Come abbiamo visto nel precedente articolo (se te lo sei perso, clicca qui!), dal suo secondo semestre di vita il bambino inizia a strutturare alcune abilità preparatorie alla comparsa del linguaggio. Il contatto oculare e l’interesse verso l’altro non sono che i primi tasselli di una comunicazione efficace, che non può avvenire finché il bambino non abbia consolidato anche una buona capacità attentiva. L’attenzione è la capacità di focalizzarsi su uno stimolo inibendo quelli distraenti: possiamo quindi intenderla come l’abilità di rimanere concentrati senza distrarci. Esistono diverse sfaccettature, tutte indispensabili ad entrare in relazione con l’altro, e in particolare:
- Attenzione sostenuta: è la capacità di rimanere concentrati a lungo. Aumenta parallelamente all’età ed è correlata al controllo motorio. Un bambino di 3 anni che riesce a stare seduto composto a tavolino, ha meno possibilità di distrazione di un neonato a tappeto che impiega molte delle sue energie a cercare di non barcollare.
- Attenzione congiunta: è l’abilità di concentrarsi in due o più su uno stesso punto di interesse. Comprende, ad esempio, la capacità di seguire l’indicazione dell’altro, di guardare nello stesso punto, di svolgere un gioco insieme, di imitare delle sequenze.
- Attenzione alternata, strettamente correlata alla triangolazione: è la capacità del bambino di spostare l’interesse tra l’adulto e un altro oggetto di interesse al fine di richiamare l’attenzione dell’altro e condividere con lui qualcosa.
Un’attenzione stabile contribuisce alla comparsa della prima gestualità comunicativa. Un bambino capace di triangolare vorrà presto usare l’indicazione per richiedere e mostrare all’altro; così come un’attenzione sostenuta e congiunta consolidata favorisce una tolleranza dei tempi d’attesa utile al gioco condiviso. Ma come possiamo fare noi terapisti a stimolare un’abilità così importante nei primi anni di vita (6-36 mesi)?
Dalla teoria alla pratica
Lettura condivisa nei primi anni è preferibile utilizzare libri interattivi di stoffa o di cartone spesso, in modo che il bambino riesca a girare in autonomia le pagine. Le storie devono essere adeguate all’età per quanto riguarda i contenuti e soprattutto per la struttura linguistica. La posizione del terapista deve favorire il contatto oculare. Questa attività è utile a promuovere: l’attenzione sostenuta con la proposta di libri sempre più lunghi; la triangolazione attraverso l’indicazione delle immagini e lo sguardo congiunto con il terapista; la turnazione se si alternano momenti di lettura a momenti di silenzio in cui il bambino possa esplorare il libro e condividere onomatopee, gesti o parole con l’adulto.
Blocchi da impilare, torri da costruire con cubi o costruzioni impilare un blocco a testa per torri sempre più alte aiuta a stimolare l’attenzione sostenuta, l’attenzione congiunta e la turnazione. Si può allenare la tolleranza alla frustrazione allungando in modo graduale il turno del logopedista, che di volta in volta ci metterà sempre un po’ di più a scegliere il proprio pezzo. Questa attività è utilissima anche per aiutare il bambino a controllare l’impulsività, siccome dovrà resistere e non buttare giù la torre prima che sia completata. Gestualità e triangolazione possono essere stimolate introducendo come variabile la scelta o la richiesta da parte del bambino: in questo caso, i blocchi non devono essere direttamente accessibili ma devono essere disponibili solo per l’adulto (magari riposti dietro al terapista o in una scatola supervisionata). Le torri da costruire possono essere utili anche nello stimolare l’imitazione e l’attenzione alternata quando si chieda al bambino di costruire non più un’unica torre insieme all’adulto, ma una torre parallela che sia uguale a quella proposta.
Incastri geometrici o con pomelli, chiodini e chiodoni, perline da infilare, puzzle sono l’ideale per stimolare la gestualità e la triangolazione, oltre che la turnazione. Il bambino, con estrema pazienza, deve riuscire a completare attività gradualmente più lunghe e complesse, richiedendo i pezzi al terapista, pianificando le azioni da eseguire e spesso ricercando l’aiuto dell’altro. L’attenzione deve essere a livelli alti per riuscire con lo sguardo a imitare il modello o a ricercare il posto e il modo giusto per inserire il pezzo che ha in mano. I puzzle possono essere inizialmente intuitivi (pochi pezzi e con figure semplici, es. animali), poi man mano più complessi, in modo da stimolare anche l’alternanza di sguardo tra l’attività e l’immagine da riprodurre sulla scatola e da promuovere l’interazione con il logopedista per la richiesta d’aiuto e la descrizione delle scene che diventano visibili progredendo nella costruzione.
Gioco della pesca, alimenti da tagliare utili a stimolare il turno e il gioco simbolico. Le attività possono essere gradualmente allungate a favore dell’attenzione sostenuta (ad es.: all’inizio il bambino chiede il frutto e lo taglia, poi passa il turno. Dopo può tagliarlo e darne un pezzo all’adulto, poi passare il turno. In seguito può tagliarlo, darne un pezzo all’adulto e far mangiare l’altro ad un pupazzetto, poi passare il turno. E così via!).
Strumenti musicali maracas, tamburi, xilofoni possono essere proposti per la riproduzione di ritmi sonori e vocali in modo da stimolare l’attenzione, l’imitazione, la gestualità e la condivisione. Il logopedista propone un ritmo semplice che il bambino deve riprodurre fedelmente, poi aumenta la lunghezza degli stimoli proposti e alterna con vocalizzi o parti cantate.
Attenzione! Consigli per l’uso:
Nel caso il bimbo abbia un’attenzione troppo fluttuante, il primo obiettivo sarà quello di renderla il più stabile possibile, facendo da mediatori per aiutarlo nell’autoregolazione. Per farlo, può essere utile utilizzare alcuni accorgimenti:
- Stabilire preventivamente le regole del gioco.
- Illustrare i tempi e i modi, esplicitando in modo chiaro quali sono le pause e quando il gioco si considera concluso, così che il bambino possa avere una scansione chiara del tempo e si senta rassicurato. È possibile fare un’agenda disegnata per supportare la memoria e la motivazione.
- Accettare che il bambino possa essere stanco di un’attività ma proporre sempre almeno ancora un’azione stabilita dall’adulto prima di riporre il gioco.
Quando tutti i prerequisiti alla comunicazione sono consolidati, siamo pronti a stimolare il linguaggio verbale. Questo però, sarà l’argomento degli articoli successivi, perciò… Alla prossima lettura!
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