Fin dal primo anno di vita, quando imparano a impugnare un qualsiasi strumento grafico, i bambini iniziano a lasciare traccia di sé al mondo tramite scarabocchi, disegni, impronte.
Dai 4 anni circa, i piccoli sperimentatori iniziano a ipotizzare diverse regole sui sistemi di scrittura dei grandi: ad esempio capiscono che si può chiamare parola solo se è composta da lettere diverse e, a loro volta, provano a scrivere sequenze di disegni tutti diversi tra loro.
L’apprendimento strutturato delle regole di conversione suono-simbolo e in generale del codice scritto, spesso carico di aspettative e di curiosità, inizia con la Scuola Primaria dai 6 anni.
Continua la lettura di questo articolo per scoprire di più sulla disortografia e i giochi per logopedia.
Giochi per logopedia: le sfide che i bambini possono incontrare
Il cammino nel mondo della scrittura non sempre risulta facile e lineare. Possono emergere diverse difficoltà che scoraggiano l’apprendimento e che, in alcuni casi, possono essere dovute ad uno specifico disturbo di apprendimento a carico dei processi di automatizzazione della scrittura, che si chiama disortografia.
La disortografia rende lenta e complessa la stratificazione delle competenze utili ad automatizzare una scrittura corretta, minando spesso al senso di autoefficacia dei bambini. È quindi fondamentale che la terapia logopedica si concentri su un allenamento che passi attraverso un gioco divertente e motivante, lontano dai classici schemi della didattica che i piccoli tendono a rifiutare e a percepire come faticosi. Per far questo, è necessario partire dalla scrittura come un mezzo (e non come un fine) e arrivare ai processi metacognitivi in un secondo momento. Appassionare e incuriosire, per affrontare le attività riabilitative con maggiore consapevolezza e interesse. Vediamo insieme qualche proposta!
Dalla teoria alla pratica
Dado personalizzabile
È divertente e facilmente riadattabile. Ogni faccia del dado può rappresentare un’azione diversa da svolgere: scrivere, leggere, correggere un testo sbagliato, scrivere sotto dettatura, inventare una frase e così via. Per ogni target di trattamento, si può lanciare il dado e seguire l’azione. Se il risultato è corretto, si può decidere di segnare i punti o di avanzare in una plancia. Per i bambini meno motivati, la risposta corretta può sbloccare un indizio per cercare nella stanza di terapia un pezzettino del gioco successivo: una volta raccolti tutti i pezzi, il premio sarà di poterci finalmente giocare! Divertimento assicurato!
Bottoni registrabili
Possono essere utilizzati nell’allenamento sulla percezione, ma non solo. In questo caso, il bambino dovrà registrare due target in contrasto in due pulsanti diversi e il suo compito sarà di premere quello giusto quando il logopedista lo pronuncia. Quando la percezione è adeguata, si possono utilizzare i bottoni anche per riascoltare le regole oppure dare indicazioni di “giusto-sbagliato” in modo divertente.
Giochi con lessico target
Una delle attività più motivanti è scrivere all’altro le indicazioni da seguire per compiere l’azione in un gioco. A questo scopo, è utile provare a pensare al lessico che appartiene ad ogni gioco: ad esempio, un’attività che richieda di vestire qualcuno conterrà tante doppie (cappello, maglietta, collo, gonna, capelli, metti,…); un gioco sulle espressioni sarà utile per lavorare sui suoni duri-dolci (faccia, felice, bocca, occhi, orecchie, braccia,…) e così via.
Tanti modi diversi per scrivere
Soprattutto nelle fasi iniziali di apprendimento, non è sempre facile utilizzare delle attività che richiedano la scrittura di parole o frasi. In questi casi, dove il lavoro è per la maggior parte meccanico e di ripetizione, possiamo renderlo divertente cercando di proporlo con strumenti grafici diversi. Non solo penne e matite, quindi, ma possiamo sbizzarrirci con lettere magnetiche o su blocchi colorati, lavagnette, piani luminosi, costruzioni a forma di lettere e libero spazio alla fantasia.
Imparare divertendosi è possibile, basta solo trovare i giochi per logopedia o gli strumenti giusti.
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Alla prossima lettura!
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