L’orientamento spazio-temporale è una capacità fondamentale, spesso compromessa nelle persone affette da decadimento cognitivo, lesioni cerebrali acquisite, demenze o patologie neurodegenerative.
Come per altre patologie, i terapisti coinvolti possono scegliere di servirsi di supporti materiali che facilitano il raggiungimento dei risultati e contribuiscono al miglioramento della qualità della vita: in questo articolo vediamo alcuni dei più utilizzati.
Orientamento spazio-temporale
La funzione dell’orientamento spazio-temporale è quella di consentire all’individuo di collocarsi nel tempo (giorno, ora, stagione, epoca) e nello spazio (luogo, ambiente, direzione) nei quali si trova. Perdere questa capacità può generare confusione, disorientamento, ansia, comportamenti disorganizzati e apparentemente afinalistici con un conseguente, progressivo e un drastico abbassamento dell’autonomia personale.
Per i terapisti specializzati, lavorare su questa capacità significa non solo fornire strumenti compensativi e creare un ambiente protesico, ma anche stimolare le reti neurali coinvolte nella memoria episodica, nella percezione ambientale e nella pianificazione motoria.
Ecco quindi che l’utilizzo di supporti visivi, giochi di memoria, percorsi spazio-corporei e strategie di reality orientation risulta utile per costruire percorsi riabilitativi personalizzati ed efficaci, tarati sul profilo funzionale del paziente.
Materiali per l’orientamento spaziale
Strumenti come cartine geografiche semplificate, puzzle di territorio e giochi di localizzazione favoriscono la stimolazione delle capacità visuo-spaziali, della memoria topografica e delle abilità di rappresentazione mentale dell’ambiente.
Le cartine, ad esempio, possono essere adattate con immagini familiari (città, quartiere, casa) per aumentare il coinvolgimento e facilitare il riconoscimento di luoghi noti.
I puzzle di territorio, invece, richiedono una pianificazione spaziale attiva e contribuiscono al rafforzamento della memoria di lavoro e delle funzioni esecutive. La ricostruzione di mappe (es. planisfero traslucente) è utile per stimolare l’orientamento egocentrico e allocentrico, facilitando la comprensione della propria posizione rispetto agli oggetti nello spazio.
Planisfero traslucente – Borgione
Giochi di localizzazione, come indicare la posizione di un oggetto su una mappa o seguire indicazioni direzionali, aiutano a migliorare le competenze di navigazione cognitiva.
Indicazioni direzionali – Borgione
L’inserimento di questi materiali in un contesto terapeutico deve essere calibrato in base al livello cognitivo del paziente e integrato con strategie verbali e corporee, per garantire un approccio globale e multisensoriale al recupero delle funzioni spaziali.
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Supporti visivi per l’orientamento temporale
Parlando di orientamento temporale, i terapisti possono scegliere di usare supporti visivi che facilitano la comprensione e l’organizzazione del tempo, favorendo il senso di continuità nella quotidianità.
Tra i più efficaci troviamo i calendari semplificati, utili a favorire il riconoscimento visivo del tempo che passa e la pianificazione delle attività. Allo stesso modo, le ruote dei giorni aiutano a costruire una percezione ciclica del tempo, offrendo riferimenti stabili per la routine,fondamentale per compensare o minimizzare le problematiche relative al disorientamento.
Le carte stagionali, corredate da illustrazioni tematiche (es. foglie autunnali, fiori primaverili), sono ideali per stimolare la memoria semantica e contestualizzare gli eventi nel tempo dell’anno. Le timeline visive, infine, consentono di rappresentare sequenze temporali come giornate tipo, settimane o eventi personali, facilitando l’organizzazione cronologica e la narrazione autobiografica.
Il terapista seleziona e adatta questi supporti in base al profilo cognitivo dell’utente, alla gravità, all’origine e alla localizzazione del danno per poi integrarli in contesti educativi, riabilitativi o domiciliari.
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Dispositivi motori per l’orientamento corpo‑spazio
I dispositivi motori per l’orientamento corpo‑spazio sono progettati per favorire la costruzione mentale dello spazio attraverso l’esperienza corporea.
Attraverso esercizi strutturati, il soggetto impara a riconoscere e codificare le direzioni, la lateralità, i riferimenti spaziali e le relazioni topologiche (dentro/fuori, sopra/sotto, vicino/lontano). Ad esempio:
- gli archi dell’equilibrio offrono esperienze propriocettive che migliorano la percezione del proprio corpo nello spazio;
- i percorsi segnati stimolano l’orientamento visivo e la pianificazione del movimento;
Percorso in gomma – Borgione
- le camminate guidate sviluppano consapevolezza corporea in relazione all’ambiente circostante, tenendo in considerazione anche difficoltà di concentrazione e attenzione.
Questi dispositivi sono utili non solo nei percorsi di neuropsicomotricità infantile, ma anche nella riabilitazione geriatrica o post-ictus: anche in questo caso, l’approccio deve essere sempre graduale e personalizzato, per facilitare l’acquisizione e la sedimentazione delle competenze acquisite.
Personalizzazione e impatto sul benessere globale
Al centro della terapia mirata al miglioramento dell’orientamento spazio-temporale non ci sono i materiali: ci sono esperienza, competenze, formazione e la capacità dei terapisti di adattare l’intervento ad ogni singolo paziente.
Tuttavia, la scelta accurata degli strumenti – che siano dispositivi motori, supporti visivi o materiali tattili – aiuta e semplifica il lavoro dei professionisti coinvolti.
Investire nella qualità e nell’adeguatezza dei materiali significa, di fatto, promuovere il benessere globale, restituendo competenze, dignità e senso di continuità.
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