Il corpo necessita di cibo sano, ben cucinato, ben presentato, per essere nutrito e crescere, così l’ambiente in cui è immerso il bambino deve essere curato, pensato e nutriente!
Il gioco è lo strumento più importante che il bambino possiede per imparare e per conoscere tutto ciò che lo circonda. Un bimbo che gioca è una persona che sperimenta, impara e cresce, oltre a divertirsi.
Possiamo distinguere diverse tipologie di gioco a seconda dell’età, del tipo di attività che implicano, del luogo e degli strumenti che abbiamo a disposizione, ma soprattutto della personalità del piccolo che ci troviamo di fronte.
Esistono molte tipologie di gioco diverso, sicuramente le principali sono:
Gioco Senso-motorio
È la prima modalità del bambino attraverso cui conosce sé stesso e il mondo esterno utilizzando il proprio corpo per sperimentare, esplorare e conoscere tutto ciò che lo circonda. Non si prefigge un risultato da raggiungere, ma semplicemente prova un movimento per scoprire le potenzialità del proprio corpo e per il piacere che gli procura.
Il gioco sensomotorio con gli adulti deve essere divertente, coinvolgente, con partecipazione attiva degli adulti che devono curare la prossemica (espressioni facciali) e i vocalizzi, rispondendo a movimenti e ai suoni prodotti dal bambino: protoconversazioni.
Percorsi, teli, cuboni, palestrine, palle, ecc sono fra i materiali che non possono mai mancare ad un TNPEE o ad un riabilitatore dell’età evolutiva.
Gioco causa-effetto
È uno dei primi ad esser appreso, infatti emerge intorno ai 6 mesi. Una causa è un evento o azione che determina qualcosa; un effetto o conseguenza è qualcosa che si verifica come risultato di quella causa. I neonati intuiscono il concetto comprendendo che attraverso il pianto, il modo più istintivo di comunicare, verranno nutriti, cambiati e coccolati.
Questo è il punto di partenza che gli permetterà di comprendere che ogni sua azione, comportamento o attività avrà sempre un effetto sull’ambiente circostante.
Giochi musicali, batti batti o giochi trainabili sono fra i più classici ma anche i più plasmabili per le nostre esigenze.
Gioco funzionale
È un’attività ludica che rientra nella cosiddetta “fase pre-simbolica”, in cui il bambino comincia ad usare gli oggetti per il loro scopo reale. È presente l’azione del “far finta di” (es. il bambino utilizza un bicchiere o una tazza vuota per far finta di bere) e la maggior parte dei giochi riguarda azioni osservate durante la vita quotidiana, utilizzando gli oggetti per i loro reali scopi. L’adulto deve partecipare al gioco funzionale cercando di arricchire l’esperienza ludica con nuovi vocaboli e diverse opzioni di utilizzo del gioco. Una cucina, i pentolini, il ferro da stiro, il phon, ecc sono giochi must have per tutti noi riabilitatori e anche per le famiglie.
Gioco costruttivo
Riveste un ruolo fondamentale nella crescita del bambino e consiste nella manipolazione al fine di creare altre cose. Permette ai piccoli di sperimentare, scoprire se le combinazioni degli oggetti che usano siano funzionanti o meno ma, soprattutto, stimola il bambino a manipolare oggetti e materiali diversi, così da imparare a farlo successivamente anche con le parole, idee e concetti. Cubetti, torri, costruzioni con incastro, pasta modellabile ecc sono materiali utilissimi per sviluppare il problem solving, l’analisi visuospaziale, la motricità fine e la coordinazione oculo manuale.
Gioco simbolico o di finzione
Il bambino non utilizza più un oggetto per la sua funzione reale, ma lo sostituirà ad altri elementi che magari in quel momento non sono presenti (es. usa una scopa come cavallo). Intorno ai 2 anni avviene nel bambino il fatidico passaggio da “oggetti come li percepisce” a “oggetti sono ciò che rappresentano nella loro mente”. Attraverso l’attività simbolica la realtà può esser trasformata dal bambino per farla corrispondere ai suoi bisogni interni.
- AUTOCENTRATO: le prime azioni simboliche sono autocentrate, ovvero su sé stessi.
- DECENTRATO: è l’esecuzione di azioni simboliche non solo su sé stesso, ma anche su altri oggetti esterni come le bambole, i peluche o le persone stesse.
- COMBINATORIO: può svilupparsi in due modi diversi:
- Il bambino usa un singolo schema su più attori (es. dà da mangiare a una bambola, ad un orso, ad un cane ecc…);
- Il bambino può incominciare ad usare più schemi in successione per un solo attore (es. la bambola viene imboccata, pulita, cambiata e messa nel letto).
Gioco di regole
Sono convenzionali e prestabiliti, le regole rappresentano l’essenza del gioco, sono esplicite, devono essere comunicate, accettate e condivise da tutti i partecipanti prima che il gioco abbia inizio. È una delle prime attività ludiche in cui i bambini (giocatori) competono tra loro per vincere e vi è pertanto un obiettivo da raggiungere. I giochi in scatola, giochi di carte, ma anche le attività motorie con regole, i percorsi psicomotori, ecc sono attività con regole molto apprezzati dai bambini e che ci aiutano a potenziare anche specifiche aree delle funzioni esecutive, abilità scolastiche, motricità, ecc.
Gioco cooperativo
Sviluppa un senso comunitario basato sull’accettazione di sé stessi e dell’altro, sulla conoscenza reciproca, sul rispetto e sulla creazione di un clima di fiducia e sostegno. Nei giochi cooperativi non ci sono né vincitori né vinti, ma ci si diverte tutti insieme per sconfiggere le proprie ansie, l’insicurezza, la timidezza anziché un presunto avversario. Sono uno strumento valido ed adatto ad infondere un clima socio-affettivo basato sul rispetto reciproco in gruppi di tutte le età. In questa immagine i bambini sono in cerchio e tengono in mano un paracadute colorato detto “Colorino” che permette di scoprire tanti modi diversi di saltare, rotolare, nascondere e correre oppure impegnerà i bambini in attività quali “Non far cadere le palline” o mille altre.
Anche i giochi costruttivi, di finzione, i giochi motori, i disegni ecc possono diventare collaborativi!
Alcuni dei miei consigli per terapisti e genitori…
- Ricercare il contatto oculare curando la prossemica
- Telecronaca: spiegare quello che fate giocando, usando parole e frasi semplici
- Creare occasioni comunicative
- Semplificare il linguaggio
- Aggiungere una parola
- Fare da modello semplificando il linguaggio ma utilizzando le parole corrette (si chiama “cane” – fa “bau”)
- Stimolare l’imitazione
- Mostrare oggetti di cui si sta parlando
- Utilizzare i gesti
- Fare scegliere
- Porre ostacoli
- Essere smemoriati
- Fare gli sciocchi
- Proporre novità e scoprirne i vari aspetti insieme
- Utilizzare routines verbali
- Cantare, usare rime e filastrocche
- Aspettare: non anticipare e non sostituirsi a lui
- Commentare
- Non porre domande aperte
- Elogiare e valorizzare ogni tentativo di comunicazione anche se approssimata
- Non richiedere la ripetizione
- Riproporre la frase detta dal bambino in maniera corretta
- Aiutare fisicamente
- Fare da esempio
- Insegnare strategie di pianificazione
- Seguire il bambino nel gioco, arricchendolo
- Diventare noi stessi una fonte di idee e proposte
- Fornire strategie di gestione della frustrazione
- Far sperimentare vittorie e sconfitte
- Far rispettare semplici e chiare regole
- “Leggere” insieme libri con immagini
LA TELEVISIONE, IL TABLET E I CELLULARI NON AIUTANO LO SVILUPPO COGNITIVO, FINO MOTORIO, LINGUISTICO E NON DEVONO SOSTITUIRE LA PRESENZA EDUCATIVA DEI GENITORI
Ecco i prodotti più amati:
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