Hai dei dispiaceri? Fissa lo sguardo su un bambino che dorme e non è tormentato da nessuna preoccupazione, né turbato da pensieri: imparerai qualcosa da quell’innocenza e ti sentirai completamente sollevato.
François-René de Chateaubriand
Dopo il parto ogni donna è chiamata all’accudimento del neonato e, non di rado, resta incantata ad osservare la sua creatura proprio come l’artista osserva con estasi la sua opera. Questa osservazione silente permette anche e soprattutto di capire quali sono i ritmi del bambino.
La fase del sonno è una delle più importanti e delicate per il genitore che ammira con incanto il suo piccolo che riposa: spesso, però, questo momento viene interrotto da una paura ricorrente:
“respirerà bene il mio bambino?”
I ritmi respiratori dei lattanti durante il sonno possono risultare alterati, per questo motivo abbiamo scelto di trattare in questo articolo l’argomento che riguarda le apnee notturne.
Per apnee notturne intendiamo l’arresto respiratorio che può variare da 10 secondi a 60 circa, con conseguente diminuzione dell’ossigenazione nel sangue. Una delle più comuni patologie è la OSAS (Obstractive Sleep Apnea Syndrome) apnea ostruttiva del sonno, di cui è stato lanciato l’allarme da Francesco Peverini, Direttore della Fondazione di Ricerca e Cura dei Disturbi del Sonno Onlus. Pare infatti che circa il 3% dei bambini tra i 2 e i 5 anni siano affetti da questa patologia, ed è stato proprio il Direttore Peverini a sottolineare l’importanza della sensibilizzazione delle famiglie, degli insegnanti e dei medici, al fine di contenere e minimizzare eventuali complicanze.
Quali sono i sintomi?
I sintomi che aiutano ad individuare la presenza di questa patologia sono molteplici, ve ne elenchiamo alcuni:
- pause nella respirazione durante il sonno
- respirazione con la bocca
- difficoltà nell’addormentarsi
- episodi di risveglio e mancanza del respiro
- irritabilità, iperattività
- difficoltà di concentrazione
- sonnolenza durante le ore di veglia.
Quali sono le cause?
Tra le principali cause nei bambini con età compresa tra 1 e 5 anni, troviamo patologie neuromuscolari, ipertrofia adeno-tonsillare e alterazioni anatomiche cranio-facciali. Quando parliamo di alterazioni cranio-facciali, non intendiamo una deformazione del cranio ma semplicemente ci riferiamo alle caratteristiche individuali che possono far insorgere le apnee notturne; alcuni esempi possono essere un palato piccolo o una mandibola piccola.
Inoltre, alcune ricerche hanno dimostrato che un’altra causa scatenante potrebbe essere l’obesità: pare infatti che ci sia una relazione tra l’aumento di peso e il disturbo dell’apnea.
Come intervenire?
Il consiglio principale che diamo ai genitori qualora si accorgessero di un respiro particolare durante il sonno del bambino è quello di recarsi dal pediatra. Sarà lui stesso a proporvi un esame (polisonnografia) che prevede la registrazione di diversi parametri durante il sonno del bambino.
Questo, però, è solo il primo passo poiché essendo innumerevoli le cause dell’insorgenza delle apnee, altrettanti possono essere i rimedi a seconda di ogni singolo caso. Si parla molto spesso di asportazione delle adenoidi o delle tonsille, mentre in altri casi si interviene con dispositivi odontoiatrici.
Naturalmente, non possiamo trattare l’argomento in maniera specifica ed esaustiva ma vogliamo concludere l’articolo sottolineando l’importanza del sonno e del riposo (fisico e mentale) a tutte le età ma in particolar modo nei primi mesi e anni del bambino.
Bibliografia e sitografia
- Non voglio andare a dormire! Aiutare i bambini con rituali, storie e proposte di rilassamento
Sabine Friedrich, Volker Friebel
- http://www.sanitainformazione.it/salute/osas-un-allarme-sociale-professor-peverini-polisonnografia-oggi-lesame-diventa-semplice-veloce/
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