C’era una casa molto carina…
Vi ricordate tutti come continua questa simpatica canzoncina?
“…Senza soffitto, senza cucina, non si poteva entrarci dentro, perché non c’era il pavimento…”
Come sempre coi bimbi basta poco, ma veramente poco! Infatti, dopo aver imparato a cantare col mio piccolo Nicolò tutta la strofa, modifiche e storpiature incluse, ecco che mi arriva la fatica domanda:
“Papà, papà! Ma io niente casa? Io voglio! Senza cucina, io voglio!”.
E allora che fai? Non vuoi far felice il tuo piccolo grande pezzo di te? Scegli una casetta certificata, adatta alla sua età, alla sua altezza e al tuo portafoglio, e arrivi a casa per l’ora di cena con aria trionfante; non vedi l’ora di vedere i suoi occhietti pieni di stupore, felicità e gratitudine!
Talmente grati che ti trovi a saltare la cena, mentre lui ovviamente ha già mangiato con la mamma, gelato compreso, e non può di certo sapere tutto quello che vorresti raccontargli della tua giornata storta…
Ed ecco che ti ritrovi sotto la luce sbiadita del portico e la luce del cellulare a fare una gara di velocità tra la tua capacità di tradurre in pratica le istruzioni di montaggio, e la voglia di Nicolò di avere la sua prima casa di proprietà, senza problemi di tinteggiature, umidità e nemmeno di mutuo. Arrivi a pensare “beato lui!”.
Invece il giorno dopo ti ritrovi a pensare “beato me!”. Ora ogni sera, al rientro da una dura giornata di lavoro, non vedi l’ora che Nicolò ti chiami per raccontarti cosa succede di giorno nella sua casetta, che piatti di alta cucina ha preparato appena arrivato a casa dall’asilo, quali amici sono passati a trovarlo, che lui si nasconde lì dentro quando arriva il lupo cattivo, che lì dentro non piove, che sono arrivati i pompieri a spegnere il fuoco, che ha fatto tanti goal tirando il pallone attraverso la porta e dentro le finestre.
E tu ogni giorno gli daresti l’Oscar della fantasia e della creatività perché ogni giorno è diverso e mai banale. Altro che serie TV imperdibili o Champions League! Ti dimentichi tutto: grane quotidiane, mail, telefonate, bollette, appetito.
Mai avresti immaginato che in un metro quadro o poco più, senza soffitto, cucina e pavimento, avresti trovato la casa che da piccolo avevi sempre sognato!
E volete sapere come cantiamo ora l’ultima strofa? Nicolò ed io la cantiamo così…
“ma era bella, bella davvero, in via del papà, numero zero”. :)
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