Sono uno specialista in alfabetizzazione. Negli gli ultimi 40 anni, insieme a un fitto gruppo di altri specialisti come me, ho analizzato con attenzione il modo in cui i bambini imparano a leggere e come hanno contribuito a ideare metodi e materiali didattici che sono diventati di uso quotidiano nelle scuole primarie. Penserete che, con tutta questa forza celebrale applicata, avremo certamente trovato dei sistemi per trasformare i bambini in lettori entusiasti!
Sfortunatamente non ci siamo riusciti! Nelle scuole primarie si utilizza il tempo a spiegare ai bambini come superare i test e le verifiche. Ciò mi fa credere che la probabilità che i bambini di oggi diventino dei lettori appassionati sia significativamente inferiore rispetto a 50 anni fa. Ciò è davvero preoccupante se si pensa che le neuroscienze confermano che la lettura fluente è il fattore più importante per il successo scolastico.
Una parte del problema è, sicuramente, il cambiamento tecnologico e culturale. I bambini di oggi hanno accesso a molte e incredibili risorse di informazione e intrattenimento che richiedono un bisogno minimo di abilità e alfabetizzazione. La motivazione di cercare risposte nella lettura è davvero poca.
La motivazione è invece essenziale perché c’è bisogno di tanta pratica per raggiungere un livello di lettura fluente che renda facile e piacevole leggere un libro. A meno che i bambini desiderino davvero leggere, difficilmente lo faranno. Saranno inutili, in tal senso, le lezioni senza fine su fonetica e comprensione del linguaggio.
Infatti, i bambini più motivati sono quelli che imparano a leggere senza un vero e proprio insegnamento, come risultato di esperienze piacevoli prima di iniziare la scuola. Questi sono bambini “fortunati” che:
- Condividono momenti di interazione con i loro cari fin da quando sono nati, come canzoni, filastrocche e storie.
- Godono di numerose opportunità di gioco attivo e creativo con i grandi e, dall’età di circa 3 anni, con altri bambini, preferibilmente all’aperto
- Sfogliano regolarmente libri illustrati insieme ai genitori, scoprendo così il piacere di una buona lettura.
- Non sono spinti a leggere e scrivere ma sono supportati quando mostrano un interesse.
Questi ingredienti della fortuna non sono sconosciuti! Il governo scozzese ha fatto molto per pubblicizzarli attraverso il suo progetto “Play, Talk, Read” rivolto ai genitori di bambini sotto i 3 anni. Il problema è che oramai molti genitori sono impegnati con il lavoro e non hanno molto tempo per giocare, cantare e raccontare storie ai loro bambini. Anche i bambini più fortunati, solitamente, non iniziano a leggere fino all’età di 4-5 anni.
Questa è la ragione per cui nell’Antica Grecia non si andava alla scuola primaria prima dei 7 anni di età e per la quale nella maggior parte dei paesi del mondo l’educazione formale non inizia prima dei 6.
E’ anche il motivo per cui i paesi europei con i tassi più alti in termini di alfabetizzazione sono quelli che forniscono un tipo di istruzione basata sul gioco, sulla lettura delle storie, sulle canzoni e sulle attività all’aperto ai bambini al di sotto dei 7 anni. Nessuna ricerca ha dimostrato che vi sono dei benefici a lungo termine nell’insegnamento formale prima dei 7 anni. Ci sono, piuttosto, degli svantaggi in termini fisici, emozionali, sociali e cognitivi.
Un’educazione meno formale prima dei 7 anni porta indubbi vantaggi, specialmente per i bambini del XXI secolo, che, di solito, hanno limitate opportunità di gioco attivo, socializzazione e attività all’aperto durante i loro primi anni. Il gioco è l’impulso di apprendimento innato dei bambini e il modo naturale di sviluppare coordinazione e controllo fisico, abilità sociali, creatività, capacità di recupero emotivo e amore per l’apprendimento fine a sé stesso.
La mia conclusione è che il miglior modo per migliorare i livelli di lettura è quello di smettere di ossessionare i bambini con l’apprendimento della lettura e della scrittura durante i primi anni dell’infanzia.
Introducendo un sistema educativo incentrato sul gioco, sulla salute e sul benessere fino all’età di 7 anni si darebbe a tutti i bambini il miglior inizio possibile di vita, comprese solide basi per imparare a leggere e scrivere quando arriverà il momento dell’educazione formale.
Ora che sappiamo cosa rende i bambini “fortunati” in termini di alfabetizzazione e di apprendimento in generale, dovremmo fare in modo che ognuno di loro possa avvalersi di questi strumenti.
Di Sue Palmer
Sue Palmer, ex dirigente scolastico, è uno specialista dell’alfabetizzazione, uno scrittore, un presentatore e un “attivista dell’infanzia”. Ha scritto oltre 200 libri, realizzato software e programmi TV per le scuole su temi di alfabetizzazione oltre centinaia di articoli per la stampa educativa e nazionale.
Negli ultimi dieci anni, i suoi libri sullo sviluppo infantile nel mondo moderno – in particolare Toxic Childhood (seconda edizione 2015) – lo hanno portato a frequenti apparizioni sui media e interventi sui cambiamenti nello stile di vita dei bambini. Il suo ultimo libro, “Upstart” è stato pubblicato nel 2016.
Sue ha inoltre presieduto la Scottish Play Commission del governo scozzese e attualmente presiede la campagna Upstart Scotland. Articolo tradotto dal blog di Community Playthings e tratto dal sito Upstart.
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