“L’esigenza di documentare si affaccia quando si è assunta piena coscienza del valore e del significato di ciò che si fa e si avverte la necessità di trasmetterla e di lasciarne testimonianza”
(A. Chiappini)
Per ispirare: piccolo esempio di documentazione fotografico\narrativa per le famiglie di un percorso sui prerequisiti dell’apprendimento (numeri e impugnatura).
Perché è importante documentare le esperienze di apprendimento e le sedute private?
L’attività di documentazione deve aiutare ad ottenere quella necessaria e virtuosa alleanza di pensiero e di azioni tra famiglie e professionisti dell’educazione e deve riuscire a promuovere una partecipazione consapevole e attiva su ciò che accade nella complessa e faticosa quotidianità. Il/la terapista dovrà trovare parole e immagini che raccontino l’identità propria di quel servizio, valorizzino i principi ispiratori dell’azione educativa e alimentino riflessioni su aspetti salienti del percorso.
Tanto più forte è lo sforzo a raccontare e alto il livello di presentazione, tanto più si rende il servizio leggibile, familiare, aperto al confronto, al dialogo, perché si mettono i genitori in condizioni di poterne discutere, avanzare dubbi e perplessità.
Accogliere le famiglie significa fare entrare e ricercare nuovi pensieri, nuovi sguardi, nuove prospettive per capire il presente. La varietà e la complessità delle richieste portate dai genitori, richiede una adeguata attenzione ai modi di rispondere anche a livello della documentazione [i].
La documentazione delle attività pedagogiche (di qualsiasi natura esse siano) è di fondamentale importanza per entrare relazione con le famiglie e per comunicare i valori pedagogici che si intrecciano nella progettazione educativa; i professionisti dell’educazione riescono, in pochi scatti, a trasmettere concentrazione, interesse, autonomia, libertà dei bambini e delle bambine vissuti all’interno degli interventi pedagogici. Non è assolutamente scontato riuscire a farlo: serve formazione, preparazione e senso di responsabilità nei confronti dei bambini e dei loro apprendimenti.
Come ci racconta Ceccotti, i professionisti dell’educazione cominciano a scattare fotografie di ogni attività, delegando alle immagini la comunicazione con le famiglie; come per dire “ti mostro come è andata la giornata, quello che abbiamo fatto, sei messo così nelle condizioni di conoscere quel che è l’esperienza del tuo bambino\ragazzo.
Nella foto: piccolo esempio di documentazione fotografico\narrativa per le famiglie di un percorso sui prerequisiti dell’apprendimento (lettere e impugnatura).
La documentazione è una forma di comunicazione, è in grado infatti di lasciare traccia dei processi, dei pensieri, delle riflessioni, delle azioni e delle emozioni di bambini e bambine; ogni documentazione narrativa, ogni foto produrrà reazioni diverse in base al destinatario ed è quindi importante essere coerenti con le intenzioni comunicative da trasmettere: essa aiuta a pensare, a riflettere sulla propria identità e sul proprio modo di lavorare, è un’attività di riflessione!
Come si documenta?
Esistono diverse tipologie di documentazione che coesistono e rispondono a bisogni diversi in base ai destinatari: in educazione si usano principalmente documentazione narrativa e documentazione fotografica e si documenta per se stessi o per i colleghi, per i bambini o per le famiglie.
- Quando si documenta per se stessi o per i colleghi si tengono in considerazione i progressi, le osservazioni, i cambiamenti da attuare nella progettazione;
- Quando si documenta per i bambini si tengono in considerazione i processi di apprendimento per permettergli di osservarsi e ripartire da dove sono arrivati;
- Quando si documenta per i genitori si documenta per comunicare e condividere gli obiettivi raggiunti e i passi compiuti.
Ci aiuta infatti a rendere visibile tutto ciò che è effimero e temporaneo che rappresenta in modo molto chiaro l’evolversi del processo esperienziale.
Nella foto: piccolo esempio di documentazione fotografico\narrativa per le famiglie di un percorso sui prerequisiti dell’apprendimento (numeri, colori e pattern).
Per concludere:
La raccolta delle tracce documentative permette di osservare il passato e comprendere il presente che è in continua evoluzione e vede intrecciarsi conoscenze e competenze nella risoluzione dei problemi; la documentazione deve essere quindi parte integrante e strutturante dei servizi educativi e pedagogici perché dà senso, valore e rende esplicita e valutabile la natura dei processi supportando la costruzione del sapere oltre all’alleanza educativa tra famiglie e professionista.
“La documentazione non è solo finale ma di essa c’è bisogno durante tutto lo svolgimento della ricerca. La documentazione ha lo scopo di oggettivare nella forma più efficace ciò che si produce, precisando i problemi di partenza, la formulazione con relativi aggiustamenti del progetto, gli itinerari seguiti per particolari attività. Si configura come uno strumento di produzione e di verifica: organizza elementi che altrimenti resterebbero in frantumi, stabilisce relazioni che accrescono e approfondiscono conoscenze” [ii].
Nella foto: piccolo esempio di documentazione fotografico\narrativa per le famiglie di un percorso sui prerequisiti dell’apprendimento (Abbinamento numero-quantità e impugnatura).
I miei 5 TIPS per documentare al meglio:
- Osservare i progressi
- Pensare alla persona per la quale si sta documentando e adeguare lo stile
- Abbinare foto e documentazione narrativa
- Favorire la riflessione
- Condividere e osservare con il bambino\ragazzo
[i]Documentare per le famiglie e con le famiglie nel nido d’infanzia, Donatella Giovannini
[ii]La scuola nel nuovo sistema formativo, edizioni Junior, Francesco De Bartolomeis
Lascia un commento