“Dobbiamo partire dal cibo come ricchezza, come scambio, come cultura. Solo proteggendo il nostro cibo possiamo pensare di salvaguardare le nostre risorse e il pianeta che ci ospita. La produzione, la distribuzione e il consumo di cibo ci coinvolge in maniera totale”
Carlo Petrini
L’alimentazione, oltre ad essere il soddisfacimento di un bisogno primario, fonte di sopravvivenza, rappresenta anche un insieme di elementi legati alla sfera affettiva e relazionale fin dai primi momenti di vita a partire dall’allattamento, proseguendo con lo svezzamento fino alla capacità di autogestione e al raggiungimento di autonomia.
Il cibo rappresenta anche parte della nostra identità culturale, economica, religiosa, etnica; rappresenta la ritualità tra le generazioni, è parte del nostro essere, dei nostri ricordi delle nostre tradizioni. La nostra memoria si lega spesso ad odori, a gusti, a colori ed abitudini affettive del riunirsi attorno ad una tavola.
L’ospitalità, l’accoglienza, la cura, in differenti culture o ricorrenze si esprimono anche attraverso la condivisione del cibo, in gesti in qualche maniera intimi.
Le abitudini alimentari col tempo si modificano, si arricchiscono in seguito alle nostre esperienze, agli incontri, persino ai viaggi. Il contatto con vissuti, luoghi, culture ed abitudini arricchisce e diversifica anche le nostre tavole anche solo semplicemente con l’introduzione di elementi, spezie, aromi, fragranze, colori e abbinamenti prima non sperimentati.
Che sia per scelta o per necessità, per un breve periodo o a lungo termine, l’alimentazione si adatta alla nostra quotidianità inserendo o più frequentemente eliminando alcune sostanze.
E’ possibile in casi di allergie, intolleranze o patologie che però sia la nostra quotidianità a doversi adattare ad un regime dietetico fino a riorganizzare il nostro stile di vita.
Oggi i luoghi di distribuzione collettiva come le mense scolastiche ad esempio sono strutturati per la gestione di differenti tipi di diete che escludono questo o quell’alimento operando nella selezione delle materie prime, nella preparazione, nella conservazione e nella somministrazione con la cura di evitare contaminazioni dannose.
E’ possibile che alcuni momenti di aggregazione come festicciole di compleanno in classe e non, gite scolastiche o la merenda con il compagno preferito dopo i giochi e le corse al parco, e dopo avere fatto i compiti insieme, possano creare qualche difficoltà in tale senso.
E’ importante quindi coinvolgere per questi aspetti quanto più possibile gli insegnati (importanti mediatori dei processi di socializzazione e crescita), il personale scolastico, i genitori, i bimbi per sensibilizzarli su tali argomenti.
E allora anche la merenda con i piccoli amici, seppure con qualche accorgimento gestito dall’adulto con sensibilità e un po’ di preparazione in materia, sarà un’occasione allegra, divertente ed utile per interiorizzare l’adesione ad un regime alimentare anche rigido ed irreversibile e percepirlo serenamente come una parte della propria identità.
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Buona merenda!
Photo CC by Nick Olejniczak
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