacevoli e proviamo a raccontarne il motivo.   

Scenari per orientamento spaziale  

Anche nello sviluppo della capacità di comunicazione, scenari per orientamento spaziale ci offre degli spunti di gioco. Un’ulteriore modalità di utilizzo di questo gioco è, infatti, quella di creare delle situazioni particolari e strane per potenziare le abilità pragmatiche.   

  1. Le assurdità: una volta composto il nostro scenario introduciamo un elemento assurdo e fuori contesto. Ad esempio, in mezzo al mare (magari vicino a una balena) mettiamo una mucca. Chiediamo al bambino di trovare quell’elemento che non c’entra nulla con il contesto e di spiegarci il perché della sua scelta.  
  1. Scenari buffi: con le sagome a disposizione chiediamo al bambino di ricreare un contesto il più buffo e strano possibile per poi raccontarci il perché per lui è divertente o strano.  

 Tutte le attività descritte sono uno spunto per poter supportare lo sviluppo linguistico a diversi livelli. Il contesto terapeutico presuppone un ambiente ben preciso dove il divertimento e il coinvolgimento attivo del bambino spingono verso un apprendimento ottimale e funzionale delle diverse abilità.   

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Dott.ssa Maria Vittoria Riccardi - Logopedista
Dott.ssa Maria Vittoria Riccardi - Logopedista
Mi occupo di linguaggio, apprendimento e sorditá in età evolutiva. Sono formatrice Baby Signs. Collaboro con diverse scuole di Roma per prevenire difficoltà di linguaggio e apprendimento scolastico
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