I GENITORI CHE AMANO DIALOGARE CON I PROPRI FIGLI INVESTONO SU UN
BENE SPECIALE CHE SOLO IL TEMPO SAPRA’ DARE LORO
IL GRANDE VALORE.
Simonetta Baccetti
Un nuovo anno scolastico sta per avere inizio e con questo i timori, le ansie, le aspettative dei vari attori, soprattutto famiglie e alunni. Lo scenario socio-culturale attuale appare più confuso e disorientante del solito; spesso chi ha il compito di educare prova una sensazione di smarrimento e non trova risposte armoniche e dunque tranquillizzanti.
Partiamo dai genitori dunque! I protagonisti, insieme ai loro figli! Propongo qualche riflessione su alcuni nodi educativi.
Il dialogo tra genitori e figli in una società troppo veloce.
La comunicazione tra i genitori e figli è fondamentale e accompagna tutto il percorso di crescita. Particolarmente impegnativa è la fase adolescenziale. L’adolescente si confronta per la prima volta con valori come l’amicizia, l’amore, la sessualità, la forza, la debolezza.Tipico di questa fase per i figli è la volontà di allontanarsi dai genitori, per cercare nel gruppo dei pari modelli educativi e di vita e per affermare l’autonomia di pensiero. Un percorso naturale! Il compito dei genitori è arduo, richiede pazienza, autorevolezza e formazione. Ricordiamoci che l’adolescente di oggi è il bambino di ieri! Inoltre l’adolescenza giunge più in fretta di quanto si possa immaginare. Per questo motivo va preparato il campo seminando solidi principi educativi a partire dalla più tenera età. Saper comunicare/dialogare con i propri figli è uno degli elementi capaci di fare la differenza. Dialogare significa riuscire a confrontarsi reciprocamente e permette di comprendere che le diversità e le contrapposizioni fanno parte di una fisiologica e corretta crescita. Crescere è uno dei compiti esistenzialmente più complessi e il suo inizio è nella famiglia.
Saper dire no
Dialogare implica saper ascoltare e saper osservare e per questo occorrono impegno e perseveranza. I genitori, immersi nel lavoro, in una vita veloce e frenetica, dove si è persa la dimensione del tempo, fanno fatica a fermarsi ad ascoltare e ad osservare cosa dicono e fanno i figli; il rischio che si corre è cadere nella trappola del SÌ; è più semplice, è meno stressante dire incondizionatamente SÌ, incoraggiando in questo modo atteggiamenti di prevaricazione, della pretesa di avere tutto e subito senza fatica, innescando rapporti falsati e possibili frustrazioni di fronte agli insuccessi. La difficoltà di saper dire NO spesso coinvolge le famiglie separate, nelle quali talvolta il conflitto tra i partner si proietta sui figli ponendo in essere strategie di contrasto e di vero e proprio adescamento emotivo. La nostra società, in modo particolare in quesi ultimi decenni, è soggetta a notevoli e repentini cambiamenti sociali. La vita sociale sta viaggiando a forte velocità: è come se il tempo non bastasse mai! Esempio ne sono i velocissimi cambi generazionali. In questo contesto la nostra società ha perso due competenze educative sostanziali: l’ascolto e l’osservazione, aspetti che nel sistema familiare sono di basilare importanza, che determinano la qualità dei rapporti tra genitori e figli. Per esempio l’utilizzo dei cellulari e similari non fa che creare ulteriore isolamento e assenza di dialogo (basti osservare un nucleo familiare a cena o a casa: ciascun membro è concentrato sul cellulare o sul tablet). Ciò impone, da parte degli esperti, una maggiore attività di formazione all’utilizzo dei social media al fine di responsabilizzare e sensibilizzare ad un uso intelligente che non crei alienazione e che non mortifichi la capacità critica dei giovani.
Per una comunità autenticamente educante…
Il compito di chi è preposto all’azione educativa è la costruzione di una comunità educante. Nell’ottica educativo/pedagogica la scienza dell’educazione e della formazione deve riacquisire un ruolo di preminenza al fine di contrastare la forte ondata di medicalizzazione che dilaga nelle scuole. Il Patto Educativo Scuola /Famiglia/ Istituzioni rappresenta uno strumento prezioso se ben strutturato; è necessario ricostruire relazioni umanizzate realizzando progetti educativi rivolti ai ragazzi e alle famiglie, affinchè il dialogo, il rispetto, la libertà di crescere, in una parola l’Educazione, rappresentino i pilastri autentici della società. Famiglia e scuola sono agenzie educativo-formative essenziali e se ben pedagogicamente educate permetteranno la crescita di cittadini consapevoli, attivi e creativi. Ma occorre l’impegno serio di tutti gli adulti che ruotano intorno al bambino: genitori e insegnanti in primis. Non resta dunque che augurare un buon anno scolastico all’insegna della condivisione e dell’alleanza educativa, della fiducia e dell’affidarsi, nel principio della reciprocità. I nostri giovani studenti potrebbero entrare nelle scuole con un sorriso! E sarebbe così bello!
Dot.ssa Simonetta Baccetti
Pedagogista
- Etica per il 2021, l’anno dei bambini - 21/12/2020
- Il Metodo del Globalismo Affettivo - 12/07/2017
- Dal salotto pedagogico: la letterina a Babbo Natale - 12/12/2016
Simona says
Contentissima di leggere questi articoli. Grazie
admin says
Grazie mille Simona! Tutto merito dei bravissimi e preparatissimi pedagogisti dell’ANPE :)
gabriella says
un piacere leggere articoli cosi’ ,dobbiamo crederci , grazie x queste riflessioni!
admin says
Grazie a te Gabriella!
Cinzia says
Mio figlio, che a fine mese compirà 18 anni, è un ragazzo in gamba, intelligente e sensibile. A volte però, ci spiazza, anche su discussioni di ordinaria amministrazione, si mostra arrabbiato, ci critica e lo fa, è questa la cosa che mi preoccupa, come se subisse continuamente la nostra presenza, le nostre indicazioni. Mi dispiace e mi lascia spiazzata, la nostra è una famiglia dove il dialogo e la stima tra i componenti non è mai mancata. Perchè mio figlio sembra accusarci, come se dovesse difendersi ….
Grazie
Simonetta says
Cinzia, non è semplice rispondere a quanto esponi. I 18 anni sono un’età importante, che porta determinati cambiamenti, sotto ogni punto di vista, anche i loro comportamenti spesso sono la copia di come percepiscono in quel momento il mondo che li circonda, le amicie, l’amore, la famiglia. Tuo figlio potrebbe essere alla ricerca di una propria libertà, atteggiamento normale a questa età. Le cose da dire sarebbero tante, nessuno ha mai creato il ” libro del bravo genitore”. Se è come dici te avrà sempre la consapevolezza di avere una porta aperta dietro la quale c’è chi lo ascolta. La vita insegna.
Simonetta