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Giochi sensoriali e autismo: possibilità da esplorare

Nella sezione Angolo del Terapista il 10/12/23

I giochi sensoriali vengono usati con frequenza crescente nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico. Parliamo in particolare dei casi riguardanti i pazienti più piccoli e di tutti i contesti in cui l’autismo si manifesta con difficoltà nelle interazioni sociali, difficoltà di comunicazione e/o disturbi comportamentali di varia natura, che spesso trovano concretezza in una limitatezza (o ripetitività) di interessi e attività o in un’alterazione della sensibilità agli stimoli esterni (es. suoni, tatto).

In questo spazio non proponiamo consigli o indicazioni: vogliamo invece presentare una panoramica sulle possibilità che il gioco sensoriale offre ai terapisti specializzati nel trattamento di disturbi dello spettro autistico.

 

Cosa sono i giochi sensoriali

Il termine “giochi sensoriali” viene usato per indicare attività, esperienze e materiali. In questo articolo ci riferiamo a quest’ultima categoria e in particolare a giochi progettati per consentire a bambini – ma non solo – di esplorare la realtà circostante tramite i sensi. Risulta importante, in questo scenario, la definizione di “sensi”, che non si limita ai cinque sensi tradizionali ma include anche equilibrio e propriocezione, intesa come capacità del paziente di percepire e definire la posizione del proprio corpo nello spazio e il suo movimento.

L’obiettivo è stimolare il bambino all’elaborazione di input e informazioni ricevuti tramite le proprie capacità cognitive, comunicative ed emotive: per questo i giochi sensoriali vengono spesso impiegati in questi percorsi di cura.

 

I giochi sensoriali nel trattamento di bambini autistici

Come abbiamo visto, i giochi sensoriali vengono spesso usati nel contesto delle terapie per bambini autistici (non verbali o verbali), che spesso mostrano difficoltà nell’usare i giochi tradizionali in modo funzionale; si limitano quindi ad attività come allineare i giochi, farli ondeggiare davanti agli occhi o rovesciarli a ripetizione.

bambina affetta da autisma che gioca a un gioco sensoriale Questi comportamenti hanno origini ben precise:

  • Comunicazione sociale. I giochi utilizzati con maggior frequenza richiedono al bambino la capacità di rilevare e identificare le intenzioni e le emozioni delle persone attorno a lui, comportandosi di conseguenza; allo stesso modo richiedono la capacità di adeguarsi a un eventuale cambiamento nelle regole del gioco e, quando sia necessario, di scendere a compromessi con gli altri.
  • Coinvolgimento/attenzione congiunta. In molti casi il bambino presenta un deficit nella capacità di focalizzare la propria attenzione sulla stessa cosa di qualcun altro: questo si traduce in una difficoltà di coinvolgimento, che rende più difficile anche il meccanismo di imitazione dell’adulto o di un altro bambino.
  • Gioco immaginativo. In questo caso, la difficoltà si manifesta nel processo di fingere che un oggetto sia qualcos’altro (es. la penna diventa una spada).

Le problematiche nel gioco si traducono spesso nella difficoltà di impiegare in modo produttivo il tempo libero del bambino, proprio a causa di comportamenti ripetitivi e stereotipati, anche in forma delle routine rigide che possono manifestarsi durante i giochi.

Risulta interessante lo studio comparativo di Ozonoff e colleghi (2008): mettendo a confronto il gioco di esplorazione tra bambini con disturbi dello spettro autistico e bambini con sviluppo neurotipico, si rileva che i primi presentano un’esplorazione visiva atipica e una maggiore tendenza a cercare di ruotare gli oggetti adibiti al gioco, che si traducono in un allontanamento di potenziali compagni di gioco (bambini ma anche adulti) e in una maggiore difficoltà di sperimentare nuove esperienze.

 

I giochi sensoriali come strumento per esplorazione

Di seguito proponiamo una selezione non esaustiva. 

Giochi di associazione 

I giochi sensoriali di associazione (es. memory, giochi di sequenze) sono spesso usati per incentivare lo sviluppo del linguaggio. Troviamo quindi giochi strutturati come sequenze cronologiche, che facilitano comprensione del concetto di “prima” e “dopo”, e le scatole delle storie, progettate per sviluppare il riconoscimento del susseguirsi di azioni e stimolare l’esercizio orale.

Educazione emozionale

Giochi per l’educazione emozionale come burattini in feltro, dadi riscrivibili o facce magnetiche aiutano i bambini a parlare di sé e delle proprie emozioni, anche rielaborando sensazioni e sentimenti provati in passato. 

burattini in feltro: rosso, blu, verde,giallo, arancione

Burattini delle emozioni in feltro

Comunicazione per immagini

L’uso di giochi sensoriali progettati per favorire la comunicazione tramite immagini sono alla base di molti trattamenti rivolti a bambini non verbali. I vari formati e tipologie di foto possono fornire supporto o supplemento alle capacità comunicative del bambino, come anche contribuire a formare competenze circa i soggetti rappresentati.

Selezione e classificazione

Materiali di forme, dimensioni e colori diversi come bottoni, perle, bastoncini e blocchi possono essere usati per attività di selezione, classificazione, distribuzione e insiemistica, favorendo lo sviluppo di procedimenti logici. 

Tavole logiche

Le tavole logiche rientrano tra i giochi che favoriscono lo sviluppo di funzioni cognitive: giochi come le tabelle in legno e le tavole a incastri aiutano a migliorare le capacità di osservazione, riconoscimento, associazione e orientamento spaziale, esercitando al contempo la socializzazione.

Tavole logiche per giachi sensoriali. Animali a metà

Tavole logiche – Animali a metà

 

Come scegliere i giochi

La varietà di materiali che possono rientrare nella definizione di giochi sensoriali si traduce in una grande varietà di scelta: proprio per questo una delle principali sfide per i terapisti è la scelta di materiali funzionali a promuovere la motivazione degli apprendimenti

In questo scenario, le preferenze del bambino hanno ovviamente un’importanza fondamentale. In particolare:

  • preferenze visive (es. immagini, luci, video);
  • preferenze di movimento o azione;
  • preferenze tattili;
  • preferenze uditive (es. suoni, musica).

Allo stesso modo, vengono considerate le abilità minime, che determinano le routine di gioco e quindi le tipologie di giochi che potrà usare. La capacità di eseguire azioni come rotolare, lanciare, soffiare, aspettare il proprio turno costituiscono alcuni degli elementi di base che i terapisti osservano per definire programmi personalizzati e funzionali.

 

Giochi sensoriali e autismo: creazione di un ambiente stimolante

Per molti terapisti, l’implementazione di giochi sensoriali nel trattamento di bambini con disturbi dello spettro autistico avviene nel contesto di ambienti strutturati dedicati.

La creazione di un ambiente sensorialmente stimolante permette di coinvolgere e stimolare i sensi in modi positivi e significativi. Può aiutare a migliorare la concentrazione, la comunicazione, la regolazione emotiva e il coinvolgimento sociale. Inoltre, offre un’opportunità per sperimentare nuove sensazioni in modo controllato e confortevole.

Anche la creazione di un ambiente di questo tipo richiede attenzione alle preferenze e alle reazioni individuali. L’osservazione e la flessibilità sono quindi essenziali per adattare l’ambiente in base alle esigenze in continua evoluzione del paziente.

 

Leggi anche “Stanza multisensoriale: i benefici terapeutici della natura”

 

Il ruolo dei genitori nell’adozione dei giochi sensoriali

Una volta definito un piano terapeutico con relativa selezione dei giochi sensoriali, i terapisti possono trovare utile tenere presente anche il ruolo di genitori e caregiver, poichè possono diventare risorse preziose in grado di facilitare l’implementazione di giochi sensoriali mirati e di arricchire l’intera esperienza. 

A fronte di una collaborazione solida tra terapista e genitori e della condivisione continua degli obiettivi della terapia, genitori e caregiver possono inoltre personalizzare le attività sensoriali, 

adattando le sfumature delle esperienze ai bisogni specifici del proprio figlio e imparando a interpretare le reazioni e le preferenze sensoriali del bambino.

La sinergia tra terapia professionale e coinvolgimento familiare promuove l’integrazione delle strategie sensoriali nel contesto più ampio della vita del bambino, contribuendo in modo concreto al suo benessere e coinvolgendo attivamente la famiglia del processo.

Questo coinvolgimento, infatti, non solo favorisce la comunicazione e la connessione emotiva, ma può anche essere un’opportunità per condividere momenti di gioia e crescita insieme, creando una relazione basata su rispetto e fiducia tra tutte le figure coinvolte, in un ambiente rassicurante e stimolante.

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