E’ tempo di fermarsi un attimo a pensare.
Come stiamo affrontando la malattia dello “schermo”? Come gli ridaremo il suo posto quando tutto questo sarà finito? E come sta cambiando il nostro ruolo di genitori e professionisti, nel frattempo?
I genitori di bambini piccoli si sono ritrovati, nel 2020, in un mondo sottosopra.
Stressanti misure di sicurezza, cambiamenti economici e logistici hanno reso la quotidianità completamente diversa da quella che avevano vissuto fino a quel momento. Siamo diventati frustrati e confusi. “Zoom” ci ha collegato con i nostri cari e ci ha permesso di partecipare alle nostre comunità scolastiche e lavorative. All’inizio della pandemia, vedevamo i nostri schermi come fossero la salvezza ma, con il passare del tempo, adulti e bambini, hanno sperimentato la fatica di un’esistenza in 2D.
I bambini nati durante la pandemia hanno vissuto un’esposizione quasi immediata agli schermi. I genitori, costretti in casa, volevano che anche i parenti, specialmente i nonni, potessero vedere i bambini tramite le video chiamate.
Ciò nonostante, secondo un sondaggio pubblicato dal Pew Research Center nel luglio del 2020, l’84% dei genitori è profondamente preoccupato dall’aumento del tempo trascorso dai loro figli davanti a uno schermo. Il sondaggio rivela un aumento del 100% del tempo trascorso dai bambini davanti ai monitor. Due terzi dei genitori intervistati dichiara, inoltre, di ritenere che fare i genitori sia più difficile oggi che 20 anni fa, citando la tecnologia come motivo.
Tuttavia, se andiamo oltre le statistiche e spacchettiamo i sentimenti, possiamo rendere una questione complessa molto più semplice.
Cosa succede a noi genitori quando vediamo i nostri figli attaccati a uno schermo? C’è un po’ di sollievo immediato per il fatto che il bambino è tranquillo e si diverte. Ma, poco dopo, segue un senso di ansia. Sappiamo dentro di noi che è una soluzione che non riesce a fornire ai bambini ciò di cui hanno veramente bisogno: opportunità di gioco libero, esplorazione, problem solving, interazioni sociali, contatto visivo e risposta diretta da parte di adulti.
William Temple, leader nelle riforme educative, ha dichiarato: “Il più influente di tutti i fattori educativi è la conversazione che avviene nella casa di un bambino”. I genitori sono il primo insegnante di un bambino, mentre gli educatori creano l’amore per l’apprendimento attraverso la loro relazione con questi.
Eppure, il caos neurologico che l’eccessiva esposizione agli schermi crea nei bambini può rendere difficile l’apprendimento. La dottoressa Victoria Dunckley, autrice di Reset Your Child’s Brain, spiega che, poiché lo schermo fornisce livelli innaturalmente alti di stimolazione, il cervello interpreta tutte le attività basate sullo schermo come una forma di stress.
Senza farsi prendere dal panico, i genitori possono scegliere di usare il tempo in casa per coltivare una connessione profonda con i loro figli, un’opportunità che potrebbero non avere mai più. Avere un po’ di tempo libero si traduce in relazioni familiari più forti e avrà implicazioni durature sul senso di sicurezza dei bambini e su come affronteranno difficoltà simili più avanti nella vita.
La chiave per sopravvivere alla sovraesposizione agli schermi, in tempi di Covid, è mantenere una visione positiva del futuro e avere fiducia in noi stessi come genitori ed educatori:
- Dillo ad alta voce! Sai che non vuoi che la vita sia così per sempre. Le nostre famiglie possono superare tutte le situazioni e poi tornano a un equilibrio. Continua a ripetere ad alta voce: “Solo durante la pandemia…” e “Per ora lo permettiamo, ma quando potremo tornare a goderci ______, non ce ne sarà così tanto”. (Riempite il vuoto con la vostra attività familiare preferita come le gite in montagna o al mare, la visita ai parenti, la ginnastica, la danza, gli scout, ecc.)
- Ricordate a voi stessi e ai bambini che la prossima fase sarà divertente. Proprio come potreste preparare i bambini per un viaggio o un grande evento familiare, iniziate a parlare di come sarà la vita dopo la pandemia, impostando le aspettative in modo da far sembrare quella visione più divertente di questa (e lo sarà!).
- Vivi i micro-momenti. Se state lavorando e il vostro bambino butta gli spaghetti sul pavimento, fatene un dipinto con le dita. Ridete, poi aspettate qualche momento prima di pulire insieme in modo che non sembri una tragedia, ma solo uno di quei momenti sciocchi da condividere.
- Concentrati sul gioco. Anche se il tempo trascorso sullo schermo è aumentato, è aumentato anche il bisogno del bambino di giocare senza schermo. Più il loro mondo è caotico, più c’è bisogno emotivo di un vero gioco che li aiuti a elaborare gli eventi della vita e a crescere in modo multidimensionale.
- Considerate il lungo termine. Quello che tutti vogliamo come genitori è un rapporto affettuoso con il nostro bambino. Vogliamo un bambino forte e pieno di risorse. Lasciando che il tempo dedicato allo schermo inghiotta grandi porzioni di tempo, stiamo sbagliando da ogni punto di vista. Se lo schermo si presenta come il centro della vita familiare, forse possiamo chiederci come possiamo ridurlo e quale parte di questo tempo può essere sostituito da altre attività.
Quando tutto questo finirà, penseremo ai lati positivi di questo ultimo anno e mezzo: “Ho avuto più tempo con i miei figli. Li conosco meglio come individui. Posso capire cosa li diverte e cosa li rende nervosi e tristi”. Può ridurre lo stress sapere che i bambini sono resistenti e che per loro COVID diventerà presto un ricordo sbiadito.
Jean Rogers
Jean Rogers is Director of the Children’s Screen Time Action Network at Campaign for a Commercial-Free Childhood. She is a certified parent educator and author of Kids Under Fire.
Referenze
Auxier, B., M. Anderson, A. Perrin, and E. Turner. 2020. “Parenting Children in the Age of Screens.” Pew Research Center. Published online July 28,2020 https://www.pewresearch.org/internet/2020/07/28/parenting-children-in-the-age-of-screens/
Dunckley, V. L. 2015. Reset Your Child’s Brain: A Four-Week Plan to End Meltdowns, Raise Grades, and Boost Social Skills by Reversing the Effects of Electronic Screen-Time. San Francisco: New World Library.
ARTICOLO TRADOTTO DAL BLOG Community Playthings
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